La Casetta sempre in difesa della vita
C’è profumo di pulito e di brava gente, appena entri nella «Casetta di Rita». Siamo a Ostia Lido, l’unico quartiere di Roma che si affaccia sul mare. Grazie a una generosa donazione privata, il Centro per la Vita, un’associazione di volontariato che da oltre vent’anni opera in questo vasto e popoloso territorio ispirandosi ai valori del Vangelo, è entrato in possesso di un bell’appartamento di circa cento metri quadri, al primo piano di un grande condominio immerso in una delle strade più trafficate della zona. La Casetta di Rita apparteneva infatti a un’anziana signora, Giovanna D’Aquino, morta sola nel 2008. La sua vita è stata segnata dalla tragedia di una figlia, bella e colta, ma devastata dal dolore a causa di una malattia che la portava anche a farsi del male, tanto che la madre era arrivata a proteggere finestre e balconi della casa con grate di ferro. Quella ragazza, morta anche lei (alcuni anni prima della signora Giovanna), si chiamava Rita.
A seguire madre e figlia in questo calvario, si erano impegnate alcune persone appartenenti alla Rete della speranza, gruppo di volontari che, nell’ambito delle molteplici iniziative sociali promosse dal Centro per la Vita di Ostia, si occupa di disagio mentale. Furono proprio queste persone a suggerire alla signora Giovanna, donna sensibile e generosa, di lasciare il suo appartamento in eredità al Centro: quel luogo di sofferenza e di smarrimento sarebbe diventato un faro di speranza e di solidarietà. E così è stato, con l’inaugurazione della Casetta di Rita nella Giornata per la Vita 2010. «L’abbiamo chiamata così – racconta la direttrice del Centro, Flora Tramontana – pensando anche che Rita potesse essere l’acronimo di Ritroviamoci Insieme Tra famiglie Amiche. Lo scopo è proprio questo: aiutare le famiglie in difficoltà a incontrarsi e a fare rete, a sperimentare la solidarietà, a scambiarsi risorse ed esperienze. All’inizio, questa responsabilità ci spaventava, ma siamo andati avanti affidandoci come sempre alla Provvidenza: l’associazione, non avendo entrate fisse, può contare solo sulla generosità dei suoi membri, una quarantina in tutto, e su quella di centinaia di simpatizzanti che ci sostengono con il cinque per mille o mettendo a disposizione, gratuitamente, tempo e materiali di ogni genere. La gente del quartiere ci conosce uno per uno e si fida di noi, della nostra capacità di accoglienza, e sa con certezza che quell’aiuto e quei soldi non finiscono nel nulla».
L’associazione, che ha sede presso la parrocchia di Santa Monica guidata da monsignor Giovanni Falbo, ha anche un sito internet: www.centroperlavita.it. Attraverso la Rete, ma soprattutto grazie al contatto diretto e al passaparola, i volontari vengono a conoscenza di tante situazioni di disagio e di marginalità sociale. Situazioni diverse alle quali il Centro cerca di dare risposte «su misura», adeguate alla specificità del problema e attente alla sensibilità della persona che si rivolge al Centro. In particolare, negli ultimi anni, l’esperienza ha suggerito ai volontari di promuovere due importanti modalità di sostegno alle famiglie in difficoltà: l’affido part-time e quello a distanza. «Ogni anno in media passano per il Centro 110 famiglie. L’affido part-time – spiega la direttrice – consiste nel mettersi a disposizione di madri che spesso hanno lavori precari e figli piccoli da mantenere che non riescono a seguire in tutte le loro esigenze, dalla visita pediatrica alla frequenza scolastica. Questo tipo di intervento, oltre a essere un valido strumento di sostegno, ha una valenza molto forte nell’ambito della prevenzione del disagio minorile: purtroppo il suo utilizzo è ancora molto limitato poiché richiede un impegno notevole di energie e di volontari, sempre troppo pochi rispetto alle reali, pressanti esigenze. Nel caso di madri immigrate, che nel nostro territorio sono numerose, cerchiamo anche di favorire una corretta e graduale integrazione sociale e di combattere sia la solitudine loro che la diffidenza degli altri».
Affido a distanza
E l’affido a distanza? «Consiste invece in un sostegno economico alle madri in difficoltà, che dura quindici mesi, dal sesto di gravidanza al primo anno di vita del bambino: parallelamente, la madre viene seguita dagli assistenti sociali del Centro in sintonia con quelli dei servizi pubblici del locale municipio. In ogni caso, però, puntiamo soprattutto sull’opera di prevenzione e di formazione. Solo così possiamo dire di aver salvato centinaia di bambini evitando più di 200 aborti negli oltre vent’anni di esistenza del Centro. E questo senza mai far leva sul senso di colpa e senza mai adoperare pressioni psicologiche: la testimonianza e la coerenza sono armi molto più forti. In questo modo, la semplice gestione dell’emergenza diventa cultura della vita, quotidiana e diffusa».
«Quando, ormai più di vent’anni fa, un piccolo gruppo di volontari di Ostia Lido decise di fondare il Centro per la Vita – racconta il presidente, don Franco De Donno – nessuno poteva immaginare che un’iniziativa del genere si sarebbe radicata così profondamente in questo territorio. È un traguardo che abbiamo raggiunto con convinta determinazione e grande spirito di servizio da parte degli operatori, pronti a esserci sempre e ovunque lì dove si offre spazio di dialogo e di confronto: scuole di ogni ordine e grado, servizi sociali, consulte municipali, consultorio familiare, Caritas e tante altre realtà. Oggi – continua don De Donno, che svolge il suo ministero pastorale come vice parroco di Santa Monica – il Centro per la Vita di Ostia costituisce un riferimento autorevole e affidabile per tutti. Il suo punto di forza è caratterizzato da una osmosi empatica con il territorio, al cui servizio si pone con atteggiamento di dialogo vigile e mai pregiudiziale. Il valore della vita viene abbracciato in tutta la sua ampiezza: dal suo nascere al suo declinare, mantenendo aperti i diversi orizzonti del sostegno alla vita nascente e alla maternità, alla genitorialità, alla formazione delle nuove generazioni, al disagio giovanile – soprattutto nel campo delle dipendenze – al problema dell’usura, alla salute mentale. Ognuna di queste situazioni ha trovato pronta e generosa risposta da parte del Centro per la Vita in quanto esso non opera come una struttura, ma come una realtà profetica, mossa dall’attenzione al primato di ogni persona che chieda aiuto».
Come spiega la longevità dell’associazione? «La sorgente sempre viva e sempre rigenerante è data dai valori proposti dal Vangelo, ai quali il Centro per la Vita si ispira in quanto associazione di laicato cristiano. Ci auguriamo che altre zone urbane in tutta Italia possano imitare e ripetere questa provvidenziale esperienza e incoraggiamo quanti, secondo le diverse ispirazioni e modalità, si impegnano nel sostenere il valore della vita, oggi più che mai prezioso. Il sogno rimane quello di realizzare una rete sempre più vasta di accoglienza della persona, senza alcun condizionamento, liberi da ogni ideologia o contrapposizione pregiudiziale».
Notes
Il Centro per la Vita di Ostia è un’associazione di volontariato che offre i seguenti servizi:
- Centro di ascolto: ascolto e condivisione dei problemi che possono sorgere nell’accoglienza di una nuova vita; fornitura, secondo la disponibilità, dei generi di prima necessità per neonati in situazioni familiari di grave disagio economico.
- Formazione: sostegno alla genitorialità; incontri di formazione teorico-pratica per educatori e genitori; consulenza pedagogica, psicologica e legale; sensibilizzazione e animazione della comunità territoriale sul tema della solidarietà familiare e dell’affido.
- Affido a distanza sul territorio: contributo economico per aiutare una delle madri residenti nel XIII Municipio, con grave disagio socio-economico, ad accogliere e ad avere cura del figlio.
- Gruppo di appoggio ai genitori di ragazzi/e tossicodipendenti.
- Sportello di aiuto per la prevenzione dell’usura.
Tel. 06 56340125 dal lunedì al venerdì ore 9.00-13.00.
Il messaggio dei vescovi italiani
La Giornata del 7 febbraio: «La forza della vita, una sfida nella povertà»
La crisi attuale può trasformarsi anche in occasione di crescita e maturazione.
«La forza della vita, una sfida nella povertà». Questo il tema del messaggio che la Conferenza episcopale italiana dedica alla trentaduesima Giornata nazionale per la vita, che quest’anno si svolge il 7 febbraio. I vescovi, avvertendo «tutta la drammaticità della crisi finanziaria che ha investito molte aree del pianeta», ne sottolineano gli effetti preoccupanti e devastanti per il benessere economico-sociale e per l’equilibrio morale e spirituale di singoli, famiglie e comunità.
La povertà è una «minaccia» per la vita e provoca atteggiamenti di «rassegnazione e sfiducia».
L’analisi si fa denuncia: «Proprio perché ci sentiamo a servizio della vita donata da Cristo – scrivono i vescovi italiani –, abbiamo il dovere di denunciare quei meccanismi economici che, producendo povertà e creando forti disuguaglianze sociali, feriscono e offendono la vita, colpendo soprattutto i più deboli e indifesi». Richiamando i cattolici «a uno stile di vita sobrio, che non confonde la ricchezza economica con la ricchezza di vita», il messaggio sottolinea con chiarezza che «l’uso distorto dei beni e un dissennato consumismo possono, anzi, sfociare in una vita povera di senso e di ideali elevati, ignorando i bisogni di milioni di uomini e di donne e danneggiando irreparabilmente la terra, di cui siamo custodi e non padroni». La crisi attuale può così trasformarsi in una «occasione di crescita» e di maturazione: «Proprio il momento che attraversiamo ci spinge a essere ancora più solidali con quelle madri che, spaventate dallo spettro della recessione economica, possono essere tentate di rinunciare o interrompere la gravidanza, e ci impegna a manifestare concretamente loro aiuto e vicinanza. Ci fa ricordare che, nella ricchezza o nella povertà, nessuno è padrone della propria vita e tutti siamo chiamati a custodirla e rispettarla come un tesoro prezioso dal momento del concepimento fino al suo spegnersi naturale».