Italia. In ricordo di Erica e Marco

11 Marzo 2013 | di

Mi ha molto colpito la vicenda dei due giovani di Cittadella (Padova) periti poche settimane fa in Australia a causa di un banale incidente d’auto. Erica Pasinato e Marco Beghetto, 25 anni ciascuno, si erano recati nella «terra dei canguri» per lavorare. Non come professionisti o neo lau­reati (come succede sempre più spesso), ma come semplici braccianti in un’impresa agricola del West Australia. Sulla via alberata che li portava ogni giorno dal campeggio di Manjimup, nel quale alloggiavano, fino all’azienda dove raccoglievano frutta e altro, un canguro ha tagliato loro la strada facendoli finire contro un albero. Erica e Marco sono morti sul colpo. Per aiutare i loro genitori ad arrivare in Australia e trasportare le giovani salme fino in Italia per la sepoltura, si è sviluppata una grande solidarietà tra gli amici residenti in Italia e i connazionali d’Australia. Le due comunità, colpite dal drammatico evento, hanno creato un vero e proprio ponte di amicizia e generosità che ha unito i due angoli del mondo nel sostenere i genitori, per non farli sentire troppo soli nel tragico lutto, e per riuscire a rimpatriare le spoglie dei figli.

Questa comunione di intenti e di sensibilità tra realtà distanti migliaia di chilometri tra loro è stata sottolineata da tanti giornali italiani e stranieri, e mi ha fatto ricordare analoghe vicende riguardanti i nostri emigranti di oltre cinquant’anni fa. Arrivati nel Nuovissimo Mondo, avevano creato le prime «Società di mutuo soccorso» proprio per aiutare il viaggio fino in patria –dove avrebbero ricevuto degna sepoltura – delle salme dei compaesani caduti in incidenti gravi, e sostenere economicamente i familiari rimasti soli. Dopo varie generazioni, la storia della nostra emigrazione si ripete con le stesse modalità, rivelando sentimenti di profonda umanità e nobiltà di cuore. Nel dopoguerra furono milioni i giovani disoccupati che lasciarono l’Italia e a migliaia, privi di cultura o diplomi, raggiunsero l’Australia pronti a qualsiasi duro lavoro pur di costruirsi un futuro. Dopo anni di fatiche, sono diventati uomini compiuti, fieri del benessere acquisito e della nuova cittadinanza australiana. Tuttavia non hanno dimenticato i valori d’origine e continuano a offrire il loro aiuto a chi è in difficoltà.
Nella domenica dopo il grave evento, a Milano, la squadra del «Cittadella hockey» – dove Marco giocava come portiere – si è aggiudicata il secondo posto nella finale di Coppa Italia e ha dedicato il podio a Marco, tra il tifo del pubblico e i cartelli che lo ricordavano insieme a Erica. E nel funerale, celebrato nella chiesa di Fontaniva vicino a Cittadella, accanto ai genitori dei due ragazzi, c’erano tanti amici e una grande, commossa collettività. 


Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017