Insegniamo l’italiano al mondo

Nelle parole del presidente della Commissione per la Promozione della lingua e della cultura italiana, le iniziative per l’America latina, il ruolo della diplomazia preventiva, e il progetto Global compact.
01 Gennaio 2003 | di

Msa. Onorevole Baccini, lei è rientrato da poco dall";America Latina: un";area a cui dedica da tempo grande attenzione per quanto riguarda la possibilità  di rilancio delle economie locali, in particolare in Argentina, in Uruguay e Venezuela. Che situazione ha trovato laggiù e che prospettive vede?

Baccini. Ho trovato un";area geografica che guarda all";Italia con l";attenzione non di un Paese amico, ma «fratello». La mia presenza come rappresentante del governo italiano con delega per l";America latina, ha avuto lo scopo di aiutare sotto tre aspetti fondamentali l";Argentina, in primis, e subito dopo l";Uruguay e il Venezuela. Sul piano politico, la nostra prima iniziativa aiuta l";Argentina affinché possa raggiungere da una parte l";accordo con il Fondo monetario internazionale per rimettere in moto l";economia ed evitare che il Paese possa, a causa di uno scollamento internazionale, prendere strade nazionalistiche che porterebbero ad una disperata situazione sociale. Il secondo intervento intende innestare con i nostri crediti d";aiuto l";economia, le piccole e medie imprese argentine e italo-argentine. Infatti, solo scongiurando la loro chiusura a causa della crisi si può dare speranza a Paese. Il primo stanziamento è stato di 75 milioni di euro per il sostegno alle piccole e medie imprese, e altri 25 a sostegno di infrastrutture sanitarie. Altri interventi sono stati collegati a progetti mirati con le organizzazioni non governative, a favore delle fasce più deboli della popolazione. Un";altra operazione importante è stata la fondazione di «Italia lavoro» "; una società  del nostro Ministero del Lavoro "; per organizzare, con alcuni organismi internazionali, sei centri strategici di formazione e lavoro nelle province argentine. Infine, un altro consistente contributo è stato devoluto a un fondo con la Croce rossa internazionale in aiuto ai bambini che stanno morendo per mancanza di cibo.

Crede che l";Italia debba impegnarsi di più per favorire il sostegno economico e finanziario di quei Paesi dell";America Latina in cui è più forte la presenza di nostri connazionali? E in che modo?

Sono convinto che le iniziative che stiamo attuando per rimettere in moto il circuito economico, sono tese a favorire una qualità  della vita migliore per tanti nostri connazionali. I progetti che stiamo portando avanti sono a sostegno delle piccole e medie imprese e intendono favorire l";occupazione, che è una delle maggiori attese dei connazionali residenti in Argentina. In Uruguay stiamo riaprendo la cooperazione per lo sviluppo, un atto politico molto importante che ci consente di sostenere la comunità  italiana che vive anche in situazioni drammatiche. Potremo fare molto di più, ma il fatto che l";Italia sia l";unico Paese che sta tentando di dare una mano politica e operativa, è segno dell";interesse del governo italiano per i nostri connazionali.

La vittoria elettorale del presidente Lula in Brasile ha creato grande euforia. Ritiene che Lula possa rappresentare una svolta per il Paese sudamericano? E come s";impegnerà  l";Italia per stringere accordi di cooperazione?

Nutriamo la forte speranza che il presidente Lula possa rispondere alle grandi aspettative che si sono create con la sua elezione. Come italiani siamo pronti a dare una mano perché questo possa avvenire. I rapporti con il Brasile sono eccellenti, non solo per la forte presenza di comunità  italiane, ma soprattutto per i forti interessi che l";Italia ha in quel Paese. Con la mia presenza al Ministero degli Esteri, le azioni di cooperazione si sono rafforzate in progetti "; eletti a rango di primi progetti a livello internazionale "; come il risanamento delle favelas a Salvador de Bahia. La visita in Brasile fatta con il presidente della Camera, Casini, ha promosso un nuovo finanziamento che toglierà  tante famiglie dall";indigenza assoluta e dall";assenza di qualsiasi forma di speranza. Altre iniziative di cooperazione che ho promosso assieme all";Ambasciata d";Italia a Brasilia, è l";apertura a Rio de Janeiro di due «Case Dia», intestate a De Gasperi: fondi italiani per assistere bambini handicappati di ragazze madri. A sostegno poi delle comunità  italiane dell";America latina, assieme alla Banca Interamericana di Sviluppo, ho aperto un fondo per il sostegno delle microimprese che con microcrediti aiuterà  tante piccole imprese a non soccombere nell";attuale crisi economica. Questo fondo sarà  intitolata a don Sturzo. Ci auguriamo che il presidente Lula possa rimettere in piedi il Mercosur, grazie a rapporti più forti con l";Italia e l";Europa. Infine, tenendo presente che l";Italia assumerà , nel secondo semestre del 2003, la presidenza di turno dell";Unione europea, ci auguriamo che i rapporti con il Mercosur siano rafforzati soprattutto sul piano degli scambi commerciali. L";America latina non ha bisogno di elemosine ma di poter vendere le proprie materie prime.

Lei ha parlato in più occasioni del ruolo della «diplomazia preventiva», legata non ad un concetto di assistenza bensì ad aiuti offerti a Paesi in stato di necessità  affinché non divengano territori di reclutamento della manovalanza per conflitti armati. Quali possono essere, con la cancellazione dei debiti esteri, i propositi e le iniziative per favorire in questi Paesi lo sviluppo di processi di riconversione che puntino su cultura e formazione?

La diplomazia preventiva esprime un aspetto importante dell";azione strategico-politica che stiamo sperimentando nell";area dell";America latina perché ci consente d";intervenire prima che i conflitti avvengano. Lo strumento della cooperazione allo sviluppo, molto efficace; la cancellazione del debito e la riconversione del debito in progetti sociali, ci consentono di sostenere Paesi dove le democrazie sono ancora «giovani», quindi deboli, evitando guerre civili o un facile trasferimento di manovalanza verso la criminalità  organizzata e il terrorismo. Oserei dire che dove c";è l";Italia non c";è guerra, c";è invece solidarietà , cooperazione tra Paesi. La nostra diplomazia preventiva ha già  ottenuto dei risultati: in Bolivia, abbiamo cancellato il debito con accordi in base ai quali i soldi dei debiti cancellati non siano impiegati nell";acquisto di armi. Abbiamo riconvertito il debito in Perù, investendo i soldi che l";Italia si aspettava, in progetti sociali e di innalzamento del tasso di scolarità  nel Paese. La nostra linea politica è quella di aiutare popoli e nazioni a sconfiggere la povertà  e l";ignoranza, rifuggendo le situazioni di conflitto.

Lei ha lanciato il progetto «Global compact». Vuole parlarci di questa iniziativa: premesse, finalità , linee di sviluppo?

È uno dei progetti programmati dall";Onu, finanziato dall";Italia per far conoscere al mondo quali sono le aziende che producono senza sfruttare minori, anziani e donne. Nei Paesi in via di sviluppo ci sono decine di migliaia di bambini che lavorano senza percepire nemmeno un dollaro al giorno. Vogliamo sensibilizzare l";opinione pubblica, riconoscendo alle grandi imprese o alle multinazionali che aderiranno, la certificazione d";idoneità  che il loro prodotto non è legato a situazioni di sfruttamento.

Lei ha seguito l";organizzazione della Settimana della lingua e della cultura italiana nel mondo: una manifestazione accolta ovunque con entusiasmo e calore. Che risonanza ha avuto all";estero e quali iniziative avete in cantiere?

La risonanza è stata eccezionale perché l";amore per l";Italia e la sua lingua è una cosa che nemmeno noi pensavamo d";avere. Tra l";altro sono stato assieme ad Arturo Diaconale, direttore de L";Opinione, autore di un libro dal titolo Immagine e identità  degli italiani. Come ci vedono gli stranieri, che è un censimento dei nostri Istituti di Cultura con alcune riflessioni su questa iniziativa politica. La lingua italiana è lo strumento per chi ama la cultura e il bello. Noi possiamo insegnare nel mondo che l";italianità  è un modo di vivere, di pensare, di vestire e di mangiare: una qualità  della vita che possiamo trasferire nel mondo assieme alla nostra cultura, al nostro modo di essere. La Settimana della lingua e della cultura italiana s";incastra con un progetto «tematico» in cui ogni anno viene sottolineata un";eccellenza italiana. L";anno scorso è stato l";anno della moda e del design; quest";anno sarà  l";anno tematico delle culture e delle specificità  regionali. L";obiettivo è che tutti gli Istituti italiani di cultura nel mondo e le nostre ambasciate, tramite il supporto della nostra cultura, rendano visibile un";Italia che non è più quella degli spaghetti, ma dei grandi cervelli, della grande tecnologia: l";Italia cioè dell";italianità .

Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017