Il nodo dell'integrazione

Nel Paese si moltiplicano incontri e iniziative che hanno come finalità l'informazione e la formazione scolastica per il raggiungimento di un'integrazione sociale e culturale.
15 Dicembre 2008 | di

Bochum
Qualche anno fa, riscosse un grande successo l’iniziativa svoltasi ad Hagen: «Ma tu come hai fatto?». Gli studenti si confrontarono con chi aveva frequentato le stesse scuole, e si era inserito con successo nel mondo del lavoro. I più giovani, in quell’occasione, non sottolinearono solo i problemi affrontati da chi stava loro di fronte, ma scoprirono come ci si possa impadronire delle lingue, ottenere un diploma di Scuola Media superiore, affrontare l’università o specializzarsi. Davanti ai più giovani c’era chi aveva vissuto le stesse difficoltà e aveva trovato la «chiave» per inserirsi nel Paese ospitante.
Ho pensato a «Ma tu come hai fatto?» in queste ultime settimane nel corso delle quali diverse iniziative e incontri hanno cercato di favorire il flusso delle informazioni tra i genitori italiani che hanno figli in età scolastica e pre-scolastica. Dalla Renania alla Bassa Sassonia, come in Vestfalia, ci si preoccupa seriamente di riallacciare i contatti con le famiglie italiane per una sensibilizzazione sulle problematiche scolastiche.
Luigi Costanzo, consigliere comunale di Remscheid, afferma: «Dopo 46 anni di emigrazione, ritengo che queste iniziative siano non solo necessarie, ma urgenti e indispensabili». Luigi Costanzo ci informa che il 40% dei giovani d’origine italiana non consegue nessun titolo di studio, neppure quello della scuola dell’obbligo. «Le conseguenze per questo gruppo di persone saranno catastrofiche», conclude. L’emarginazione e la disoccupazione sono veri e propri spettri, se non una realtà, per centinaia di giovani d’origine italiana.
Nei mesi di ottobre e novembre, il Consolato generale di Colonia ha promosso un ciclo di incontri a Remscheid, Solingen, Wuppertal, Düsseldorf e Colonia per «fornire informazioni sulla struttura e sull’organizzazione del sistema scolastico tedesco» con i mezzi che la tecnica moderna mette a disposizione, e senza rinunciare a esperti, i cui commenti e suggerimenti sui vari percorsi scolastici della scuola dell’obbligo possono offrire «ai genitori una panoramica sui diversi sbocchi professionali e favorire un più completo e responsabile inserimento dei propri figli nel sistema scolastico locale». In quest’area, ci conferma il dirigente scolastico Giacomo Cannata, responsabile dell’Ufficio Scuola del Consolato Generale di Colonia, i giovani in età d’obbligo scolastico (nati cioè tra l’1-1-1992 e il 31-12-2002) sono: a Düsseldorf 1.010, a Solingen 1.001, a Wuppertal 1.111, a Remscheid 514 e a Colonia 3.167.
La presidente del Co.As.Sc.It e.V. di Colonia, Luisa Rohden, ribadisce l’urgenza degli interventi: «Era necessario intervenire a tappeto perché la situazione degli alunni, nella Circoscrizione consolare, continua ad essere difficile, e perché il successo scolastico può essere garantito solo se esiste la collaborazione incondizionata dei genitori. Nel Nord Reno-Vestfalia stanno sorgendo centinaia di associazioni di genitori il cui obiettivo è appunto il successo scolastico dei ragazzi con background migratorio. Attraverso queste riunioni, il console generale, dottor Sgrò, vuole assicurare alle famiglie italiane il suo sostegno incondizionato alla loro opera di educatori. Si desidera trasmettere ai genitori e alle famiglie il messaggio che il loro ruolo, come primi educatori, è importante tanto quanto quello degli insegnanti. Solo collaborando con la scuola, rivendicando anche il diritto di decidere il percorso scolastico dei figli, si potrà facilitare il loro percorso scolastico. Inoltre, si cerca di sensibilizzarli perché appoggino attivamente tutte le misure e gli interventi preventivi necessari nel periodo che precede la scolarizzazione».
Sui recenti incontri, Rohden aggiunge che: «Le riunioni hanno avuto un grandissimo successo. Solo a Colonia erano presenti 300 persone. Il programma di questi incontri prevede una parte informativa (sistema scolastico, misure preventive, sostegno e recupero, progetti vari), una ludica (spettacoli per i bambini presenti in cui i piccoli sono protagonisti; cori, recite e folklore... hanno fatto da collante per queste manifestazioni). Infine, un piccolo rinfresco per sottolineare l’aspetto conviviale della manifestazione in cui tutti devono sentirsi a proprio agio».
In questo periodo anche ad Hannover si è svolto un seminario indirizzato alla comunità italiana della Bassa Sassonia. L’iniziativa, sotto il motto «imparare insieme uno dall’altro», è stata organizzata dal sindacato IGBCE e da Giovanni Pollice, con il patrocinio del Comites e Co.As.Sc.It e.V. di Hannover, dell’incaricata per l’integrazione della Bassa Sassonia e dal Ministero dell’Istruzione regionale. «L’integrazione degli immigrati, di ogni regione e nazione, è uno dei problemi attuali più importanti che politica e società tedesca si pongono – dice Giovanni Pollice –. Un’essenziale chiave dell’integrazione è la formazione scolastica. L’integrazione potrà riuscire solo se i bambini, con retroterra migratorio, potranno ottenere e sfruttare tutte le possibilità offerte dalla formazione scolastica». Scuola e famiglia: la «chiave» che può rendere il futuro di ogni bambino meno difficile e problematico.
Tommaso Di Marzio, insegnante della Bassa Renania, rimarca l’importanza di questi incontri seguiti da moltissimi genitori. Egli aggiunge che «ora molte famiglie sono informate anche sui tagli che mettono a rischio la sopravvivenza scolastica di migliaia di bambini e ragazzi d’origine italiana nell’area di lingua e cultura tedesca». La riduzione del 55% dei contributi finanziari (da 82 a 32 milioni di euro), è una pesante ipoteca sulle iniziative culturali, di assistenza scolastica e sociale avviate nell’ultimo mezzo secolo grazie al sacrificio di insegnanti, sacerdoti e associazioni che hanno creato un’invidiabile rete di intervento in ogni continente.
Luisa Rohden, sul taglio dei contributi conferma che «essi avrebbero effetti devastanti per tutti gli alunni minacciati di bocciatura o di trasferimento alle scuole differenziali, oppure per chi cerca di ottenere un diploma più qualificato. Inoltre causerebbero l’interruzione di moltissimi progetti attuati nell’ultimo decennio in collaborazione con Scuole e Istituzioni tedesche. Ciò provocherebbe, tra l’altro, una perdita d’immagine per le Istituzioni italiane». Per quel che riguarda il Co.A.Sc.It e.V. di Colonia va detto che sono attivi corsi di sostegno a livello pre-scolastico e seminari di formazione e informazione per i genitori; a livello scolare azioni di supporto per i corsi di lingua e cultura italiana e attività di sostegno per alunni della scuola dell’obbligo, corsi di aggiornamento per i docenti. Anche per gli adulti sono attivi diversi progetti: dai corsi serali per il conseguimento del diploma di Terza media, a quelli popolari per adulti e cicli di lezioni nelle carceri con alta concentrazione di italiani. Inoltre vengono curate iniziative e manifestazioni culturali, didattiche e ricreativo-sportive con finalità integrative. Ciò vale anche per le altre circoscrizioni consolari. Tali attività sono un motivo d’orgoglio per tutta la comunità italiana.
Chi ha a cuore il successo scolastico dei figli degli italiani, si rende conto del pericolo che rischia di investire la generazione più giovane – e indifesa – della comunità italiana. Alla comunità italiana appartiene la maggior percentuale di alunni delle scuole differenziali e, in rapporto con le altre etnie, uno scarso successo nel conseguimento di diplomi nelle Scuole medie superiori e nella frequentazione universitaria. Ripartire dall’informazione per responsabilizzare le famiglie, può aiutarci a ri-scoprire la scuola per offrire un futuro migliore ai più giovani.

Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017