Inserto speciale. 25 anni dello Spirito di Assisi.
Otto secoli dopo l’inizio della sua avventura spirituale, san Francesco continua ad avere un particolare feeling con gli uomini e le donne in cerca di Dio e della sua pace. Nella città del Poverello si incrociano pellegrini di ogni fede o di nessuna fede che in un’atmosfera del tutto particolare si mettono in ascolto dello Spirito. E questo soprattutto da quando, il 27 ottobre 1986, si è tenuto in Assisi il primo incontro interreligioso di preghiera per la pace.
Un giovanile e sorridente Giovanni Paolo II, attorniato da ebrei e musulmani, buddisti e animisti, è un’icona che si è impressa profondamente negli occhi e nella mente della generazione del postconcilio, sicuramente uno dei vertici di questa stagione ancora in corso e per alcuni in parziale declino. Quelli erano infatti gli anni dello slancio in avanti, in cui si assaporavano i primi frutti del dialogo con le grandi religioni, la primavera dopo il disgelo.
Era forse più facile vedere, dell’altro-credente, il lato migliore, il positivo da condividere, e sognare cammini comuni per il futuro.
Una giornata memorabile
Lo Spirito di Assisi, che ha reso quel 27 ottobre un giorno memorabile nel calendario religioso dell’umanità, è stato perpetuato per venticinque anni in città e nazioni diverse.
Lungo o breve che sia, si è trattato di un tempo insieme di grande fecondità e problematicità: non sono mancate guerre e violenze, come nei Balcani, e neppure accelerazioni della storia, come a partire dalla drammatica data dell’11 settembre.
Il mondo si è rimescolato e ora cerca di lasciarsi alle spalle una prostrante crisi economica.
Le religioni hanno forse una maggiore responsabilità rispetto al passato, e comunque la pace è ancora da invocare e da costruire.
Ecco il perché di questo inserto realizzato dalle redazioni di «Jesus», il mensile di informazione religiosa edito dai Paolini, e del «Messaggero di sant’Antonio», mensile antoniano e perciò francescano. Insieme abbiamo concordato sul fatto che l’evento di Assisi 1986 andava rivisitato, commemorato e riproposto, per ravvivare uno spirito contagioso in grado di indicare nell’oggi sentieri di pace.
All'interno del dossier contributi di: Luigi Accattoli, Roger Etchegaray, Pietro Messa, Andrea Riccardi, Domenico Sorrentino, Brunetto Salvarani, Antonio Maria Vegliò, Leonardo Becchetti, Luis Infant de la Mora, Mario Marazziti, Giulio Albanese, Armando Matteo, Nacéra Benali, Francesco Jori, Guido Dotti.