Innamorato del «Messaggero di sant’Antonio»

Testimonianza di Franco da Cervinara (Avellino)

Carissimo direttore, vorrei avere il grande piacere di condividere con il gran numero di lettori del «Messaggero di sant’Antonio» questa mia riflessione che sto accarezzando/coltivando da un pezzo. Credo che nella mia vita io abbia avuto due grandi amori, che custodisco gelosamente nella parte più amena del mio cuore. Il primo amore. Sono fortemente innamorato del «Messaggero di sant’Antonio» da tempo immemore. Infatti ho ereditato l’abbonamento alla rivista dalla buonanima di mia nonna nell’anno 1958. Ricordo vividamente che, successivamente al 1958, la rivista mi perveniva a Horsham, West Sussex, Inghilterra, fino a quando non ritornai in Italia, a Casoria (Napoli) e infine a Cervinara (Avellino), dove ora risiedo stabilmente. Il «Messaggero di sant’Antonio» mi ha formato e insegnato ad amare secondo il Vangelo. Mi ha accompagnato nei momenti più bui e importanti della vita. Posso dire, senza retorica alcuna o piaggeria, che le mie preghiere/richieste di aiuto, nei momenti di bisogno, sono state quasi sempre ascoltate dal Taumaturgo. E per tutto ciò non posso non essere grato al grande Santo dei miracoli.

Per quanto riguarda invece la rivista, gli articoli vengono da me «vivisezionati» per il loro interesse socio-culturale-spirituale. I miei quaderni e agende sono stracolmi di appunti, articoli, citazioni e quant’altro di interessante. Ho sposato mia moglie Fernanda nel lontano 1972. Erano tempi burrascosi, non avevamo quasi nulla. Andammo ad abitare con mia mamma a Napoli, dove ero impiegato come interprete-traduttore (lingua inglese) presso il Consolato Generale della Liberia. Abbiamo fatto grossi sacrifici per sbarcare il lunario. Mia moglie faceva la sarta per raggranellare qualche spicciolo. Il nostro rapporto coniugale è stato sempre vivo, nonostante le difficoltà quotidiane. Nel 1989 abbiamo adottato due splendide bambine brasiliane: di 2 anni e mezzo e 4 anni. I vari direttori che si sono succeduti alla guida della rivista hanno scandito i ritmi della mia vita personale e anche professionale. Anche oggi, pur veleggiando verso i 78 anni, l’attaccamento a questo Giornale non è scemato, anzi è accresciuto, quasi diventato «morboso». E sono estremamente felice di questo grande «cadeau» che il Signore mi ha fatto. Vorrei tanto che questa mia passione per il «Messaggero di sant’Antonio», a cui tengo in modo viscerale, venisse trasmessa anche a tanti altri lettori che hanno voglia di letture sane, intelligenti, sagge ed  educative sotto tutti gli aspetti dello scibile.

Il secondo amore. É stata mia moglie Fernanda, con la quale ho festeggiato il 50esimo anniversario di matrimonio il 29 aprile 2022. Abbiamo trascorso una vita insieme vivendo un’altalena di periodi con momenti belli, ma anche bui, tutto dovuto alle inevitabili asperità che si presentano, che comunque abbiamo superato insieme, cercando sempre di trovare soluzioni e convergenze in decisioni condivise, per tutte le cose importanti. In una parola, ci siamo sempre trovati d’amore e d’accordo grazie alla fede in Dio e la devozione a sant’Antonio. É una grande donna e speciale madre di famiglia. Un vero esempio di valori morali, altruista, buona e pulita nell’anima, paziente, sempre pronta a perdonare. Ringrazio il Signore per avermi messo a fianco una persona intelligente, diligente, fiduciosa delle sue forze e soprattutto ottima educatrice delle nostre figlie e nipoti. La sua bella e altera presenza mi è stata di grande ausilio nel mare magnum di una società ormai disumanizzata dove i valori sono diventati disvalori. Una linfa che ha alimentato il tessuto della nostra famiglia. Posso dire, senza essere ridondante, che siamo stati due corpi e una sola anima… due cuori e un solo battito… due luci un solo colore… due persone in un unico amore. Vi ringrazio ad infinitum per la vostra cortese accoglienza e Vi  porgo i miei più cordiali e affettuosi saluti.

Franco - Cervinara (Avellino)

Data di aggiornamento: 10 Settembre 2024