Internet: minaccia o sfida

A colloquio con Gino Roncaglia, docente dell’Istituto di scienze umane dell’Università della Tuscia. La nascita di Internet, il suo sviluppo e le sue applicazioni, rischi compresi.
06 Giugno 2000 | di

L'avvento di Internet ha reso concreta la celebre immagine del mondo come «villaggio globale»: grazie a un personal computer e a un modem che lo allaccia alla rete telefonica, ognuno di noi si trova al centro di un mondo virtuale popolato da centinaia di milioni di persone. Anche specifici modelli di cellulari e di televisori ci collegano a Internet. Il mondo, così, si riduce a villaggio: cadono le barriere del tempo e dello spazio, le informazioni viaggiano a velocità  inimmaginabili e le persone si scambiano messaggi in tempo reale. Internet cresce in continuazione e non conosce fusi orari, vive 24 ore su 24, avvolge l'intero pianeta con una forza connettiva che non ha riscontri nella storia della comunicazione: virtualmente, ogni computer è un giornale, una banca dati, un'impresa editoriale. E questo cambia abitudini consolidate, antiche convinzioni, valori considerati acquisiti da tempo. La «rivoluzione digitale» sta cambiando tutti gli aspetti della nostra vita quotidiana.
Ne parliamo con il professor Gino Roncaglia, docente presso l'Istituto di scienze umane dell'Università  della Tuscia, uno dei quattro autori del celebre Internet 2000. Manuale per l'uso della rete della Laterza (giunto all'edizione 2000). Assieme a Fabio Ciotti, ha scritto anche il saggio Il mondo digitale, edito di recente ancora dalla Laterza.
Msa. La più esatta definizione di Internet?
Roncaglia
. Spesso si definisce Internet semplicemente come una immensa rete di computer collegati fra loro. Questa definizione è certo corretta, ma può nascondere l'elemento fondamentale: il fatto cioè che dietro ai computer vi sono delle persone, che utilizzano la rete per comunicare e per reperire informazioni. Per questo, alla definizione di Internet come rete di computer è bene aggiungere che Internet è uno strumento di comunicazione, in grado di utilizzare le tecnologie informatiche e telematiche per garantire la circolazione di ogni genere di informazione fra centinaia di milioni di utenti, sparsi in ogni angolo del globo. Non solo. Internet è anche un immenso deposito di informazioni. Una specie di colossale biblioteca internazionale, che contiene non solo libri - e non solo testo scritto - ma, ancora una volta, anche suoni, immagini, filmati. E tutti questi materiali sono collegati fra loro attraverso un gran numero di percorsi possibili.
A quando risale la nascita di Internet?
Alla fine degli anni '60, in America. Nel 1966 Bob Taylor, caposezione nell'Advanced Research Projects Agency (Arpa), l'agenzia del Dipartimento alla difesa incaricata di elaborare progetti di ricerca nel campo delle tecnologie innovative, propose il finanziamento di un progetto che permettesse di collegare fra loro i computer dei vari laboratori e centri universitari di ricerca legati all'agenzia. La proposta fu approvata e Taylor chiamò un giovane ricercatore, Larry Roberts, per occuparsene. Nell'autunno del 1969 il progetto diventò operativo, attraverso il primo collegamento fra i due computer del centro di ricerca di Stanford e quello della Università  della California. È questa, dunque, la vera data di nascita di Internet, anche se all'epoca il suo nome era Arpanet.
Negli anni successivi Arpanet si sviluppò, dapprima fra i computer di pochi laboratori, e coinvolgendo man mano l'intera comunità  statunitense della ricerca. Un passo decisivo si ebbe nel 1973, quando Vinton Cerf e Bob Kahn svilupparono una serie di convenzioni di comunicazione fra i computer particolarmente funzionali ed efficienti: il cosiddetto «protocollo Tcp/Ip», sul quale continua a basarsi il funzionamento della rete.
Nel 1983 l'amministrazione militare, per motivi di sicurezza, decise di dividere l'originaria Arpanet in due tronconi: uno militare (Milnet) e uno di ricerca. È quest'ultimo troncone che diventerà  la vera e propria rete Internet. Ma perché Internet potesse trasformarsi in uno strumento di comunicazione veramente universale mancava ancora un passaggio: un meccanismo semplice e immediato per distribuire, collegare e visualizzare l'informazione inserita in rete.
Questo strumento è World Wide Web, la popolarissima ragnatela mondiale di pagine colorate ed accattivanti: nasce nel 1993 nei laboratori del Cern di Ginevra, ad opera di Tim Berners Lee. Grazie a World Wide Web, Internet diventa un fenomeno globale, utilizzato da milioni e milioni di utenti, non solo per comunicare e reperire informazioni, ma anche per fare acquisti, controllare il proprio conto in banca, prenotare un viaggio o il biglietto di un concerto.
Quanti sono gli utenti della rete?
È molto difficile dirlo, perché Internet funziona in maniera assolutamente decentrata, senza un «governo centrale» che controlli e tenga traccia di tutti gli utenti o di tutti i computer collegati. In ogni caso, una stima abbastanza attendibile fornisce per il febbraio 2000 la cifra globale di circa 260 milioni di utenti, circa la metà  dei quali negli Stati Uniti. Dei circa 70 milioni di utenti europei, gli italiani sarebbero 8 o 9 milioni (molti dei quali, tuttavia, utenti solo occasionali). Il numero di nodi di rete (host) era valutato nel gennaio 2000 in circa 72 milioni, circa 660 mila dei quali in Italia. Ma solo una minoranza di questi host ospita dei siti web: altri sono dedicati alla posta elettronica, al trasferimento dei file, o alla pura navigazione. Infine, il numero di pagine: si calcola (ma qui le stime attendibili sono ancor più difficili) che nel gennaio 2000 su scala globale tale numero abbia abbondantemente superato il miliardo.
Per molti la rete è solo una minaccia: per la privacy, per la difesa del diritto d'autore, per la tutela dei minori&
Penso che sia molto più produttivo pensare in termini di «problemi» piuttosto che in termini di «minacce». Certo, Internet pone problemi (e in certi casi vere e proprie sfide) rispetto a tutti i temi citati. Problemi assai diversi, ai quali dovranno essere date risposte diverse: uno studio accurato e normative nazionali e internazionali, particolarmente attente, per quello che riguarda la questione della privacy; un ripensamento complessivo del concetto di diritto d'autore, che nella sua forma attuale sembra inadeguato a funzionare in ambito telematico continuando a garantire quello che della tutela dei diritti d'autore è forse l'aspetto più importante, e cioè l'interesse dell'autore stesso non solo a godere dei frutti economici di un'opera di ingegno da lui prodotta, ma anche a favorirne la massima circolazione (un aspetto, quest'ultimo, che non sempre le case editrici sembrano tenere nella giusta considerazione); lo studio di forme di tutela dei minori che navigano in rete. In tutti questi casi, però, l'aspetto principale è a mio avviso quello della formazione e della responsabilizzazione individuale. Il primo passo per trovare soluzioni a questi problemi è insomma quello di capirne adeguatamente le caratteristiche; altrimenti, si corre il rischio della demonizzazione indiscriminata. Un rischio che si tradurrebbe in una grossa sconfitta: culturale, e non solo culturale.
Quali saranno le più vistose conseguenze psicologiche e sociali della diffusione della rete?
È difficile dare una risposta univoca, perché credo che questa non dipenda solo dalle tecnologie, ma anche direi soprattutto - dalle scelte culturali e sociali che faremo utilizzandole. Internet è uno strumento di comunicazione: aspettarsi (come spesso si pensa) che produca necessariamente un effetto di isolamento del singolo è dunque un po' paradossale. Abbiamo molto chiaro, ad esempio, che gli ambienti virtuali tendono sempre più ad essere ambienti condivisi, piuttosto che ambienti chiusi nei quali «incapsulare» utenti incapaci di comunicare fra loro. Ciò non toglie che un rischio di «perdita di contatto» con la realtà  vi possa essere. Va detto, però, che per molti versi la realtà  stessa, la nostra percezione della realtà , è frutto di un'operazione di costruzione culturale. Noi, insomma, «costruiamo mondi» molto più spesso di quanto non ci accada di pensare, e certo non solamente quando costruiamo un ambiente di realtà  virtuale. Ma la scelta su come esercitare questo potere di «costruzione di mondi» è nelle nostre mani.
Sul piano sociale, e politico, penso che Internet e le reti telematiche possano essere strumenti preziosi di informazione e di discussione, ma a una condizione precisa: quella di evitare l'idea, a mio avviso pericolosissima, secondo cui la partecipazione diretta attraverso le reti faccia venir meno la necessità  della mediazione politica. Il contemperare opinioni e posizioni diverse e il principio della rappresentanza sono strumenti politici preziosi che abbiamo elaborato faticosamente nel corso di secoli: l'idea di sostituirvi una sorta di «sondaggio permanente» attraverso la rete avrebbe a mio avviso effetti disastrosi.
Quali sono le linee di tendenza dello sviluppo di Internet?
Lo sviluppo più importante che possiamo attenderci a breve scadenza è il notevole aumento della «banda passante» a disposizione del singolo utente per il collegamento alla rete - in sostanza, l'aumento della portata dei «rubinetti» che ci collegano a Internet.
Questo sviluppo, identificato dal termine inglese broadband (banda larga), consentirà  di ricevere attraverso Internet, con una qualità  assai migliore di quella attuale, suoni e filmati, che sono i contenuti informativi più penalizzati dall'attuale collegamento a «banda stretta» via modem. In sostanza, diventerà  possibile la «televisione di rete», che però non avrà  la stessa natura della tv che conosciamo: servizi come il video on demand (che permette di pagare solo i programmi richiesti) diventeranno assai più facili di quanto non sia possibile, ad esempio, attraverso la tv satellitare, e sarà  possibile affiancare alle immagini testi e note di corredo che potranno guidare la nostra navigazione attraverso veri e propri «ipertesti filmati». Una prospettiva che modificherà  notevolmente, per fare solo qualche esempio, l'uso di Internet per la formazione e l''istruzione a distanza, ma anche la costruzione e il funzionamento dei siti di commercio elettronico.

   
   
L A TERZA ETà€ ENTRA IN RETE                 

Internet apre alla terza età  grazie a Golem, il sito multimediale e interattivo del Giornale Radio Rai. («La Rete è per i vecchi, i giovani hanno già  la vita!» è il motto con il quale i curatori del sito hanno offerto alle persone anziane la possibilità  di comunicare tra di loro all'interno di un Forum. Un'idea originale, per certi versi controcorrente: quello che apparentemente sembra uno scontro tra due culture distanti anni luce (la terza età  e il computer) diventa invece un binomio che apre prospettive impensabili fino a poco tempo fa. «Molti anziani spiega Gianluca Nicoletti, autore di Golem - una volta capito il meccanismo, si stanno divertendo a trovare quelle occasioni di dialogo e incontro che altrimenti è più difficile trovare».
Come nasce il progetto di questo Forum?
L'idea nasce dalla constatazione che esiste un'intensa attività  in rete da parte di donne e uomini che non possiamo considerare più giovanissimi. Il nostro lavoro ha accertato che le rete, secondo questa fascia di persone, rappresenta principalmente uno straordinario mezzo per uscire dall'emarginazione cui la nostra società  destina gli anziani e dal pregiudizio con il quale li giudica quasi del tutto inutili.
Qual è la molla che può spingere le persone anziane, «culturalmente lontane» dal computer, ad avvicinarsi a Internet?
Direi l'orgoglio di potersi riappropriare dell'immenso valore relativo alla propria esperienza di vita, che comunemente, e troppo superficialmente, viene disprezzata dalla cultura giovanile. Ma soprattutto conta il poterlo fare senza subire lo scherno di chi considera l'anziano solo «merce avariata». A tutto questo, poi, si aggiunge il divertimento di confrontarsi on-line coi ragazzi «più saputelli», senza però rivelare (cosa possibile in rete) la propria identità .
Quello della solitudine può essere il fattore principale che spinge un anziano a dialogare in rete?
Certamente navigare in Internet costituisce una soluzione attiva e produttiva per sfuggire la solitudine, ma è anche una concreta possibilità  di dimostrare che il cervello può rimanere «sveglio» anche quando il fisico comincia ad accusare qualche defaillance . E nelle cultura attuale, che privilegia lo splendore fisico e l'eterna giovinezza, questo non è poco.

 

   
   
CLICCATE E TROVERETE            

C 'è posto per D io nel cyberspazio?   

«D digitando la parola 'Dio' in una ricerca con Netscape appaiono  circa 600 mila risposte; Yahoo! propone più di 700 mila siti dedicati alla  religione e alla spiritualità ; Catholic-Usa.com contiene 3.884 link cattolici attivi - ha affermato suor Angela Ann Zukowski, dell'Università  di Dayton, Stati Uniti, nel corso del recente convegno «Chiesa in rete. Nuove tecnologie e pastorale», organizzato ad Assisi dall'Ufficio Cei per le Comunicazioni Sociali e dal Servizio informatico Si-Cei - . E siamo solo agli inizi». «Stiamo affrontando una rivoluzione che è paragonabile a quella avvenuta con la scoperta della stampa - ha proseguito suor Zukowski - , e se la Chiesa non vuole restare indietro deve considerare lo spazio       virtuale come una nuova frontiera missionaria, capace di ricreare una sorta di Pentecoste dell'era virtuale». Suor Angela, con i suoi 30 anni di esperienza nell'insegnamento a distanza, ha già  saputo sfruttare in modo ampio le potenzialità  offerte dalla rete: ha creato, infatti, le «Comunità  virtuali di apprendimento per la formazione alla fede», una serie di mini corsi interattivi via rete su temi religiosi, dalla sacra Scrittura alla pastorale telematica, frequentati fino ad ora da oltre quattromila persone       (www.udayton.edu/~ipi).
Anche in Italia qualcosa si sta muovendo, benché il nostro paese sia in forte ritardo rispetto al mondo anglosassone: i siti cattolici sono oltre 2600 (fonte siticattolici.it -  marzo 2000). E fra questi figurano anche mailing list, forum, newsgroup e chat, come quella legata al sito puntogiovane.org, gestita da animatori di pastorale giovanile della parrocchia di San Lorenzo a Riccione. «Abbiamo cominciato creando un 'punto Internet' parrocchiale, dotato di tre computer - racconta il coordinatore del progetto don Franco Mastrolonardo - , ma per raggiungere i giovani ci voleva qualcos'altro: così è nata una vera e propria chat legata al sito, operativa ogni giorno dalle 20.30 alle 23.30». «Un'esperienza estremamente positiva - sottolinea Laura, una delle animatrici - perché nella realtà  virtuale c'è vera comunicazione, le persone si svelano così come sono».
La rete rappresenta dunque una sfida che la Chiesa deve cogliere, pena il rischio di escludere dal suo messaggio una fetta sempre più ampia della popolazione, non solo giovanile. A riguardo, in occasione del convegno di Assisi, monsignor John Patrick Foley, presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni sociali, ha voluto lanciare un messaggio di speranza: «Se è vero che i produttori delle autostrade telematiche si stanno alleando con i produttori di contenuto - ha affermato - , la Chiesa può offrire il contenuto migliore in assoluto: la Parola e il messaggio di Cristo». Vale a dire: «Non abbiate paura!», nemmeno di Internet.

                                                                                                                                   Sabina  Fadel

 


   
   
PER SAPERNE DI PIà™      

Ricerche on line for Dummies, Reva Bash, Apogeo, Milano 1998, pagg. 380, lire 36.000. Un manuale che aiuta a scoprire come fare ricerche su Internet e adattarle alle proprie esigenze di lavoro, studio e tempo libero.
Lo stile del Web
Franco Carlini, Einaudi. Torino 1999, pagg. 193, lire 22.000. Parole e immagini nella comunicazione di rete, un nuovo modo di fare e leggere libri.

 

   
 
Tra e-mail e  chat-line
Un mondo di opportunità 
     

Tanta parte del successo di Internet è dovuta alla posta elettronica, alle chat-line e ai news group. Che cosa sono? Come funzionano?
Ne parliamo con Fabio Ciotti, collaboratore del Centro di ricerca informatica e letteratura dell'Università  «La Sapienza» di Roma.
Ciotti. Sono strumenti di comunicazione personale su Internet. Consentono, cioè, a un singolo utente di comunicare, mediante messaggi scritti, con uno o più altri utenti. In un certo senso sono la versione «virtuale» di modalità  comunicative che utilizziamo anche nel mondo «reale». Infatti, la posta elettronica concettualmente non si differenzia dalla posta tradizionale.
Ovviamente i messaggi scambiati tramite e-mail sono digitali, viaggiano attraverso la rete, e vanno redatti e consultati mediante un apposito programma. Questi messaggi vengono raccolti in una sorta di casella postale elettronica, a cui è associato un indirizzo unico per ciascun utente: i sistemi che gestiscono la posta smistano così i messaggi ai rispettivi destinatari. I newsgroup, o gruppi di discussione, invece, possono essere assimilati a una bacheca, sulla quale chiunque può inserire e leggere messaggi.
Diversamente dalla posta, i messaggi di queste bacheche sono pubblici, e chiunque può accedervi. Le bacheche elettroniche disponibili su Internet sono decine di migliaia, ognuna dedicata a un particolare argomento. Chi è interessato a un certo tema può collegarsi al programma che gestisce i gruppi di discussione, e partecipare a una specie di dibattito epistolare collettivo.
Le chat-line, infine, sono uno strumento che permette di comunicare in tempo reale sulla rete (to chat, infatti, significa «chiacchierare»). Un sistema di chat è uno spazio «virtuale», suddiviso in stanze (che nel gergo vengono dette «canali»), in cui diversi utenti possono dialogare.
Secondo lei, Internet ha «rilanciato» le relazioni umane?
Su questo tema si è sviluppato un intenso dibattito tra gli studiosi della comunicazione on-line. Alcuni sostengono che gli strumenti di comunicazione digitali sono le basi di una nuova forma del vivere       sociale, la «comunità  virtuale». In queste comunità  il legame sociale sarebbe solidale e disinteressato perché fondato sulla comunanza intellettuale e non sugli interessi materiali o sulla vicinanza       territoriale.
Inoltre la comunicazione digitale permette di prescindere da quelle differenze di censo, razza, aspetto o genere che tanta importanza hanno nella «vita reale». Non si può tacere, tuttavia,  l'altro lato della medaglia. Infatti, se è vero che la comunicazione di rete è, almeno in teoria, egualitaria, è altrettanto vero che l'uso degli strumenti richiede ancora oggi un certa competenza e disponibilità  economica.
Il rischio insomma è che la soglia dell'esclusione si collochi alle porte di accesso di questo dorato mondo virtuale. Inoltre, la natura immateriale delle relazioni di rete tende a far pensare che ciò che si fa e si dice on-li-ne non ha conseguenze, che in fondo basta spengere il computer per cancellare tutto. E non a caso molti navigatori assumono identità  fittizie. Così si corre il rischio di trasformare la comunicazione in una sorta di recita in cui viene meno il senso di responsabilità  verso l'altro. E questo potrebbe avere conseguenze negative sulla nostre capacità  relazionali nel mondo reale, dove, per fortuna, passiamo ancora gran parte della nostra esistenza.
Che cosa si intende per «commercio elettronico»? Come funziona?
Si intende la compravendita di beni e servizi mediata da strumenti telematici. In genere le transazioni si basano su siti web su cui vengono collocati cataloghi interattivi. Il compratore navigatore può accedere a questi cataloghi e scegliere i prodotti che lo interessano. Per procedere all'acquisto, la procedura è abbastanza semplice e automatica. Con un click su un apposito pulsante si arriva a un modulo di ordine, in cui vengono richiesti i dati personali, l'indirizzo e le modalità  di pagamento. Attualmente il mezzo di pagamento più utilizzato è la carta di credito, il cui numero viene inviato direttamente on-line. A questo punto i beni acquistati vengono recapitati a domicilio, a meno che non si tratti di beni virtuali, distribuibili on-line. 
Sotto molti punti vista il commercio elettronico è la naturale evoluzione della vendita per corrispondenza, aggiornata ai tempi di Internet. Ma la diffusione e la pervasività  della rete danno a questo fenomeno una dimensione rivoluzionaria. Infatti, la distribuzione telematica permette a ogni operatore economico, con piccoli investimenti, di affacciarsi sul mercato internazionale, e i costi di circolazione delle merci sono assai minori. Parallelamente i consumatori possono muoversi in un mercato più aperto e competitivo.

   
   

P ICCOLO GLOSSARIO 

(da: Calvo, Ciotti, Roncaglia, Zela, Internet 2000. Manuale per l'uso della rete, Laterza)     

Browser  : programma per la visualizzazione dei documenti multimediali che costituiscono il World Wide Web. I due browser più diffusi tra gli utenti della rete sono «Internet Explorer» e «Netscape».
Chat  : sistema di comunicazione in tempo reale che permette a più utenti di scambiarsi brevi messaggi scritti, emulando una conversazione o chiacchierata.
Hacker  : nell'accezione originale erano gli esperti di computer e i programmatori provetti, che talvolta si divertivano a ficcare il naso nei computer altrui, con una sorta di codice deontologico che proibiva di fare danni. Nel corso degli anni il termine è stato progressivamente usato per indicare i pirati informatici veri e propri.
Ipertesto : sistema di organizzazione di informazioni testuali basato su una struttura non sequenziale in cui ogni unità  informativa è collegata ad altre mediante uno o più link.
Link : collegamento ipertestuale fra unità  informative su supporto digitale.
Mailing list  : lista di utenti interessati allo scambio di informazioni su un argomento comune,       utilizzando la posta elettronica. Ogni messaggio spedito alla lista viene distribuito automaticamente a tutti gli utenti che ne fanno parte.      
Motore di ricerca: programma in grado di indicizzare automaticamente le informazioni e di rendere possibili ricerche da parte degli utenti sulla relativa base di dati.
Portale :sito Internet che offre una «porta d'ingresso» alla rete ricca di servizi per gli utenti, link , notizie di attualità , strumenti di ricerca, proponendosi come guida e pagina di partenza per la navigazione sul  web.
Sito  : termine generale con il quale si indica un insieme di pagine web  a cui responsabilità  autoriale o editoriale è attribuita ad un unico soggetto singolo o collettivo.
Streaming audio e video: tecnologie  che permettono la trasmissione continua e progressiva di flussi di informazione audio e video, consentendo la realizzazione di vere e proprie «stazioni trasmittenti» in tempo reale su Internet.
Tcp/Ip  : l'insieme di protocolli che stanno alla base di Internet e che consentono lo scambio di dati tra i computer in rete.
Virus  : programma in grado di danneggiare i dati e le applicazioni di un computer.
Vrml  : linguaggio utilizzato per la creazione di oggetti e ambienti tridimensionali su Internet.
Www (World Wide Web) enorme e multiforme collezione di documenti multimediali organizzata in una struttura ipertestuale distribuita su milioni di  host Internet (= computer connessi alla rete in modo       permanente).

 

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017