Internet: minaccia o sfida
L'avvento di Internet ha reso concreta la celebre immagine del mondo come «villaggio globale»: grazie a un personal computer e a un modem che lo allaccia alla rete telefonica, ognuno di noi si trova al centro di un mondo virtuale popolato da centinaia di milioni di persone. Anche specifici modelli di cellulari e di televisori ci collegano a Internet. Il mondo, così, si riduce a villaggio: cadono le barriere del tempo e dello spazio, le informazioni viaggiano a velocità inimmaginabili e le persone si scambiano messaggi in tempo reale. Internet cresce in continuazione e non conosce fusi orari, vive 24 ore su 24, avvolge l'intero pianeta con una forza connettiva che non ha riscontri nella storia della comunicazione: virtualmente, ogni computer è un giornale, una banca dati, un'impresa editoriale. E questo cambia abitudini consolidate, antiche convinzioni, valori considerati acquisiti da tempo. La «rivoluzione digitale» sta cambiando tutti gli aspetti della nostra vita quotidiana.
Ne parliamo con il professor Gino Roncaglia, docente presso l'Istituto di scienze umane dell'Università della Tuscia, uno dei quattro autori del celebre Internet 2000. Manuale per l'uso della rete della Laterza (giunto all'edizione 2000). Assieme a Fabio Ciotti, ha scritto anche il saggio Il mondo digitale, edito di recente ancora dalla Laterza.
Msa. La più esatta definizione di Internet?
Roncaglia . Spesso si definisce Internet semplicemente come una immensa rete di computer collegati fra loro. Questa definizione è certo corretta, ma può nascondere l'elemento fondamentale: il fatto cioè che dietro ai computer vi sono delle persone, che utilizzano la rete per comunicare e per reperire informazioni. Per questo, alla definizione di Internet come rete di computer è bene aggiungere che Internet è uno strumento di comunicazione, in grado di utilizzare le tecnologie informatiche e telematiche per garantire la circolazione di ogni genere di informazione fra centinaia di milioni di utenti, sparsi in ogni angolo del globo. Non solo. Internet è anche un immenso deposito di informazioni. Una specie di colossale biblioteca internazionale, che contiene non solo libri - e non solo testo scritto - ma, ancora una volta, anche suoni, immagini, filmati. E tutti questi materiali sono collegati fra loro attraverso un gran numero di percorsi possibili.
A quando risale la nascita di Internet?
Alla fine degli anni '60, in America. Nel 1966 Bob Taylor, caposezione nell'Advanced Research Projects Agency (Arpa), l'agenzia del Dipartimento alla difesa incaricata di elaborare progetti di ricerca nel campo delle tecnologie innovative, propose il finanziamento di un progetto che permettesse di collegare fra loro i computer dei vari laboratori e centri universitari di ricerca legati all'agenzia. La proposta fu approvata e Taylor chiamò un giovane ricercatore, Larry Roberts, per occuparsene. Nell'autunno del 1969 il progetto diventò operativo, attraverso il primo collegamento fra i due computer del centro di ricerca di Stanford e quello della Università della California. È questa, dunque, la vera data di nascita di Internet, anche se all'epoca il suo nome era Arpanet.
Negli anni successivi Arpanet si sviluppò, dapprima fra i computer di pochi laboratori, e coinvolgendo man mano l'intera comunità statunitense della ricerca. Un passo decisivo si ebbe nel 1973, quando Vinton Cerf e Bob Kahn svilupparono una serie di convenzioni di comunicazione fra i computer particolarmente funzionali ed efficienti: il cosiddetto «protocollo Tcp/Ip», sul quale continua a basarsi il funzionamento della rete.
Nel 1983 l'amministrazione militare, per motivi di sicurezza, decise di dividere l'originaria Arpanet in due tronconi: uno militare (Milnet) e uno di ricerca. È quest'ultimo troncone che diventerà la vera e propria rete Internet. Ma perché Internet potesse trasformarsi in uno strumento di comunicazione veramente universale mancava ancora un passaggio: un meccanismo semplice e immediato per distribuire, collegare e visualizzare l'informazione inserita in rete.
Questo strumento è World Wide Web, la popolarissima ragnatela mondiale di pagine colorate ed accattivanti: nasce nel 1993 nei laboratori del Cern di Ginevra, ad opera di Tim Berners Lee. Grazie a World Wide Web, Internet diventa un fenomeno globale, utilizzato da milioni e milioni di utenti, non solo per comunicare e reperire informazioni, ma anche per fare acquisti, controllare il proprio conto in banca, prenotare un viaggio o il biglietto di un concerto.
Quanti sono gli utenti della rete?
È molto difficile dirlo, perché Internet funziona in maniera assolutamente decentrata, senza un «governo centrale» che controlli e tenga traccia di tutti gli utenti o di tutti i computer collegati. In ogni caso, una stima abbastanza attendibile fornisce per il febbraio 2000 la cifra globale di circa 260 milioni di utenti, circa la metà dei quali negli Stati Uniti. Dei circa 70 milioni di utenti europei, gli italiani sarebbero 8 o 9 milioni (molti dei quali, tuttavia, utenti solo occasionali). Il numero di nodi di rete (host) era valutato nel gennaio 2000 in circa 72 milioni, circa 660 mila dei quali in Italia. Ma solo una minoranza di questi host ospita dei siti web: altri sono dedicati alla posta elettronica, al trasferimento dei file, o alla pura navigazione. Infine, il numero di pagine: si calcola (ma qui le stime attendibili sono ancor più difficili) che nel gennaio 2000 su scala globale tale numero abbia abbondantemente superato il miliardo.
Per molti la rete è solo una minaccia: per la privacy, per la difesa del diritto d'autore, per la tutela dei minori&
Penso che sia molto più produttivo pensare in termini di «problemi» piuttosto che in termini di «minacce». Certo, Internet pone problemi (e in certi casi vere e proprie sfide) rispetto a tutti i temi citati. Problemi assai diversi, ai quali dovranno essere date risposte diverse: uno studio accurato e normative nazionali e internazionali, particolarmente attente, per quello che riguarda la questione della privacy; un ripensamento complessivo del concetto di diritto d'autore, che nella sua forma attuale sembra inadeguato a funzionare in ambito telematico continuando a garantire quello che della tutela dei diritti d'autore è forse l'aspetto più importante, e cioè l'interesse dell'autore stesso non solo a godere dei frutti economici di un'opera di ingegno da lui prodotta, ma anche a favorirne la massima circolazione (un aspetto, quest'ultimo, che non sempre le case editrici sembrano tenere nella giusta considerazione); lo studio di forme di tutela dei minori che navigano in rete. In tutti questi casi, però, l'aspetto principale è a mio avviso quello della formazione e della responsabilizzazione individuale. Il primo passo per trovare soluzioni a questi problemi è insomma quello di capirne adeguatamente le caratteristiche; altrimenti, si corre il rischio della demonizzazione indiscriminata. Un rischio che si tradurrebbe in una grossa sconfitta: culturale, e non solo culturale.
Quali saranno le più vistose conseguenze psicologiche e sociali della diffusione della rete?
È difficile dare una risposta univoca, perché credo che questa non dipenda solo dalle tecnologie, ma anche direi soprattutto - dalle scelte culturali e sociali che faremo utilizzandole. Internet è uno strumento di comunicazione: aspettarsi (come spesso si pensa) che produca necessariamente un effetto di isolamento del singolo è dunque un po' paradossale. Abbiamo molto chiaro, ad esempio, che gli ambienti virtuali tendono sempre più ad essere ambienti condivisi, piuttosto che ambienti chiusi nei quali «incapsulare» utenti incapaci di comunicare fra loro. Ciò non toglie che un rischio di «perdita di contatto» con la realtà vi possa essere. Va detto, però, che per molti versi la realtà stessa, la nostra percezione della realtà , è frutto di un'operazione di costruzione culturale. Noi, insomma, «costruiamo mondi» molto più spesso di quanto non ci accada di pensare, e certo non solamente quando costruiamo un ambiente di realtà virtuale. Ma la scelta su come esercitare questo potere di «costruzione di mondi» è nelle nostre mani.
Sul piano sociale, e politico, penso che Internet e le reti telematiche possano essere strumenti preziosi di informazione e di discussione, ma a una condizione precisa: quella di evitare l'idea, a mio avviso pericolosissima, secondo cui la partecipazione diretta attraverso le reti faccia venir meno la necessità della mediazione politica. Il contemperare opinioni e posizioni diverse e il principio della rappresentanza sono strumenti politici preziosi che abbiamo elaborato faticosamente nel corso di secoli: l'idea di sostituirvi una sorta di «sondaggio permanente» attraverso la rete avrebbe a mio avviso effetti disastrosi.
Quali sono le linee di tendenza dello sviluppo di Internet?
Lo sviluppo più importante che possiamo attenderci a breve scadenza è il notevole aumento della «banda passante» a disposizione del singolo utente per il collegamento alla rete - in sostanza, l'aumento della portata dei «rubinetti» che ci collegano a Internet.
Questo sviluppo, identificato dal termine inglese broadband (banda larga), consentirà di ricevere attraverso Internet, con una qualità assai migliore di quella attuale, suoni e filmati, che sono i contenuti informativi più penalizzati dall'attuale collegamento a «banda stretta» via modem. In sostanza, diventerà possibile la «televisione di rete», che però non avrà la stessa natura della tv che conosciamo: servizi come il video on demand (che permette di pagare solo i programmi richiesti) diventeranno assai più facili di quanto non sia possibile, ad esempio, attraverso la tv satellitare, e sarà possibile affiancare alle immagini testi e note di corredo che potranno guidare la nostra navigazione attraverso veri e propri «ipertesti filmati». Una prospettiva che modificherà notevolmente, per fare solo qualche esempio, l'uso di Internet per la formazione e l''istruzione a distanza, ma anche la costruzione e il funzionamento dei siti di commercio elettronico.
L A TERZA ETà ENTRA IN RETE
Internet apre alla terza età grazie a Golem, il sito multimediale e interattivo del Giornale Radio Rai. («La Rete è per i vecchi, i giovani hanno già la vita!» è il motto con il quale i curatori del sito hanno offerto alle persone anziane la possibilità di comunicare tra di loro all'interno di un Forum. Un'idea originale, per certi versi controcorrente: quello che apparentemente sembra uno scontro tra due culture distanti anni luce (la terza età e il computer) diventa invece un binomio che apre prospettive impensabili fino a poco tempo fa. «Molti anziani spiega Gianluca Nicoletti, autore di Golem - una volta capito il meccanismo, si stanno divertendo a trovare quelle occasioni di dialogo e incontro che altrimenti è più difficile trovare». |
CLICCATE E TROVERETE
C 'è posto per D io nel cyberspazio? «D digitando la parola 'Dio' in una ricerca con Netscape appaiono circa 600 mila risposte; Yahoo! propone più di 700 mila siti dedicati alla religione e alla spiritualità ; Catholic-Usa.com contiene 3.884 link cattolici attivi - ha affermato suor Angela Ann Zukowski, dell'Università di Dayton, Stati Uniti, nel corso del recente convegno «Chiesa in rete. Nuove tecnologie e pastorale», organizzato ad Assisi dall'Ufficio Cei per le Comunicazioni Sociali e dal Servizio informatico Si-Cei - . E siamo solo agli inizi». «Stiamo affrontando una rivoluzione che è paragonabile a quella avvenuta con la scoperta della stampa - ha proseguito suor Zukowski - , e se la Chiesa non vuole restare indietro deve considerare lo spazio virtuale come una nuova frontiera missionaria, capace di ricreare una sorta di Pentecoste dell'era virtuale». Suor Angela, con i suoi 30 anni di esperienza nell'insegnamento a distanza, ha già saputo sfruttare in modo ampio le potenzialità offerte dalla rete: ha creato, infatti, le «Comunità virtuali di apprendimento per la formazione alla fede», una serie di mini corsi interattivi via rete su temi religiosi, dalla sacra Scrittura alla pastorale telematica, frequentati fino ad ora da oltre quattromila persone (www.udayton.edu/~ipi). Sabina Fadel |
Ricerche on line for Dummies, Reva Bash, Apogeo, Milano 1998, pagg. 380, lire 36.000. Un manuale che aiuta a scoprire come fare ricerche su Internet e adattarle alle proprie esigenze di lavoro, studio e tempo libero. Tanta parte del successo di Internet è dovuta alla posta elettronica, alle chat-line e ai news group. Che cosa sono? Come funzionano?
PER SAPERNE DI PIà
Lo stile del Web, Franco Carlini, Einaudi. Torino 1999, pagg. 193, lire 22.000. Parole e immagini nella comunicazione di rete, un nuovo modo di fare e leggere libri.
Tra e-mail e chat-line
Un mondo di opportunità
Ne parliamo con Fabio Ciotti, collaboratore del Centro di ricerca informatica e letteratura dell'Università «La Sapienza» di Roma.
Ciotti. Sono strumenti di comunicazione personale su Internet. Consentono, cioè, a un singolo utente di comunicare, mediante messaggi scritti, con uno o più altri utenti. In un certo senso sono la versione «virtuale» di modalità comunicative che utilizziamo anche nel mondo «reale». Infatti, la posta elettronica concettualmente non si differenzia dalla posta tradizionale.
Ovviamente i messaggi scambiati tramite e-mail sono digitali, viaggiano attraverso la rete, e vanno redatti e consultati mediante un apposito programma. Questi messaggi vengono raccolti in una sorta di casella postale elettronica, a cui è associato un indirizzo unico per ciascun utente: i sistemi che gestiscono la posta smistano così i messaggi ai rispettivi destinatari. I newsgroup, o gruppi di discussione, invece, possono essere assimilati a una bacheca, sulla quale chiunque può inserire e leggere messaggi.
Diversamente dalla posta, i messaggi di queste bacheche sono pubblici, e chiunque può accedervi. Le bacheche elettroniche disponibili su Internet sono decine di migliaia, ognuna dedicata a un particolare argomento. Chi è interessato a un certo tema può collegarsi al programma che gestisce i gruppi di discussione, e partecipare a una specie di dibattito epistolare collettivo.
Le chat-line, infine, sono uno strumento che permette di comunicare in tempo reale sulla rete (to chat, infatti, significa «chiacchierare»). Un sistema di chat è uno spazio «virtuale», suddiviso in stanze (che nel gergo vengono dette «canali»), in cui diversi utenti possono dialogare.
Secondo lei, Internet ha «rilanciato» le relazioni umane?
Su questo tema si è sviluppato un intenso dibattito tra gli studiosi della comunicazione on-line. Alcuni sostengono che gli strumenti di comunicazione digitali sono le basi di una nuova forma del vivere sociale, la «comunità virtuale». In queste comunità il legame sociale sarebbe solidale e disinteressato perché fondato sulla comunanza intellettuale e non sugli interessi materiali o sulla vicinanza territoriale.
Inoltre la comunicazione digitale permette di prescindere da quelle differenze di censo, razza, aspetto o genere che tanta importanza hanno nella «vita reale». Non si può tacere, tuttavia, l'altro lato della medaglia. Infatti, se è vero che la comunicazione di rete è, almeno in teoria, egualitaria, è altrettanto vero che l'uso degli strumenti richiede ancora oggi un certa competenza e disponibilità economica.
Il rischio insomma è che la soglia dell'esclusione si collochi alle porte di accesso di questo dorato mondo virtuale. Inoltre, la natura immateriale delle relazioni di rete tende a far pensare che ciò che si fa e si dice on-li-ne non ha conseguenze, che in fondo basta spengere il computer per cancellare tutto. E non a caso molti navigatori assumono identità fittizie. Così si corre il rischio di trasformare la comunicazione in una sorta di recita in cui viene meno il senso di responsabilità verso l'altro. E questo potrebbe avere conseguenze negative sulla nostre capacità relazionali nel mondo reale, dove, per fortuna, passiamo ancora gran parte della nostra esistenza.
Che cosa si intende per «commercio elettronico»? Come funziona?
Si intende la compravendita di beni e servizi mediata da strumenti telematici. In genere le transazioni si basano su siti web su cui vengono collocati cataloghi interattivi. Il compratore navigatore può accedere a questi cataloghi e scegliere i prodotti che lo interessano. Per procedere all'acquisto, la procedura è abbastanza semplice e automatica. Con un click su un apposito pulsante si arriva a un modulo di ordine, in cui vengono richiesti i dati personali, l'indirizzo e le modalità di pagamento. Attualmente il mezzo di pagamento più utilizzato è la carta di credito, il cui numero viene inviato direttamente on-line. A questo punto i beni acquistati vengono recapitati a domicilio, a meno che non si tratti di beni virtuali, distribuibili on-line.
Sotto molti punti vista il commercio elettronico è la naturale evoluzione della vendita per corrispondenza, aggiornata ai tempi di Internet. Ma la diffusione e la pervasività della rete danno a questo fenomeno una dimensione rivoluzionaria. Infatti, la distribuzione telematica permette a ogni operatore economico, con piccoli investimenti, di affacciarsi sul mercato internazionale, e i costi di circolazione delle merci sono assai minori. Parallelamente i consumatori possono muoversi in un mercato più aperto e competitivo.
P ICCOLO GLOSSARIO (da: Calvo, Ciotti, Roncaglia, Zela, Internet 2000. Manuale per l'uso della rete, Laterza) Browser : programma per la visualizzazione dei documenti multimediali che costituiscono il World Wide Web. I due browser più diffusi tra gli utenti della rete sono «Internet Explorer» e «Netscape». |