IL SANTO E LA PAROLA

Antonio svolse il suo compito con grande slancio, richiamando le radici della parola di Dio, riproponendo, vivendole lui stesso, le urgenze più radicali del Vangelo.
01 Febbraio 1997 | di

Nel calendario della devozione antoniana la festa del 15 febbraio è la seconda per importanza. Essa ricorda la traslazione delle spoglie mortali di sant`€™Antonio dalla cappellina di Santa Maria Mater Domini, in una nuova tomba all`€™interno della basilica appena innalzata. Nell`€™occasione, verificando lo stato di conservazione del corpo del Santo, si scoprì che mentre tutto si era naturalmente decomposto, la lingua era rimasta prodigiosamente intatta.

Nella festa, però, a prevalere, più che la ricorrenza storica è il significato legato a quella prodigiosa sopravvivenza. La lingua intatta sottolinea la caratteristica saliente di Antonio, l`€™essere stato, cioè, un appassionato e instancabile annunciatore della parola di Dio, in un momento storico religiosamente non molto esaltante: vi era tanta ignoranza a quel tempo, e corruzione dilagante fin nella gerarchia ecclesiastica tanto da offrire l`€™immagine di una chiesa alla deriva.

Antonio si fece missionario del Vangelo per le strade e le piazze dell`€™Italia del Nord e difensore dell`€™ortodossia in quelle della Francia meridionale, devastata dall`€™eresia: un compito svolto con grande slancio, richiamando le radici della parola di Dio, riproponendo, vivendole lui stesso, le urgenze più radicali del Vangelo. Vediamo nei Sermones con quanta forza invita tutti alla conversione del cuore, alla riconciliazione (le lotte furibonde erano all`€™ordine del giorno), a riempire di contenuti e di valori la vita, a rinunciare al peccato, all`€™egoismo, all`€™ingordigia per chinarsi con generosità  e giustizia sugli umili, sui poveri, sulle vittime della tracotanza dei potenti.

Antonio, per la limpidezza e la radicalità  del suo messaggio, per la sua intensa testimonianza, è attualissimo, da proporsi a modello di apostolo anche per i nostri tempi, i quali, mutate ovviamente talune condizioni, non sono molto dissimili da quelli in cui visse il Santo: almeno nell`€™egoismo, nell`€™indifferenza, nel vuoto di valori, nello scarso amore per la vita, nella litigiosità  a tutti i livelli.

Non siamo, certo, per fortuna, come ai tempi di Antonio, di fronte a una chiesa alla deriva. Anzi, la chiesa è tra le poche istituzioni, nella caduta di ideologie e illusioni, cui la gente guarda ancora con fiducia, ritenendola in grado di immettere nel mondo un nuovo fermento di vita e di speranza. È per questo che Giovanni Paolo II ha lanciato il giubileo per il Duemila. Un evento su cui subito, in buona o mala fede, qualcuno ha equivocato a tal punto che molta gente ha finito con l`€™associare il giubileo a superstrade, alberghi, sottopassi, metropolitane, affari e intrallazzi...

I servizi sono necessari, ma il giubileo è tutt`€™altra cosa, ha tutt`€™altro spessore e altri fini: è una occasione straordinaria per riscoprire le radici e le ragioni della nostra fede; per convertirci all`€™essenziale, all`€™accettazione cordiale degli altri; per ritrovare il piacere dell`€™onestà , dell`€™amore per la vita; per superare, riconciliandoci, il muro di divisione che mai forse è stato in tempi recenti così spesso.

Un momento importante, dunque, il giubileo. Ad esso il papa ci invita a prepararci seguendo un percorso di riflessione, di impegno che ci porti a riscoprire Gesù Cristo salvatore ed evangelizzatore e rinvigorire la nostra fede in lui, ad accogliere il dono dello Spirito Santo per sostenere la nostra speranza e, infine, a camminare verso il Padre per ravvivare la carità  e promuovere la civiltà  dell`€™amore e la solidarietà . Un cammino impegnativo che noi, a partire da aprile, vi aiuteremo a percorrere passo passo con un progetto semplice e ambizioso che, partendo dalle nostre domande e dalle nostre attese, ci aiuti a ritrovare in Gesù Cristo le ragioni della nostra fede, la risposta alle nostre inquietudini, che non cesseranno di essere tali, ma saranno proiettate in una dimensione diversa, della speranza e dell`€™amore; ci aiuteranno a riempire i vuoti di ideali che spesso rendono meschina la nostra vita e gettano i giovani più fragili nelle spire schiavizzanti della droga o in quelle dei giochi stupidi che portano alle morti del sabato sera o a gettare sassi dai cavalcavia delle austostrade.

Questa attenzione ai messaggi non superficiali, alle cose che aiutano a formare uomini cristianamente adulti e consapevoli, è sempre stata una caratteristica della nostra rivista, che si ispira all`€™insegnamento e alla vita del Santo. Lo sarà  ancora di più, unitamente all`€™impegno di dare sempre più voce e risalto a fatti e a personaggi, di un certo spessore e di una certa importanza, di cui nessuno parla perché non interessano a chi nei mezzi di comunicazione, e quindi nelle cose che succedono, vede solo l`€™'affare'. Sant`€™Antonio ci aiuti. E la vostra simpatia e attenzione, amici lettori, ci seguano sempre.

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017