Il ritorno del Risorto

La speranza dei cristiani e il significato della storia risiedono nell'avvento di colui che è morto ed è rinato a vita nuova per salvare l'uomo dal peccato.
01 Marzo 2002 | di

Il nostro cammino di fede, sulle orme della testimonianza profetica di Giovanni Paolo II, ci ha introdotti nelle celebrazioni della Settimana Santa e della Pasqua con spirito diverso dagli altri anni. La nostra attenzione è ancora rivolta alle tante «croci del mondo», allo stato di passione e di sofferenza che opprime popoli ed etnie in Paesi o territori ancora a rischio, alle loro attese di rinascita, dopo anni di guerra o di estrema povertà  morale e materiale.

I misteri della passione, morte e risurrezione del Signore, che riviviamo nelle celebrazioni liturgiche e nelle sacre rappresentazioni che coinvolgono le nostre comunità  in Italia e all";estero, ci offrono spunti di riflessione e suggestioni che ci portano a meditare sulle condizioni e sulle speranze dell";uomo. Cristo Gesù ha accettato di morire in croce per salvare gli uomini e per dare, con la sua risurrezione, nuove prospettive alla loro vita, liberandola dalla schiavitù del peccato e della morte. È risorto per farci risorgere. Il vangelo di Luca racconta che le donne, il mattino di Pasqua, recandosi al sepolcro con gli aromi, videro che la pietra che lo chiudeva era stata spostata. Erano impaurite e confuse, ma l";annuncio di due uomini «in vesti splendenti» le trasformarono in testimoni del Risorto: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Egli non si trova qui ma è risuscitato!». Lasciarono allora il sepolcro e con passo celere andarono a raccontare agli undici e a tutti gli altri quello che avevano visto e udito. Le apparizioni del Risorto sono un annuncio del trionfo della vita sulla morte, celebrano la trasfigurazione del suo corpo, emblema della trasformazione che il mistero della risurrezione attua nel corpo e nello spirito d";ogni uomo e del creato.

È soprattutto la liturgia della veglia pasquale che ci offre questo meraviglioso messaggio. La benedizione del fuoco, l";accensione delle candele alla fiamma del cero pasquale, il canto dell";Exultet, la proclamazione delle letture, il canto solenne dell";Alleluja, la liturgia battesimale con la rinnovazione delle promesse, sono momenti di grande intensità  spirituale che il credente, in unione intima con la sua comunità , vive nel segno della redenzione interiore e della rinascita di tutto il creato. Nel Risorto si rinnova dunque la vita d";ogni cristiano, si rimotivano le speranze e le prospettive della nostra storia.

Charles Péguy, in un celebre verso del poema Eva scriveva: «Lo spirituale è anch";esso carnale». Le apparizioni degli angeli alle donne e del Risorto a Maria Maddalena, agli apostoli e ai due discepoli di Emmaus ci coinvolgono per la familiarità  con cui egli ricompone il gruppo dei «suoi», dispersi e impauriti dopo la sua morte in croce. Essi rimangono stupiti per aver trovato la sua tomba vuota e, dopo lo sconcerto del tradimento e della sua tragica morte, quando in modo misterioso appare a loro, stentano di riconoscerlo con i loro occhi e Tommaso esige, prima di crederlo risorto, di toccare col dito il segno dei chiodi e con mano il suo costato. Gesù accetta questa sfida, addirittura mangia con gli apostoli, che ricevono così nuovi motivi e forza per riprendere il loro cammino di fede e divenire testimoni della sua risurrezione.

Come allora, anche oggi l";evento della risurrezione si fa carne, storia. Noi ci auguriamo che in un mondo in cui è urgente il bisogno di risorgere da tante situazioni di non-vita, il ritorno del Risorto, di un Dio «nascosto» che cammina sulle nostre strade per spezzare il pane con chi ha fame di giustizia, di verità  e di solidarietà , sia motivo di rinascita per tutta l";umanità . Buona Pasqua, amici, a voi e ai vostri cari!

Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017