Il Santo dipinto

Testimonianza di mons. Sabino Lattanzio

Al direttore fra Fabio Scarsato.

Rev.do fra Fabio, avendo appreso dal periodico «Messaggero di sant’Antonio» di settembre 2018 che è stato rinnovato il percorso multimediale e sensoriale «Antonius» e prossimamente aperto al pubblico, mi permetto di inviare un dipinto di sant’Antonio di Padova da me commissionato alcuni mesi fa all’artista pugliese salentino Giuseppe Afrune, che liberamente, se ritenete opportuno, potete pubblicare nel periodico menzionato o per qualsiasi altro genere di pubblicazione. Nel commissionarlo diedi all’artista di Specchia (LE) alcune indicazioni da tener conto nella realizzazione. Nell’immagine sant’Antonio doveva essere raffigurato con lineamenti mediterranei e non col volto mistico, come solitamente nel passato è stato raffigurato. Questo perché chi lo guardasse lo potesse sentire uno come noi, in quanto la santità non è un privilegio di alcuni, ma una meta che siamo chiamati tutti a raggiungere. Inoltre chiesi che sant’Antonio facesse da sfondo al Bambino Gesù. Infatti è lui a primeggiare nel dipinto, in quanto è lui il cuore del mondo e il nostro esempio di vita, così come ha sempre insegnato sant’Antonio nella sua predicazione. Gesù sembra che voglia quasi svincolarsi dalle braccia del Santo per raggiungerci. Infine, il bimbo Gesù indica con l’indice della mano sinistra il Cielo, perché è quella la nostra meta finale e tutto deve convergere a tale raggiungimento. Sant’Antonio nel sorreggere il Bambino Gesù porta con sé il libro del santo Vangelo. Questo ricorda la più antica iconografia del Santo che inizialmente veniva raffigurato appunto con in mano il santo Vangelo. Sappiamo l’amore che sant’Antonio ha portato verso le Sacre Scritture, tanto da essere chiamato «Arca Scripturae». Con il passare dei secoli il Vangelo è stato sostituito dal Bambino Gesù, quasi a voler ricordare ciò che l’apostolo ed evangelista san Giovanni ha sottolineato nel Prologo del suo Vangelo: «Il Verbo si fece carne e pose la sua tenda in mezzo a noi» (Gv 1,14). Ho voluto anche fare inserire nell’immagine il giglio per ricordare la purezza di cuore che sant’Antonio ha sempre custodito e ha additato ai fedeli, perché solo i puri di cuore vedranno Dio (cfr Mt 5,8).

Colgo l’occasione per ringraziarvi per quello che fate a vantaggio di molti nel diffondere il culto (qualificato!) verso questo grande Santo molto amato, ma ancora poco conosciuto nella sua ricchezza interiore.

 

Con stima,

mons. Sabino Lattanzio

direttore dell’Ufficio delle Cause dei Santi dell’Arcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie

Data di aggiornamento: 17 Ottobre 2018