Il periodico «Tribuna Italiana»

Fondato nel 1977, ma erede del «Corriere degli Italiani» avviato nel 1949, il settimanale si rivolge alla vasta comunità italiana residente in quasi ogni provincia del Paese sudamericano.
14 Gennaio 2010 | di

Buenos Aires
Una voce al servizio degli italiani di tutta l’Argentina. O, per meglio dire, una Tribuna. Già, perché si chiama proprio Tribuna Italiana il settimanale che da più di trent’anni tiene informata, in lingua italiana, la vasta comunità tricolore residente nel Paese sudamericano. Un compito notevole se si calcola che oltre la metà dei 40 milioni di cittadini argentini possiede almeno un antenato di origine italiana. E che nell’intero Paese, secondo uno studio di «Ethnologue», sono oltre un milione e mezzo coloro che parlano agevolmente la lingua di Dante.
L’avventura editoriale di Mario Basti
Fondato il 18 maggio 1977 con il nome di Tribuna Italiana, in realtà il giornale vanta una storia molto più antica in quanto è il continuatore ideale del Corriere degli Italiani, creato da Ettore Rossi nel 1949, e diretto tra il 1960 e il 1977 da Mario Basti. Subito dopo la fine della Seconda Guerra mondiale, anche in Argentina, che dell’Italia era colonia ideale, divampa lo scontro tra i fascisti sconfitti e gli antifascisti. Lo scopo del giornale fondato da Ettore Rossi è proprio quello di unire la collettività italiana in maniera trasversale, dopo le divisioni causate dalla guerra. «Siamo all’estero e siamo tutti italiani – è il Rossi pensiero –. Dunque è necessario che la nostra comunità non si divida». Alla morte di Rossi, nel 1960, la direzione passa nelle mani di Mario Basti che la mantiene fino al 1977 quando il Corriere degli Italiani viene comperato da un editore italiano. Ma la comunità non ci sta. L’idea che il giornale passi nelle mani di un privato non piace. Per cui a Basti viene proposto di proseguire sulla linea del Corriere ma con un altro giornale. È così viene alla luce la Tribuna Italiana. Il Corriere degli Italiani, sradicato dal suo habitat, uscirà per altri due anni e poi chiuderà i battenti. Si può ben dire, dunque, che i contenuti del Corriere e il modo di concepire il giornale siano passati in eredità totale alla Tribuna Italiana. Da allora il giornale continua a occuparsi delle notizie che riguardano gli italiani d’Argentina, delle loro problematiche e delle informazioni più particolari.
Lo fa nel segno e nella testimonianza di Mario Basti, scomparso il 5 novembre 2008. Un abruzzese di quelli tenaci, nato a Ortona e laureatosi in Lettere all’Università Cattolica di Milano, quindi emigrato in Argentina nel 1948. A lui, testimone dell’intera epopea del giornale, si deve gran parte della strada percorsa sinora dalla Tribuna Italiana, anche oltre la fine della sua direzione, nel 1998. Il direttore aveva, infatti, proseguito il suo dialogo con i lettori, attraverso «La finestra di Mario Basti»: un appuntamento settimanale atteso da tutta la comunità.
La Tribuna di Marco Basti
«Noi non diamo le notizie di tutti i giorni – spiega Marco Basti, l’attuale direttore, che di Mario è il figlio –: per quello ormai c’è internet e ci sono altri organi di stampa. Ci concentriamo su tutte le notizie positive dell’Italia che la stampa argentina ed estera ignorano oppure non mettono in evidenza».
I princìpi restano quelli di sempre: l’unione della collettività, l’appoggio alle sue istituzioni rappresentative, la riscoperta e la valorizzazione dell’opera degli italiani in Argentina, l’apertura alle nuove generazioni, la diffusione della cultura italiana e l’informazione sull’Italia con particolare risalto agli aspetti della sua crescita civile, culturale e sociale, che abitualmente non vengono riportate dai media locali. La fedeltà agli ideali fondanti, dura ormai da cinquant’anni per la Tribuna Italiana alla quale, oggi come ieri, si riconosce la difesa delle Associazioni oltre che la serietà e l’obiettività nel trattamento delle notizie.
Marco Basti è direttore del periodico da ormai undici anni. Un compito non sempre facile, ma al quale è preparato da una lunga gavetta, iniziata con le prime esperienze in campo giornalistico, per due anni, proprio al Corriere degli Italiani. Basti ha, poi, fatto parte dello staff di Tribuna Italiana fin dalla sua fondazione. Il settimanale esce tutti i mercoledì e viene distribuito in abbonamento in tutte le province dell’Argentina, esclusa quella di Formosa. I lettori ricevono il periodico per posta e attraverso la vendita nelle edicole, nella capitale e nella Grande Buenos Aires. Una platea composta in gran parte da piccoli imprenditori e professionisti, ma anche dal resto degli oriundi italiani, soprattutto nella fascia d’età compresa tra i 40 e i 55 anni. «Il giornale è molto diffuso tra i dirigenti delle Associazioni italiane – spiega Basti –. Per la sua serietà e validità informativa è utilizzato come strumento di lavoro da decine di stazioni radiofoniche in tutta l’Argentina che riprendono le informazioni sulla comunità o su quanto accade in Italia».
Viene da chiedersi cosa pensino gli italiani d’Argentina, e in modo particolare i giornalisti argentini, di quello che accade in questo momento in Italia. «Certi valori degli italiani di una volta – risponde Basti – valori che noi consideravamo importanti, stanno oggi scadendo. Speriamo che vengano recuperati. In fondo, a mio avviso, la politica funziona solo se ci sono valori. Se questi non ci sono, allora ne perde anche la politica. È questa l’immagine che riceviamo oggi dell’Italia. È vero che la solidarietà è sempre un elemento predominante nella cultura italiana, però si stanno facendo strada sempre di più l’individualismo e il relativismo. Elementi che stanno danneggiando la società e la cultura».
Il futuro incerto della carta stampata
La grande crisi globale che sta attanagliando il mondo ormai da oltre un anno, ha fatto passare in secondo piano l’altra crisi, quella che più interessa da vicino il mondo dell’informazione, cioè la crisi dell’editoria. Una recessione strisciante che nel settore della carta stampata fa sentire i suoi effetti già da parecchio prima del 2008. Va da sé che i giornali cartacei, specie se afferenti a una comunità specifica, come quella italiana d’Argentina, si difendano come possono. «Il futuro è piuttosto incerto – osserva Basti –, e naturalmente si cerca di correre ai ripari facendo informazione con l’ausilio di altri media. Noi, oltre al settimanale, abbiamo il nostro sito web: www.tribunaitaliana.com. Però sono convinto che la gente voglia ancora avere “la carta tra le mani”. Vuole leggere il giornale ogni mattina o riceverlo periodicamente a casa. Non credo che la carta sparirà subito, credo che ci vorrà ancora del tempo. Certo, bisogna portarsi avanti con il lavoro. Bisogna cercare di fare informazione utilizzando internet. La carta stampata avrà ancora del tempo a disposizione per interagire con altri media».
Valutazioni che, peraltro, riguardano da vicino ogni testata, a cominciare da quella che avete tra le mani: «Nel caso del Messaggero di sant’Antonio – conclude Basti –, che è un periodico molto curato sia dal punto di vista giornalistico sia dal punto di vista grafico, io credo che siano tanti i motivi per i quali le persone continueranno a leggerlo. Certo, se invece la qualità della testata è scadente, allora diventa difficile restare sul mercato».

Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017