Il parco letterario di villa Cristofoletti a Cessalto

Testimonianza di Paolo Fiorindo

«Dio ti chiama al suo progetto ma tu sei sordo e Dio allora ti manda l’inquietudine, affinché tu cominci a cercare la centralità della tua anima»: è una delle dodici frasi stampate sugli altrettanti massi posati sul prato della cinquecentesca villa Cristofoletti, l’oratorio di Cessalto, comune di quasi quattromila abitanti in provincia di Treviso. Dove copiosa è la presenza di famiglie immigrate e sempre più forte è la necessità di creare integrazione e coesione sociale, specie tra i giovani più esuberanti che sono i primi a pagare per la loro irrequieta e incontrollata energia. Quasi una trentina, infatti, sono quelli che negli ultimi vent’anni hanno pagato con la vita la loro eccessiva ricerca di trasgressione.

Il parco letterario è stato voluto dal giovane parroco, don Mauro Gazzelli, che già nei tre anni precedenti si era preoccupato di dare un volto nuovo alla villa per creare uno spazio sicuro facilmente utilizzabile da bambini, ragazzi e famiglie. Restaurando gli interni e riedificando la cadente mura di cinta, corredandola di bassorilievi (una Madonna col bambino e una natività) per dare un’ulteriore impronta di fede al piccolo oratorio. Confortato dall’opera dell’amministrazione comunale, che l’anno scorso ha tolto la discarica davanti al cortile del fabbricato, trasformando l’area in una larga piazza che collega l’oratorio alla chiesa. E al bosco poco distante, che tra qualche mese diventerà un centro sportivo organizzato per i ragazzi.

Ci voleva poi un tocco di buon gusto, poetico ed efficace, per decorare e per dare il tono definitivo al nuovo complesso oratoriale. Ecco quindi che, grazie a un donatore, sono arrivate dodici grosse rocce bianche di Asiago da posare sull’erba del prato (otto attorno alla villa-oratorio e quattro nei pressi della vicina chiesa parrocchiale di Santa Croce), recanti ognuna una frase stampata su piastrelle di maiolica su cui riflettere. I tempi di realizzazione sono stati velocissimi, e l’effetto finale è stato il migliore. Ne è sortito un percorso di quiete e serenità spirituale, uno spazio meditativo per l’anima e lo spirito nel caotico mondo attuale dove si fa sempre più fatica a mantenere saldi i riferimenti.

«L’Amore inciso nella roccia, che rimane per sempre», come è stato intitolato il percorso, accomuna frasi bibliche e di personaggi famosi che hanno fatto la storia, come Nelson Mandela, e di religiosi la cui opera è stata fondamentale per la Chiesa, come Santa Caterina da Siena o Santa Madre Teresa di Calcutta. E anche epitaffi in memoria dei ragazzi recentemente scomparsi in maniera tragica e che hanno lasciato il vuoto in famiglia e tra gli amici. Come: «Tu sei prezioso ai miei occhi perché sei degno di stima e io ti amo», tratto dal libro del profeta Isaia e dedicato a un ragazzo diciannovenne deceduto in un incidente stradale. Qualcuno poi ha consigliato il parroco stesso di voler lasciare la sua firma, proprio davanti all’entrata della villa, con la frase: «Dopo una forte crisi nasce in te una nuova possibilità. Coglila».

«L’obiettivo di queste frasi, di queste massime “pesanti” posate sul prato, non è stato quello di dare delle risposte esistenziali o insegnare qualcosa – dice don Mauro –, ma di mettere in crisi chi le legge». E cita proprio sant’Agostino, con la frase in apertura. Questi messaggi partono proprio dall’oratorio e dalla chiesa, luoghi dove i ragazzi possono meditare il tema di una scelta definitiva per realizzarsi, come donne e come uomini, nel percorso della vita. «Cerchiamo tutti, con le nostre capacità e possibilità, di accompagnare le nuove generazioni a stili di vita corretti e a esperienze di vissuto positivo – spiega Don Mauro – che aprano a nuovi orizzonti di futuro più puliti. Il senso del vivere non può essere solo quello di avere successo nella scala sociale, di ammazzarsi dieci ore al giorno per un buon stipendio, dove l’unico fine è accumulare soldi; o peggio, spenderli poi nel weekend in sballo, automobili, vestiti e spavalderia. Mi auguro che anche i genitori assumano questo percorso come un patrimonio spirituale, capace di educare l’anima e la mente, dando a questi giovani più di una “stangata”. E anche di mettere in crisi famiglie troppo permissive».

Inaugurato l’estate scorsa, il piccolo parco letterario invita più d’un passante o d’un forestiero a soffermarsi incuriosito dai massi che sbucano dall’erba del prato e a leggere i moniti che portano affissi. Un percorso educativo «open air» sano e intelligente insomma, che valorizza l’animo e rinsalda la fiducia nei giovani, nel sentimento e nella creatività. E proprio i ragazzi nati nel nuovo millennio hanno voluto scegliere la frase (di E. L. Word) che dà il senso più attuale e vibrante all’iniziativa: «Nulla è sprecato, se fatto con amore».

Data di aggiornamento: 13 Dicembre 2017