Il primato della nostra cultura
MELBOURNE
È convinzione comune che la lingua è una colonna portante della «cultura» di un popolo. E anche all'estero le nicchie di italianità hanno bisogno di essere in continuazione ossigenate da un solido ed efficace insegnamento dell'italiano. In Australia, e in particolare nello Stato del Victoria, l'opera del Co.As.It., Comitato Assistenza Italiani, in questo campo si è rivelata preziosa, spesso indispensabile. L'insegnamento della lingua italiana, l'approfondimento della cultura e di specifiche conoscenze riguardanti l'arte, la musica, lo sport, la politica, le città , l'industria e l'artigianato, i paesaggi dell'Italia, ecc. trovano nell'Italian Resource Centre (Centro Italiano Risorse) del Co.As.It. di Melbourne un'inesauribile fonte di consultazioni.
Il Centro - che fa parte dei servizi offerti dal Co.As.It. nel settore culturale - organizza classi di conversazione di italiano per adulti, diurne e serali, oltre a quelle del doposcuola, e fa da supporto agli insegnanti che operano nelle scuole pubbliche e private.
«Il Centro Italiano Risorse - afferma la coordinatrice Rose Patti - dispone di una grande varietà di materiale didattico per un totale di circa 12 mila articoli tra enciclopedie, libri, giocattoli, poster, progetti e programmi linguistici, video, riviste, dischi, Cd di musica e canzoni. Praticamente non esiste aspetto della storia e della cultura italiana che non trovi nel Centro degli elementi di informazione, analisi, confronto e approfondimento. Tutto questo prezioso materiale è a disposizione degli insegnanti di italiano e degli alunni. Da aggiungere che la sede, al primo piano del 189 di Faraday Street, a Carlton (telefono 9349-9022), è elegantemente decorata con dipinti di maestri italiani, e riproduzioni di bassorilievi dell'antica Roma generosamente donati da Brunetti - il bar per eccellenza della Piccola Italia di Carlton - oltre che da stendardi e poster donati dal Melbourne Museum. Il Centro gestisce anche un piccolo servizio di vendita di libri, riviste, calendari, ecc. che possono interessare la comunità italiana».
Il direttore del Co.As.It., Giancarlo Martini-Piovano, ci narra brevemente com'è sorto il Centro Italiano Risorse e quali obiettivi si propone: «Il Centro è nato con il Co.As.It. stesso circa vent'anni fa. Occupavamo un'abitazione modesta, avevamo dei poster, qualche libro e delle videocassette. Il primo nostro progetto di una certa validità per le scuole, fu un video per trasmettere nozioni semplici arricchite da immagini di vita familiare: s'intitolava ";Oh Nonno!";. Lo scopo è chiarissimo nella sua stessa denominazione. Offriamo risorse alle scuole interessate e che hanno un accordo di collaborazione con noi. Sono oltre 500 queste scuole che pagano una quota d'iscrizione di 70 dollari australiani all'anno. È una somma simbolica ma necessaria per responsabilizzare gli insegnanti e mantenere un certo prestigio al Centro stesso».
Da dove proviene il materiale di cui dispone il Centro? «In gran parte lo acquistiamo direttamente da case editrici italiane, scelto dai cataloghi che ci inviano - afferma il direttore -. Una seconda fonte sono le Regioni Italiane o enti pubblici di servizio alla promozione della cultura italiana nel mondo. Seguiamo la trafila più semplice: scrivere, chiedere, attendere la risposta. Qualche Regione è generosa, qualcun'altra non risponde affatto. Poi abbiamo del materiale che noi stessi raccogliamo, cataloghiamo o produciamo. Ad esempio per gli alunni dell'ultimo anno delle scuole secondarie, il VCE (Victorian Certificate of Education che corrisponde alla maturità italiana), realizziamo dei fascicoli con il materiale scritto e illustrato su un tema specifico, che cambia di anno in anno, e potrebbe essere la famiglia, il lavoro, lo sport, ecc. Infine abbiamo delle pubblicazioni per bambini, prodotte in Australia, e da noi adattate all'insegnamento dell'italiano avendo ottenuto l'autorizzazione a tradurne il testo e a distribuirle».
Il Co.As.It. si muove a tutto campo nell'insegnamento dell'Italiano. Nella scuola in due direzioni: l'insegnamento inserito e quello del doposcuola. Umberto Martinengo cura i rapporti con le scuole e ce ne spiega la dinamica: «Il Co.As.It. gestisce l'insegnamento della lingua italiana in alcune scuole statali proponendo e pagando gli insegnanti di italiano, circa 80. E lo stesso sistema vale per il doposcuola con 30 insegnanti. I fondi vengono dal governo del Victoria che dona ad ogni scuola 75 dollari australiani per ogni alunno che studia una lingua straniera. Le scuole girano questa somma al Co.As.It. (per gli alunni di italiano) che paga così gli insegnanti completando il salario con i sussidi del governo italiano, tramite il Ministero degli Esteri.
«Il nostro impegno nella scuola è sempre stato costante, attivo e fortemente motivato. Dobbiamo riconoscere che anche grazie al Co.As.It., oggi l'insegnamento dell'Italiano nelle scuole del Victoria ha raggiunto una popolazione scolastica notevole. Siamo la seconda lingua studiata e parlata. Le percentuali sono ancora più eloquenti: su 800 mila alunni di ogni ordine e grado, 180 mila studiano l'italiano (100 mila alle elementari e 80 mila alle superiori). Ciò significa che circa il 23% dei ragazzi impara la lingua. È una cifra altissima se si considera che i cittadini del Victoria nati in Italia, secondo l'ultimo censimento, sono 90.056; che su 4.644.950 abitanti rappresentano il 2% della popolazione.
Vi è dunque una base molto larga di ragazzi che studiano l'italiano e questo è un segno positivo. Mentre le altre lingue europee, come il tedesco e il francese, ed anche il cinese e il giapponese, dopo un periodo di boom, perdono colpi, l'italiano si espande.
«Abbiamo investito in un settore basilare che è quello della preparazione degli insegnanti - ci dice il direttore Martini-Piovano. Negli ultimi vent'anni, ogni anno abbiamo organizzato dei corsi di aggiornamento in Italia per un gruppo di 20 insegnanti. Ciò significa che siamo riusciti ad inviare, presso l'Università di Perugia, 400 insegnanti. I corsi d'aggiornamento li abbiamo fatti anche qui a Melbourne con l'assistenza di docenti universitari fatti venire dall'Italia. Negli ultimi cinque anni abbiamo avuto gli assistenti linguistici che vengono dall'Italia - grazie ad accordi con l'Università Cattolica di Milano - e affiancano gli insegnanti locali. Cerchiamo di creare stimoli forti presso il corpo insegnante, e questo fa colpo sul governo e sui consigli d'amministrazione delle scuole che apprezzano la serietà con cui sosteniamo l'insegnamento della nostra lingua. Quest'anno il Co.As.It. ha inviato a Milano, per un soggiorno linguistico, tre studentesse di italiano e un'insegnante, Angela Francavilla, che ha ottenuto il riconoscimento di «insegnante dell'anno nelle scuole del Victoria». Questo è stato possibile grazie ad alcune borse di studio offerte dalla Regione Lombardia».
Un altro sostegno all'insegnamento dell'Italiano - sempre nell'ambito del Co.As.It - viene dal Centro Multimediale progettato e allestito per l'insegnamento dell'italiano via satellite, onde raggiungere le scuole più isolate dello Stato del Victoria, e dal laboratorio linguistico attrezzato di computer in grado di essere utilizzato contemporaneamente da almeno 30 persone.
«Negli anni Settanta, afferma ancora il direttore del Co.As.It., si insisteva sulla necessità di insegnare l'italiano ai figli degli italiani per ragioni etnico-affettive, per mantenere le tradizioni di famiglia. Oggi l'italiano è lingua ";seconda"; in Australia a tutti gli effetti. È la lingua più richiesta e studiata dalla società in genere, perché è una lingua di cultura, una lingua che piace, che interessa, che sprona la curiosità e l'amore per l'arte. Vediamo come un fatto positivo l'iscrizione di moltissimi australiani ai nostri corsi per adulti, ed è così anche per l'Istituto Italiano di Cultura, il Centro Italiano Scuola, la Società Dante Alighieri. Per l'insegnamento dell'italiano, l'Australia fa testo, ed è anche merito del Co.As.It. - conclude con una punta d'orgoglio Martini-Piovano».
Dunque esiste un fenomeno di crescita della lingua italiana in un Paese lontanissimo dall'Italia e a distanza di trent'anni dalla chiusura dell'emigrazione. È un invito a valutare positivamente tutti gli sforzi, a livello istituzionale e di volontariato, per mantenere viva la lingua di Dante.