IL TRENTENNALE DI "SICILIA MONDO"

Il movimento dei siciliani all’estero invoca un progetto politico organico, capace di rispondere alle istanze delle prime generazioni e degli orindi.
03 Febbraio 1998 | di

Dal 5 al 7 dicembre, in occasione del trentennale di fondazione dell'associazione 'Sicilia Mondo', si è tenuto a Catania, nel complesso 'Le Ciminiere', un interessante convegno sul tema: 'La forza dell'identità  e le sfide del terzo millennio'. Hanno partecipato oltre cento presidenti e membri di associazioni siciliane che operano in ogni continente, il presidente della provincia di Catania, Nello Musumeci, l'europarlamentare Giovanni Burtone, il deputato regionale Sebastiano Sanzarello, e l'onorevole Dino De Poli, presidente dell'Utrim, Unione triveneti nel mondo, e della Fondazione Cassamarca. Dagli interventi, è emersa la consapevolezza che stiamo vivendo un momento storico in cui lidentità  è uno dei problemi più sentiti dagli italiani all'estero. E' solo con una forte identità , radicata nella cultura delle loro radici, che essi possono affrontare i rischi dell'attuale processo di globalizzazione. Durante il convegno abbiamo rivolto all'avvocato Domenico Azzia alcune domande sulla storia ma soprattutto sulle prospettive dell'associazione di cui è presidente e fondatore.

Msa. Quali sono state le motivazioni che l'hanno spinta, nel lontano 1967, a fondare l'associazione ?

Azzia. Le mie scelte di vita di allora, come quelle di oggi, trovavano ispirazione nella dottrina sociale della Chiesa. Allora, facevo parte della corrente progressista della Democrazia Cristiana, e avendo conosciuto l'onorevole Franco Verga, mi entusiasmai all'idea di lavorare per gli emigrati. In quegli anni, molti siciliani raggiungevano le città  industriali del Nord Italia per trovare un lavoro, ma spesso tra questi lavoratori e le loro famiglie si creava un distacco impressionante. Attratto dall'esigenza sociale e morale di aiutare questa fascia debole di persone, nacque allora la 'Catanesi nel mondo', con lo scopo di mantenere il collegamento tra le famiglie e gli emigrati che andavano a lavorare nel continente.

Che sviluppo ha avuto l'associazione in questi trent'anni?

Si è trasformata da semplice associazione assistenziale ad associazione promozionale. In concomitanza con la diminuzione della domanda di forza lavoro da parte delle imprese del Nord Italia, ebbe incremento la grande emigrazione verso i Paesi europei e d'oltreoceano. Questo fatto richiese la trasformazione delle associazioni provinciali siciliane, sorte per mantenere il collegamento con le famiglie e i lavoratori siciliani del Nord Italia. I flussi migratori nei paesi d'Europa e d'oltreoceano fecero emergere altre esigenze e la necessità  di programmare nuove iniziative per rispondere adeguatamente ai bisogni degli 872mila siciliani con passaporto, e dei cinque o sei milioni di oriundi sparsi nei cinque continenti. Maturò così anche per noi, negli anni Ottanta, la decisione di estendere il nostro raggio d'azione dalla provincia di Catania a tutta l'isola: nacque in questo modo 'Sicilia mondo'.

Quali proposte e contenuti sono emersi nel corso dei lavori del convegno?

Il convegno è nato dalla base, dal desiderio degli oltre cento presidenti di associazioni siciliane, di incontrarsi per approfondire la reciproca conoscenza e l'interscambio di esperienze, e di proporre un gemellaggio e un 'patto di amicizia' delle associazioni tra di loro e con la presidenza centrale. I trentennale era un'occasione molto propizia per mettere a fuoco la verifica delle nostre associazioni, tentate di esaurirsi per mancanza di vitalità , di idee e progetti. A livello centrale, avevamo notato questa crisi e avevamo cercato di aiutarle con una serie di iniziative, come la 'Giornata dei siciliani nel mondo', la 'Giornata della donna', che hanno avuto largo successo e creato una rete di corrispondenza attraverso i giornali. Riflettendo però sui cambiamenti che ci stanno coinvolgendo in un mondo che diventa sempre più piccolo: come la mondializzazione delle società  e l'incremento delle comunicazioni attraverso i nuovi strumenti multimediali, abbiamo pensato di impostare una nuova strategia operativa per le nostre associazioni, che devono divenire delle centrali operative, intercomunicanti tra di loro. Ci siamo anche accorti che c'è molta interdipendenza tra senso di appartenenza, valori, identità , bisogno di cultura e business, interpretato, però, non solo come occasione per creare profitto e denaro, ma come strumento di collegamento e di aggregazione.

Ci sono milioni di uomini e di donne di origine siciliana nel mondo, che interagiscono senza conoscersi. Ma se alla base della loro interazione vi è la comune identità  e le comuni radici, il discorso diventa diverso. Il business, risvegliando la necessità  della lingua e della ricerca delle origini, diventa uno strumento insuperabile per la promozione della cultura italiana.

In che modo avete raggiunto questi obiettivi ?

Abbiamo proposto un'associazionismo collegato con il volontariato. Gli avvenimenti di questi ultimi anni ci insegnano che con la caduta delle ideologie sono venuti meno anche i partiti e le vecchie strutture. Ai partiti si stanno sostituendo i corpi intermedi della società , cioè le associazioni. Noi abbiamo voluto dare alle nostre associazioni la caratteristica di soggetti sociali che interagiscono, intermediano, intervengono e fanno delle proposte anche alle istituzioni. In alcuni Paesi con forte presenza italiana e siciliana abbiamo proposto di stipulare dei protocolli di intesa e di collaborazione - alcuni firmati dal presidente della regione Sicilia - tra Istituzioni siciliane e responsabili di settori economici, culturali e di mass media. E' stato un modo moderno per veicolare l'azione delle associazioni e i risultati sono stati positivi, soprattutto nei Paesi dove esse hanno saputo valorizzare e coinvolgere la risorsa del volontariato'.

Queste nuove prospettive sono state approfondite nel convegno di Catania?

La proposta che le associazioni diventino dei punti di riferimento affidabili per le istituzioni italiane, è stata accolta con interesse. Alcuni interventi hanno approfondito cosa significhi per un'associazione regionale interagire nel campo della cultura, dell'informazione e nel settore degli scambi economici. Qualche presidente aveva infatti già  iniziato questo tipo di attività , avendo capito che si apriva per la sua associazione una porta nuova. Siamo veramente davanti a un'epoca nuova per le associazioni perché, come soggetti sociali preminenti, possono aiutare la Sicilia a uscire dal tunnel delle difficoltà  in cui si trova, imboccando la via della crescita economica, e offrendo un lavoro alle nuove generazioni. Il documento del convegno sottolinea altre proposte concrete: lo studio e la realizzazione di un progetto politico che consenta ai giovani, discendenti dei nostri siciliani all'estero, di organizzare entro il Duemila, attraverso una struttura leggera e di facile collegamento, il primo convegno mondiale dei giovani; l'impegno dell'associazione a livello politico, sociale e nel settore dell'informazione per l'acquisizione del diritto di voto per i cittadini italiani fuori d'Italia, per la legge quadro Stato-Regioni in materia di migrazioni, per la donna in emigrazione e per il rilancio della Consulta della regione siciliana dell'emigrazione e dell'immigrazione, con un nuovo stile di coinvolgimento e di lavoro che valorizzi le associazioni e le comunità  siciliane all'estero.

Che cosa si attendono gli italiani residenti nel mondo dalle associazioni sorte in Italia per assistere gli emigrati ?

Le associazioni nazionali, sorte dopo il secondo dopoguerra, erano collegate con i partiti politici, e la crisi dei partiti si trasferì anche alle associazioni di cui erano referenti. Le associazioni regionali, grazie alla presenza del volontariato continuano il loro ruolo perché l'italiano all'estero rimane sempre legato alla regione d'origine. Si sente italiano, ma nella sua italianità , i sentimenti e i ricordi più forti sono quelli che lo rapportano ai parenti, ai luoghi e al paese d'origine o a quello dei suoi cari. Per le associazioni nazionali, l'unica possibilità  di riacquistare identità  e ruolo, è di scegliere come ambiti operativi i temi unificanti del diritto di voto all'estero, dell'estensione del riacquisto della doppia cittadinanza, della promozione della cultura e della lingua italiana: temi che possono essere validi per le prime ma anche per le seconde e terze generazioni. E' , però, innanzi tutto la cultura il veicolo che può salvare l'associazionismo nazionale.

Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017