Il Santo e la nativita
Tre simboli sono da sempre strettamente uniti alla raffigurazione di sant";Antonio: il giglio, il libro e Gesù bambino. Il giglio simbolizza la sua purezza: abbracciò lo stato religioso a quindici anni e concluse la sua vicenda terrena ad appena trentasei. Il libro ricorda la sua cultura: nei dieci anni di studio assiduo nell";Ordine dei Canonici Regolari di sant";Agostino, con la sua grande intelligenza e la sua portentosa memoria, acquistò un";eccezionale conoscenza della Sacra Scrittura, nonché delle varie scienze naturali.
Mentre il giglio e il libro sono soltanto «simboli», il Gesù in figura di bambino è una preziosa realtà : sembra che sant";Antonio sia l";unico santo ad essere rappresentato con Gesù bambino in braccio. Secondo un";antica testimonianza, che a nessun patto può essere disattesa, il Santo, pochi giorni prima della sua morte, meritò di vedere e di abbracciare Gesù, in figura di bambino. Fu quello il premio per tutto ciò che egli aveva scritto nei suoi sermoni del Natale, dell";Annunciazione, della Purificazione di Maria, ecc.
Il sermone di Natale di sant";Antonio.
«Un Bambino è nato per noi, ci è stato dato un Figlio; sulle sue spalle è stato posto il potere; e il suo nome sarà : Ammirabile, Consigliere, Dio, Forte, Padre del secolo futuro, Principe della pace» (Is 9,6). E ancora: «Ecco la Vergine concepirà e darà alla luce un Figlio, che sarà chiamato Emanuele» (Is 7,14), cioè «Dio con noi».
Questo Dio si è fatto per noi bambino, e oggi per noi è nato. Cristo ha voluto essere chiamato «bambino» per molte ragioni, ma per brevità ne illustro una sola. Se fai un";ingiuria a un bambino, se lo provochi con un insulto, se lo percuoti, ma poi gli mostri un fiore, una rosa o qualcosa del genere, e mentre gliela mostri fai l";atto di dargliela, non si ricorda più dell";ingiuria ricevuta, gli passa l";ira e corre ad abbracciarti. Così, se offendi Cristo con il peccato mortale e gli fai qualsiasi altra ingiuria, ma poi gli offri il fiore della contrizione o la rosa di una confessione bagnata dalle lacrime "; le lacrime sono il sangue dell";anima ";, egli non si ricorda più della tua offesa, perdona la colpa e corre ad abbracciarti e a baciarti. Dice infatti Ezechiele: «Se l";empio farà penitenza di tutti i peccati che ha commesso, io non mi ricorderò più di tutte le sue iniquità » (Ez 18,21.22). E Luca, parlando del figlio prodigo: «Lo vide suo padre e, mosso a pietà , gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò» (Le 15,20). E nel secondo libro dei Re si racconta che Davide accolse con benevolenza Assalonne che aveva ucciso il fratello, e lo baciò (cf. 2Re 14,33).
Oggi dunque ci è nato un Bambino. E quali vantaggi ci sono venuti dalla nascita di questo Bambino? Grandissimi vantaggi sotto ogni aspetto. Isaia dice: «Il lattante si trastullerà sulla buca dell";aspide, il bambino metterà la sua mano nel covo del regolo (serpente velenoso); non nuoceranno più e non uccideranno più in tutto il mio santo monte» (Is 11,8-9).
Sermone per la festa dell";Annunciazione della beata Vergine Maria.
Ti rendiamo grazie, Padre Santo, perché nel pieno dell";inverno, tra i più grandi freddi, ci hai elargito un tempo primaverile. Infatti nella nascita del Figlio tuo, Gesù benedetto, che si celebra in pieno inverno, nella stagione dei freddi più intensi, ci hai dato un tempo primaverile, ricolmo di ogni incanto. Oggi la Vergine, terra benedetta, ricolma della benedizione del Signore, ha partorito l";erba verdeggiante, il pascolo dei penitenti, cioè il figlio di Dio. Oggi la terra si colora con i fiori delle rose e i gigli delle convalli. Oggi gli angeli, accompagnandosi con la cetra, cantano: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli» (Lc 2,14). Oggi viene ristabilita sulla terra la tranquillità e la pace. Che vuoi di più? Tutto sorride, tutto esulta. E perciò l";angelo dice ai pastori: «Ecco, vi annunzio una grande gioia che sarà di tutto il popolo; oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un Bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia» (Lc 2,10-12).
L";angelo dice: Troverete un «infante», cioè uno che non parla (dal latino infans). In verità fu uno che non parlò perché davanti a coloro che lo tosarono, non solo, ma che lo tosarono e lo uccisero, egli restò come muto e non aprì la sua bocca (cf. Is 53,7).
Troverete dunque un infante. Sì, «infante», colui che ora tace, quasi fingendo di ignorare i peccati degli uomini; e poiché non manda il castigo, i peccatori credono ch";egli non veda. Per questo il Signore si lamenta per bocca di Isaia: «Hai mancato di fede e non ti sei ricordato di me e non hai riflettuto nel tuo cuore: perché io tacevo come se non vedessi, ti sei scordato di me. Io farò conoscere la tua (falsa) giustizia» (Is 57,11), e ti retribuirò secondo le tue opere (cf. Pro 24,29), delle quali opere aggiunge: «E le tue opere non ti saranno di alcun vantaggio» (Is 57,12).
Troverete un infante. Ahimè, ahimè! Non «chi non parla», ma chi abbaia, chi detrae, chi mormora, chi à dula io trovo, ovunque mi volga. E tu dici: «Troverete un infante»? Io trovo chi parla, chi leva la sua bocca fino al cielo e con la sua lingua percorre la terra (cf. Sal 72,9); trovo cioè chi, nella sua maldicenza non risparmia né il giusto né il peccatore. Trovo chi parla, chi chiama bene il male e male il bene, chi cambia le tenebre in luce e la luce in tenebre, l";amaro in dolce e il dolce in amaro (cf. Is 5,20).
Nella quinta domenica dopo Pasqua, il Santo esorta tutti ad interporre questo Bambino tra noi peccatori e il Padre celeste.
Facciamo come la donna che ha un bambino piccolo: quando il marito adirato vuole percuoterla, essa, tenendo il bambino tra le braccia, lo mette davanti all";uomo dicendo: Percuoti questo, colpisci questo! Il bambino, con le lacrime agli occhi, soffre insieme con la madre. Invece il padre, che si sente sconvolgere le viscere per le lacrime del figlio che ama immensamente, a motivo del figlio perdona alla moglie. Così anche noi, a Dio Padre adirato per i nostri peccati, offriamo il figlio suo Gesù Cristo nel sacramento dell";altare come patto della nostra riconciliazione; e Dio Padre, se non per riguardo a noi, certo per riguardo al suo Figlio diletto, allontani da noi i giusti flagelli che abbiamo meritato e ci perdoni ricordando le sue lacrime, le sue sofferenze e la sua passione.
Di questo immenso dono che il Padre ha fatto agli uomini, dando suo Figlio per la nostra salvezza,
il Santo rivolge un commosso ringraziamento alla divina Madre.
Ti preghiamo, quindi, o nostra Signora, alma Madre di Dio: in questa festa del Natale del tuo Figlio, che hai generato restando vergine, che hai avvolto in panni, che hai deposto nella mangiatoia, ottienici da lui il perdono, risana le ustioni della nostra anima, che ci siamo procurati con il fuoco del peccato; risanale con il balsamo della tua misericordia, per mezzo della quale meritiamo di giungere al gaudio dell";eterna festa. Ce lo conceda colui che oggi si è degnato di nascere da te, o Vergine gloriosa, e al quale è onore e gloria per tutti i secoli dei secoli. Amen.