La casa della Famiglia antoniana

13 giugno. Testimonianza e modernità di un messaggio che i secoli hanno forgiato nella devozione e nella pietà popolare.
17 Maggio 2005 | di

La celebrazione della Festa di sant";Antonio è un momento significativo che esprime l";universale devozione a questa figura di spicco della chiesa e del francescanesimo. La Basilica antoniana di Padova è il cuore di questo evento proprio perché non è il mausoleo di una memoria lontana, ma è un santuario, cioè la casa di un santo amico. E quanti vengono in pellegrinaggio alla sua Tomba, lo sentono vicino, nelle vicende materiali della propria vita ma soprattutto nei bisogni dello spirito. Ecco perché le celebrazioni della Tredicina e quelle del giorno della Festa, programmate in Basilica, testimoniano una realtà  difficilmente misurabile, una profondità  d";espressioni di pietà  popolare che gli studiosi hanno chiamano «fenomeno antoniano». Un termine che esprime la loro meraviglia, di fronte ad un evento e ad una devozione così universalmente e capillarmente diffusa in tutto il mondo. Di questa realtà  ne è prova anche il Messaggero di sant";Antonio, che con le sue 10 edizioni entra ogni mese nelle case di un milione di lettori, sparsi in 145 nazioni del mondo. Termometro di un";alta tensione spirituale e di una diffusione che lascia stupiti gli studiosi i quali hanno cercato di spiegare un po"; la cosa, chiudendola in gabbie concettuali di tipo sociale e psicologico, ma senza riuscire a scoprire come il motore del fenomeno sia la forza dello Spirito che non si lascia decifrare da alcuna interpretazione.
Noi preferiamo parlare non del fenomeno in sé, ma della grande Famiglia antoniana che il Messaggero, solo in parte, rappresenta. In veste di confratelli del Santo, ci domandiamo come contribuire, sulla scia del suo esempio e del suo insegnamento, all";evangelizzazione della grande e diffusa sua devozione nel mondo, e a come lasciarci noi stessi evangelizzare. Nel cuore dei suoi devoti, sant";Antonio è l";annunciatore della parola di Dio, del vangelo. È più conosciuto come il «Santo dei miracoli» ma dobbiamo anche capire cosa c";è dietro questa esperienza del miracolo o dei miracoli: non c";è la ricerca o la curiosità  dello straordinario, ma un";esperienza religiosa ben più profonda: quella del Dio vicino, del Signore che si china sulle nostre miserie, sui nostri bisogni, che ci viene incontro e si serve della «vicinanza» anche dei suoi santi "; e in particolare di sant";Antonio "; per dare agli uomini il segno della sua bontà  soccorritrice.

I simboli e la tradizione
Antonio è stato un grande evangelizzatore. Basti pensare alle tappe salienti della sua breve vita, spesa nell";ascolto della parola di Dio. Nella prima fase non era francescano ma agostiniano, canonico regolare di sant";Agostino. Un periodo di vita fecondo, rivolto allo studio e alla ricerca della parola di Dio, e che si è rivelato gravido di frutti nella seconda fase, quando Antonio, divenuto francescano, ha percorso le strade dell";Europa dell";epoca per annunciare il vangelo. Una vita interamente segnata dalla costante ricerca di Dio e dall";approfondimento della sua parola, per poterla comunicare agli altri. Il significato della vita di sant";Antonio, per noi suoi devoti, è bene sintetizzato da tre simboli che la pietà  popolare ha trasmesso alla ricca iconografia del santo: il libro, il pane, il bambino.
Cosa ci dicono questi simboli? Sono un po"; la sintesi della vita di Antonio e condensano il suo messaggio. Il libro è collegato al tempo dedicato dal nostro Santo alla lettura, alla meditazione e all";approfondimento della Bibbia. La sua vita ebbe momenti dedicati alla contemplazione, allo studio e alla riflessione sulla parola di Dio. Momenti preziosi che hanno espresso la loro fecondità  quando il Santo si è dedicato all";insegnamento e soprattutto alla predicazione popolare. Antonio era un dotto, uno studioso, una persona che si è dedicata anche alla ricerca. Noi conserviamo una parte della sua sapienza e conoscenza delle Scritture nei suoi Sermoni, purtroppo poco conosciuti. Per il nostro Santo, la Bibbia non fu solo un libro che si deve conoscere, ma che deve divenire vita, forza di comunicazione. Nei suoi Sermoni, sant";Antonio cita il testo sacro più di seimila volte! Con questo libro, percorse le regioni italiane e del Sud della Francia, portando un fermento di rinnovamento cristiano in territori nominalmente cristiani, ma che stavano rapidamente scristianizzandosi. È stato un impegno infaticabile che oggi diviene un forte richiamo per noi, operatori in una società  che si sta rapidamente scristianizzando. La riscoperta e la presenza della Sacra Scrittura, il libro della vita, è ancora una necessità  vitale non meno che ai tempi di sant";Antonio, e i suoi devoti sono chiamati a farsi suoi portatori e testimoni.
Il secondo simbolo è il pane. Antonio ha scelto la parte dei poveri. Era ricco, membro di una nobile famiglia, con tutte le occasioni per poter raggiungere una posizione privilegiata a Lisbona, sua città  natale. Ha preferito, invece, seguire la spiritualità  e gli ideali missionari di Francesco d";Assisi. Ha scelto i poveri, e in tutta la sua vita, soprattutto nella seconda parte in cui si dedica all";apostolato, diventa loro difensore, rivolgendo parole di una durezza sorprendente contro i ricchi, contro i potenti e contro i prepotenti.

L";Europa di ieri e di oggi
Antonio è vissuto in un momento storico particolare in cui l";Europa stava passando dall";era feudale "; fondata sulla forza della nobiltà , dell";eredità , di strutture già  precostituite in cui uno si trovava incasellato automaticamente "; all";era dell";Europa della libertà  e dei comuni. Un";Europa, però, in cui la forza nuova era quella del denaro, di una nuova prepotenza che si tradusse in oppressione dei deboli, dei poveri, degli umili. E sant";Antonio prese le parti di questi ultimi. Anche oggi stiamo vivendo una trasformazione che ci fa già  assaporare alcuni frutti amari: stiamo passando dall";Europa dei secoli dell";Illuminismo e del capitalismo "; che ha dimostrato le sue debolezze, le sue piaghe, e una civiltà  fondata solo sugli interessi per le cose terrene ";, all";Europa del terzo millennio in cui, dalla constatazione del fallimento di costruire una civiltà  soltanto sulla forza e sull";avere, c";è la speranza che si realizzino gli ideali della convivenza umana, illuminata dalla luce del vangelo. E il pane, da antico simbolo dell";avere e del possedere, può diventare invece emblema della carità  e dell";amore.
In Antonio con Gesù bambino in braccio, vediamo, infine, l";annuncio dell";umanità  di Dio. Quel Bambino ha un doppio significato: è il Dio vicino, il Dio con noi, non è il Dio tremendo, il Dio lontano. La spiritualità  e i segni operati dal Santo durante la vita apostolica, testimoniano la sua confidenza e familiarità  con la bontà  soccorritrice di Dio. Il celeste Bambino ci dice che Dio si fida di noi; si fida di stare nelle nostre braccia; si fida di una chiesa fatta di uomini e si fida di noi, pur sapendo qual è la debolezza di queste nostre braccia e il rischio di cadere a terra, dato che le nostre braccia sono così deboli e inferme.
Ma un Dio che comunque si fida di noi; un Dio che si mette in qualche modo nelle nostre mani, è un forte richiamo alla nostra grande responsabilità  di testimoni di Cristo. Antonio l";ha portato nelle sue braccia, braccia ben più sicure delle nostre, ma il Santo ci invita a portare Cristo ai nostri fratelli, a portarlo al mondo. E questo è stato lo scopo principale della sua vita, della sua attuale presenza nascosta, della sua opera nel cuore di tanti uomini e in ciascuno di noi.
Ecco il significato che possiamo dare alle celebrazioni della Festa di sant";Antonio, invocandolo come nostro protettore, e ponendolo a nostra guida e modello. Avendo avuto il privilegio d";avere tra le braccia il celeste Bambino, egli intende mostrare Gesù agli uomini, al mondo, rivolgendo ai suoi devoti l";invito a divenire portatori di Cristo.

Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017