Insieme anche nel business

Il presidente della Repubblica, Ciampi: fate in modo che il vostro impegno continui ad essere un fattore di progresso, di relazioni di pace e di amicizia fra i popoli.
17 Novembre 2003 | di

ROMA
C";è un";Italia che vive e che produce ricchezza oltre i propri confini, una realtà  variegata, più diffusa di quanto comunemente si creda, e meno conosciuta di quanto sarebbe necessario. Un tentativo commendevole di valorizzare e di accrescere i rapporti di quest";«altra Italia» con la madrepatria è venuto dal Primo Convegno degli imprenditori italiani all";estero, promosso a Roma, nella sede della Fao, dal Ministero per gli Italiani nel mondo.     
L";evento, organizzato con la collaborazione delle Camere di Commercio italiane all";estero e sotto l";alto patronato del presidente della Repubblica italiana, Carlo Azeglio Ciampi, ha voluto rappresentare un primo approccio per offrire agli imprenditori italiani residenti all";estero - giunti in oltre 150 da Europa e Africa, America del Nord e America Latina, Asia e Oceania - una preziosa occasione di confronto e scambio d";esperienze con alcuni fra i più importanti imprenditori italiani residenti in Italia, oltre che con personalità  del mondo accademico, politico e dell";informazione.
Ricevendo al Quirinale una delegazione di partecipanti al convegno accompagnata dal ministro Mirko Tremaglia, il presidente Ciampi ha sottolineato in due «raccomandazioni» le aspettative per questo sempre più fecondo rapporto: investire in Italia e usare l";euro.  «Adoperatevi per il consolidamento dei legami fra l";Italia e il Paese in cui operate. Privilegiate ove possibile i rapporti con aziende italiane. Investite in Italia», ha detto il capo dello Stato, invitando altresì gli imprenditori italiani nel mondo a pretendere che le loro operazioni siano effettuate nella moneta unica dell";Europa che conta una popolazione complessiva di oltre 300 milioni di abitanti e circa il 16% dell";intero Prodotto interno lordo mondiale. A persone per loro stessa natura concentrate sugli aspetti economici degli scambi mondiali, Ciampi ha ricordato che l";euro va visto e valutato non solo dal punto di vista strettamente economico e finanziario ma anche politico: «Non c";è dubbio che l";euro è un successo politico enorme, uno dei successi più importanti della costruzione comunitaria "; ha detto il presidente "; in quanto punto di non ritorno dell";integrazione europea, passo decisivo e straordinario strumento per l";affermazione dell";economia europea nel mondo».
Ma parlando agli imprenditori italiani all";estero, Ciampi non ha voluto limitarsi ai temi economici: ha infatti invitato quanti considera come rappresentanti nel mondo della capacità  e della civiltà  italiana, ad «aiutare le giovani generazioni a non dimenticare l";Italia», esortando a collaborare alla diffusione della lingua italiana e a sostenere le iniziative culturali all";estero «dalle biblioteche alle scuole». Ai convegnisti venuti a confrontarsi in madrepatria, Ciampi ha rammentato che «le virtù mostrate da voi e dai vostri avi sono essenziali ancora oggi: nella vita pubblica e privata di una società  moderna, che non deve mai ignorare la duplice dimensione, materiale e spirituale, del progresso; nel rafforzamento della vocazione imprenditoriale; nella coerenza dell";azione di governo; nell";individuazione delle misure che accrescano la competitività  dell";economia».

Lo Sportello Italia
La convinzione che non può esserci una proiezione internazionale del made in Italy senza un rafforzamento del legame con le nostre comunità  imprenditoriali che vanno aiutate a mettere radici sempre più salde all";estero, è stata espressa da Tremaglia e riproposta un po"; in tutti gli interventi al convegno. Non sono, peraltro, mancate polemiche sul merito del sostegno italiano ai connazionali all";estero. Da un lato i rappresentanti governativi hanno rivendicato le possibilità  consentite dallo Sportello Italia, esempio pilota di come strutture che spesso svolgono «missioni parallele, ma non   coincidenti», quali le reti diplomatiche e l";Istituto per il Commercio con l";estero, Ice, possono operare in sinergia. Oltre a ciò, il ministro degli Esteri, Franco Frattini, intervenendo al convegno, ha annunciato altresì la prossima costituzione di una Fondazione a sostegno della promozione dei prodotti e della cultura nel mondo. Di contro, l";opposizione del centrosinistra ha sottolineato che i tagli di bilancio operati dalla Finanziaria (la legge che definisce entrate e spese annuali dello Stato) colpiscono in maniera massiccia, tra le altre categorie, proprio gli italiani all";estero soprattutto per quello che riguarda l";assistenza. Nel giro di un anno i fondi per l";assistenza sono stati dimezzati, passando dai 23.427.879 euro del 2003, divenuti 20.727.879 euro in fase di assestamento, ai 13.427.789 euro previsti per il 2004.        
Tutti riconoscono come questione centrale quella del radicamento dell";imprenditoria italiana all";estero, per contrastare la volatilità  degli investimenti, la tendenza ad entrare con facilità  in un mercato, ma ad uscirne altrettanto facilmente. Meno di un terzo delle imprese italiane che esportano, hanno infatti la capacità  di radicarsi nel Paese in cui operano. Progetti governativi sono allo studio, ma lo stesso Tremaglia ha ricordato che occorre molto lavoro per far capire l";importanza «di utilizzare tutte le forze che abbiamo sul campo, come i mezzi d";informazione, gli Istituti italiani di cultura, le Camere di Commercio all";estero, l";Istituto per il Commercio con l";estero, per cercare di collegare gli italiani nel mondo con gli italiani in Italia, per contribuire non solo a mantenere saldi i rapporti e il senso d";appartenenza dei connazionali alla madre patria, ma anche per verificare le potenzialità  della promozione congiunta di nuove iniziative di collaborazione economico-commerciale tra il nostro Paese e l";altra Italia».

Nuovi rapporti di cooperazione
Il convegno è servito a porre domande importanti e ad ipotizzare linee future di comportamento su questioni cruciali. Ma l";incontro di Roma è stato anche il modo di tributare un riconoscimento doveroso, da parte dell";Italia, a quei connazionali che sono riusciti ad esportare tratti e prerogative proprie della cultura, della lingua, della creatività  italiana. «Oggi gli italiani all";estero "; ha ricordato Tremaglia "; rappresentano una risorsa e una ricchezza per l";Italia perché contribuiscono, con il loro operato, alla crescita economica del nostro Paese». «L";affetto e l";attaccamento alle radici di un imprenditore italiano si comprendono quando all";estero riesce a conquistare il mercato economico lavorando solo ed esclusivamente con un prodotto acquistato in Italia», ha detto Franco Narducci, segretario del Consiglio generale degli italiani all";estero (Cgie).
Oggi lo scenario economico italiano è caratterizzato da una scarsa competitività  internazionale che rende difficile il processo di attrazione di investimenti sia esteri sia nazionali, e per questo motivo, come ha ammonito lo stesso Narducci, «bisogna mettere in moto la macchina del sistema Italia e lo Sportello Italia, che ha tre funzioni fondamentali per le imprese: informarle, assisterle ed incentivarle ad investire nel mondo per rafforzare la competitività  del mercato italiano. Gli imprenditori italiani residenti all";estero rappresentano i veri protagonisti dello Sportello Italia perché sono loro i portatori del made in Italy nel mondo. Attraverso il loro lavoro, infatti, si valorizzano e s";intensificano i rapporti di cooperazione e collaborazione fra le due Italie».

Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017