Il paese delle farfalle

05 Marzo 1998 | di
La primavera bussa alle porte. Un palpito impercettibile come un leggero frullo d'ali si diffonde tra le case, percorre i prati e i boschi, elettrizza l'aria frizzante e pungola la nostra fantasia. Le farfalle, esuberanti regine degli insetti, risvegliano il loro universo sonnecchiante mentre la vecchia montagna, severa e silenziosa, posa uno sguardo benevolo su questo baldanzoso tramestio.

Siamo a Bordano, un piccolo centro del Friuli divenuto la patria delle 'pavees'. In friulano le farfalle si chiamano così. Fino a qualche decennio fa la miseria costringeva la gente di Bordano a cercar fortuna altrove. 'Già  alla fine del Settecento un'alluvione mise in ginocchio il paese e molti emigrarono verso la pianura - spiega il sindaco Enore Picco, instancabile animatore di 'Progetto Pavees' - . Nei periodi più duri di questo secolo le privazioni e gli stenti spinsero tante famiglie a trasferirsi all'estero. Allo scoppio della seconda guerra mondiale il legame con la propria terra e con i propri vecchi indusse molti a tornare, ma alla fine del conflitto l'esodo assunse proporzioni ancor più rilevanti'.

Nel luglio del 1944 Bordano era stato distrutto e incendiato dai tedeschi, poi fu occupato dai cosacchi. I campi, piccoli fazzoletti di terra tenacemente strappati alla montagna, erano stati abbandonati, il bestiame decimato, il bosco ridotto a un deserto di sassi: non c'era speranza di campare con quello che la terra poteva offrire. 'Solo agli inizi degli anni Cinquanta le donne e i bambini cominciarono a restare. Gli uomini partivano a febbraio e tornavano a novembre: furono separazioni dolorose che segnarono la storia di tante famiglie'. Le parole del sindaco ripercorrono una vicenda comune, ma a tratti nel suo racconto sembra riaffiorare la sofferenza legata al ricordo personale.

Il terremoto del 1976, ennesima catastrofe, paradossalmente rappresentò per la piccola comunità  l'occasione per rinsaldare i legami con la propria storia e con il proprio territorio. 'Quando cominciammo ad amministrare il comune, nel 1985, decisi di impegnarmi a salvare un patrimonio culturale che stava per scomparire e a valorizzare le risorse di questa zona. Volevamo progettare un futuro che consentisse a tutti di rimanere', sottolinea Picco. Le intenzioni si concretizzarono nella pubblicazione di una serie di preziosi volumi dedicati ai luoghi, ai nomi, alla storia dell'emigrazione.

Contemporaneamente Picco convinse più di un centinaio di compaesani a cedere alcuni terreni semincolti: furono costruiti alcuni capannoni e prese il via l'attività  di alcune aziende che operano nel settore degli occhiali e dell'alta tecnologia. La scelta di questo tipo di produzione fu tutt'altro che casuale: 'Abbiamo voluto creare opportunità  di lavoro in cui ci fosse richiesta di manodopera femminile perché contavamo di evitare che interi nuclei familiari lasciassero il paese', chiarisce il sindaco. E la previsione deve esser stata azzeccata perché la popolazione di Bordano, che conta poco più di ottocento abitanti, da qualche anno non subisce variazioni di rilievo.

Ma l'intuizione che aleggiava silenziosamente nella memoria d'improvviso illuminò i ricordi. L'energico Enore ripensò a quando, ragazzino, accompagnava sul monte quegli stranieri armati di lampada e retino che ogni estate si fermavano in paese per qualche settimana e ritrovò alcune pubblicazioni scientifiche straniere di inizio secolo che riguardavano proprio le farfalle. Decise di commissionare una ricerca scientifica a Giuliano Mainardis, appassionato di zoologia e di botanica, e a un geologo, Federico Sgobino: il loro lavoro durò dieci anni, ma alla fine si scoprì che le 'pavees' attorno a Bordano c'erano eccome. Nel libro che raccoglie i risultati di questo studio furono catalogate più di cinquecento specie di farfalle e il numero, a detta degli entomologi, è destinato a salire. Se si pensa che in Italia sono state classificate poco più di duemila specie di lepidotteri è chiaro che Bordano per chi ama le farfalle rappresenta un piccolo compendio della natura.

Il motivo di tanto sfarfallare non è un mistero. Il paese, adagiato tra i ghiaieti della Val Tagliamento e la depressione naturale del lago di Cavazzo, si trova ai piedi del monte San Simeone. Questo nome è impresso nella memoria collettiva di tutti i friulani perché nelle viscere della montagna fu individuato l'epicentro del sisma che sconvolse il Friuli.

Ma il San Simeone è il primo rilievo della Prealpi che svetta maestoso sulla pianura circostante, raggiunge i millecinquecento metri di altezza e presenta una singolare combinazione di microclimi grazie alla sua posizione geografica e al repentino sbalzo altimetrico. Il versante settentrionale del monte è battuto dai venti gelidi che scendono dalle Alpi, quello occidentale è influenzato dall'umidità  del lago, mentre nella zona meridionale il clima viene mitigato dalle correnti mediterranee e dall'insolazione. Così, se alle falde della montagna ci si imbatte in prati falciati, orti, frutteti, campi coltivati oppure nella vegetazione dei greti fluviali, salendo il paesaggio lascia posto via via alle faggete, ai boschi, ai pascoli d'alta quota e alla vegetazione rupestre: una varietà  di ambienti naturali ideale per le farfalle.

Basta un po' di tepore, una serata umida o senza vento, magari in primavera o d'estate, e una schiera di deliziose creature alate volteggiano nel sottobosco, nei prati o si posano sulla buddleia, la pianta delle farfalle. Lo scorso anno il comune ha messo a disposizione duemila esemplari di questo arbusto sempreverde e in un batter d'occhio gli abitanti li hanno sistemati nei propri giardini. Con i suoi fiori grandi a forma di pannocchia, profumatissimi e sgargianti, la buddleia costituisce un'attrazione irresistibile per le farfalle: praticamente è una garanzia per vederle veleggiare attorno a casa.

Svolazzando da un'idea brillante a un'iniziativa originale il vulcanico sindaco di Bordano commissionò a un amico, il pittore Ian Franzil, un dipinto da realizzare sulla facciata di casa sua. Nacque così un concorso murales. Gli artisti arrivarono da molte regioni e dipinsero ogni sorta di creature alate disegnate sulle case, nei giardini, sotto i porticati, ma anche sui capannoni industriali e sulle centraline dell'energia elettrica. Furono realizzati una settantina di dipinti, i primi visitatori curiosi giunsero fino a Bordano e il successo dell'iniziativa superò le più rosee previsioni. Lo scorso anno, con la seconda edizione del concorso, i murales divennero ben centocinquanta e oggi molti compaesani attendono il concorso di quest'anno per vedere realizzata la 'propria' farfalla.

I concorsi delle farfalle: fiabe illustrate, murales, fotografie

 

Il comune di Bordano promuove tre concorsi che hanno per protagoniste le farfalle. Scrittori e illustratori (anche alunni delle medie) possono partecipare al concorso intitolato 'Sulle ali delle farfalle' proponendo testi scritti in italiano, ma anche in friulano, inglese, tedesco e sloveno purché accompagnati dalla traduzione.

Per il concorso dei murales, artisti italiani e stranieri possono presentare un bozzetto: qualora venga accettato, il dipinto viene realizzato nel corso del mese di luglio. Chi sa catturare le farfalle, naturalmente solo con l'obbiettivo, è il candidato ideale per il concorso fotografico.

Per ulteriori informazioni e per richiedere i bandi dei concorsi, rivolgersi al Comune di Bordano, Segreteria Pavees, via Venzone, 2 - 33010 Bordano (UD) - tel. 0432/988049 - fax 0432/988185.

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017