La CIBPA ha 50 anni

Nata poco dopo la fine della seconda guerra mondiale è riuscita a raccogliere le forze vive e dinamiche dell’imprenditoria e del professionismo italo-canadese.
05 Marzo 2000 | di

 Montréal
Era la primavera del 1949 quando un gruppo di giovani italiani della generazione seguente a quella della vecchia emigrazione, capitanati da William Remiggi, decisero di creare l'associazione Gente d'affari e Professionisti Italo-canadesi del Quebec per raccogliere la sfida del nuovo corso della politica canadese che vedeva lo sviluppo di questo immenso Paese attraverso la nuova emigrazione.
«Di questo gruppo», racconta il giovane e dinamico presidente Colavecchio, «facevano parte Alfredo Gagliardi, editore del Corriere Italiano; il giudice Peter Sciortino, il notaio Raffaele Esposito, Don Safolio, Dante Panni, Antonio Capobianco, Michele D'Ambrosio e Phil D'Abate. Tutta gente che si muoveva in diversi campi con la voglia di fare sempre meglio visto che di lavoro ce n'era per tutti». Erano i tempi della seconda ondata migratoria che arrivava in Canada dopo lo sfacelo della seconda guerra mondiale. E veniva non solo a cercare lavoro ma anche a creare altro lavoro perché questa gente aveva bisogno di casa, vestiti, ecc. All'epoca non esistevano associazioni abbastanza forti e ben organizzate capaci di tenere unita la nostra comunità  e tutelarne gli interessi.
«Vero è - aggiunge Colavecchio - che esistevano solo associazioni di mutuo soccorso, come l'Ordine Figli d'Italia e l'Ordine Italo-canadese, la Casacalendese, ma erano reduci da un lungo e catastrofico silenzio dovuto al fatto che parecchi dei loro membri, a causa della guerra, erano stati internati nei campi di concentramento, e le loro associazioni erano state sciolte. Così l'impatto con la nuova realtà  era problematico. Ecco dunque la necessità  di una nuova associazione capace di fungere da guida per la vecchia e nuova comunità  di quei tempi. Così il 10 giugno di quel lontano 1949 fu firmata la Chart che dava valore legale alla nuova associazione».
Gli inizi non furono facili. Identificati i problemi il gruppo direttivo si mise al lavoro. «Con l'arrivo dei nuovi immigrati - continua Nino Colavecchio - si venne a creare il problema dei bambini orfani, il cui numero era in continuo aumento. Allora si pensò di creare un orfanotrofio italiano e la nostra associazione ottenne, nel 1952, dall'allora primo ministro del Quebec, Maurice Duplessis, lo stanziamento di mezzo milione di dollari che, uniti ad altre risorse, permisero la costruzione dell'Orfanotrofio San Giuseppe, sulla via Belanger».
A quei tempi si era venuto a creare un altro problema: secondo la legge i figli di emigranti avevano diritto al sussidio familiare solo dopo il primo anno della loro residenza in Canada. La CIBPA, insieme all'Associazione di Toronto nata qualche anno dopo quella di Montréal, diretta da Sam Sorbara, presentò una petizione al primo ministro del Canada, Louis Saint Laurent, chiedendo il cambiamento della legge. L'allora ministro dell'emigrazione, J. W. Pickerskill, accolse la richiesta, e per i figli degli emigrati il sussidio divenne uguale a quello dei residenti.
Ma il problema non era solo quello dei bambini ma anche quello dei malati che, ricoverati negli ospedali, e non sapendo parlare una delle due lingue in vigore nel Paese, si trovavano in serie difficoltà . Allora qualcuno pensò che occorreva creare un ospedale italiano. «Eravamo verso la fine degli anni Cinquanta e l'associazione, sempre all'avanguardia delle attività  comunitarie, avendo acquistato prestigio e credibilità  presso gli uomini politici e i governi, presentò il 20 dicembre 1956 al Primo ministro del Quebec, Maurice Duplessis, una richiesta per il finanziamento parziale dell'Ospedale Santa Cabrini, che le suore della Santa degli Emigranti volevano costruire a Montréal. E il governo del Quebec accordò la somma di 2 milioni di dollari per l'Ospedale Santa Cabrini rispondendo alla richiesta del gruppo di associazioni capitanate dalla CIBPA». Ormai l'Associazione era decollata ed era riconosciuta come organismo trainante di molte manifestazioni italiane. Occorre tenere presente che non esisteva ancora il Congresso Nazionale degli Italo-canadesi e la CIBPA era considerata come leader delle attività  comunitarie. Infatti nel 1952 organizzò la visita tra gli italiani del Primo ministro Alcide De Gasperi; il 25 marzo del 1956 la visita del Primo ministro Mario Scelba e nello stesso anno la visita tra gli italiani del presidente della Repubblica Giovanni Gronchi, tanto per citarne alcune.
Mentre l'Associazione si arricchiva di nuovi membri ci fu chi incominciò a pensare che occorreva incoraggiare i giovani a conseguire titoli di studio di grado superiore perché essi rappresentavano l'avvenire della nostra comunità . E così, in seno alla CIBPA, per iniziativa del notaio Esposito che era presidente dell'Associazione, fu creato un fondo da destinare alle borse di studio per i più bravi che frequentavano le università .
«Noi siamo convinti - dice Colavecchio - che l'istruzione dei nostri giovani è la base essenziale sulla quale riposa la credibilità  e la forza della nostra comunità . Sin da quel lontano 1961 i nostri predecessori avevano capito che occorreva investire per poterne raccogliere i frutti». E, infatti, essi videro giusto perché dal 1961 fino ad oggi sono state distribuite 1246 borse di studio per un valore complessivo di circa un milione e mezzo di dollari. Si tratta di una cifra considerevole che ci dà  un'idea degli sforzi che questa associazione va facendo per i giovani della nostra comunità .
«E non è tutto - aggiunge il presidente Colavecchio - perché noi ora abbiamo aperto una sezione della nostra associazione ai giovani studenti universitari. Vogliamo che essi si rendano conto che diventando soci della CIBPA hanno il grande vantaggio di far parte di un organismo che li tutela, li incoraggia e, all'occorrenza, li aiuta a inserirsi nel mondo degli affari e del professionismo italo-canadese».
La CIBPA, tra l'altro, rappresenta un luogo di incontro tra esponenti di vari importanti organismi. Su base mensile organizza conferenze su problemi e situazioni di attualità  che spaziano in tutti i campi e sempre tenute da personalità  di alto prestigio e competenza. E sono queste le occasioni dove tutti possono ritrovarsi e familiarizzare tra loro.
Quali sono le altre attività  della vostra associazione?
Sin dal 1980, ogni due anni, noi diamo un premio a coloro che si distinguono nei campi degli affari, della creatività  e delle attività  umanitarie. Nel 1998 questi premi sono andati ad Andrea Badia, Marisa Minicucci e Lino Saputo. Inoltre, ogni anno noi premiamo la «Personalità  dell'Anno», e nel 1999 il premio è andato a Camillo Lisio, presidente della Saputo, e nel 1998 al dottor Pasquale Ferraro, chirurgo e direttore del programma di Trapianti polmonari dell'Università  di Montréal. Inoltre stiamo dando un notevole contributo per la costruzione del Centro Leonardo Da Vinci che, speriamo, sarà  completato a settembre. E poi facciamo parte della Federazione canadese delle Associazioni di Gente d'Affari e Professionisti Italo-canadesi. Associazioni come la nostra esistono anche a Toronto, Ottawa, Sudbury, Tunderbay, Windsor, Hamilton e Vancouver.

Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017