La "Via crucis"

Morricone è il più noto, il più amato e premiato compositore di musiche per film. Da credente frequenta le chiese, e critica duramente i canti "da quattro soldi" usati nelle liturgie e rimpiange il gregoriano...
05 Aprile 1997 | di

Nel programma televisivo Uno su cento, Ennio Morricone occupava il secondo posto della graduatoria `€“ dopo Verdi e prima di Puccini `€“ dei compositori più eseguiti. Musicisti e musicofili non nascondono la loro ammirazione per lui; complessi rock, quali i Guns N`€™ Roses, Dire Straits, Rolling Stones e Adam &The Ants dicono di essergli debitori.

Ventisei dischi d`€™oro, cinque di platino, tre David di Donatello, cinque nastri d`€™argento, Leone d`€™oro alla carriera al Festival di Venezia 1995, cinque volte candidato al premio Oscar, è probabilmente il compositore moderno che può vantare il maggior numero di incisioni: centosessanta solo in Cd, tenendo presente che la sola colonna sonora di Per un pugno di dollari ha avuto oltre cinquantacinque edizioni discografiche. Eppure, Morricone è uomo modesto che non ama le luci della ribalta e la pubblicità , convinto che è arrivato il momento di concentrare le proprie capacità  più in una sala da concerto che nel cinema. E se ciò può dispiacere ai sostenitori più accesi del Morricone 'facile', rallegra quanti senza pregiudizi si attendono altri traguardi e inedite profondità  da un musicista i cui caratteri di multiformità  sono forse imparagonabili nel panorama musicale del secondo Novecento. Lo abbiamo incontrato nella sua bella casa di Roma, di fronte al Campidoglio.

Msa. Come è nata in lei la vocazione del musicista e come in seguito si è avvicinato al cinema?

Morricone. Il mio amore per la musica è nato in famiglia. Mio padre suonava la tromba e fu lui ad avviarmi allo studio di questo strumento. A dieci anni mi iscrisse al Conservatorio di Santa Cecilia, nella Classe di Tromba. Allo studio della composizione mi avviò, invece, un insegnante di armonia complementare, il maestro Roberto Caggiano, che si accorse, mentre frequentavo il suo corso, delle mie capacità . Si impegnò a darmi lezioni di armonia principale e, grazie a lui, superai brillantemente il corso di quattro anni in soli sei mesi. Il maestro Caggiano era così soddisfatto dei miei risultati che andava per le classi a far vedere i miei piccoli lavori, raccogliendo lodi anche dai suoi colleghi. Fu lui a consigliarmi di continuare la strada della composizione. Perciò dopo il diploma di Tromba, cominciai a studiare composizione con i maestri Carlo Giorgio Garofalo e Antonio Ferdinandi.

La mia vocazione era, dunque, quella del compositore di musica da concerto. Mi accorsi ben presto, però, che con tale professione si guadagnava veramente poco e così cominciai clandestinamente a fare orchestrazioni e arrangiamenti per alcune case discografiche, per la radio e televisione... La clandestinità  durò pochissimo: presto il mio nome cominciò a girare nell`€™ambiente dello spettacolo. Nel 1961 il regista Luciano Salce mi chiese di comporre le musiche per un suo film: Il federale. È così che cominciò il mio rapporto con il cinema, rapporto che mi ha dato notevoli soddisfazioni.

Lei ha composto più di quattrocento colonne sonore: musica per film, per sceneggiati televisivi, per documentari... Le piacciono tutte?

Non tutte. Ma quando fai parte del mondo del cinema non sempre puoi permetterti di scegliere. Ci sono, poi, in gioco i rapporti umani: il fatto che il regista che mi interpella sia un amico e necessiti della mia competenza, basta a giustificare la mia prestazione al massimo livello possibile. C`€™è dell`€™altro. Un compositore vede il film quando non è ancora finito `€“ praticamente nelle condizioni peggiori `€“ e pertanto non può esprimere su di esso un giudizio compiuto; egli si mette al lavoro partendo dal racconto e dalle riprese di scena e fa riferimento soprattutto al regista, all`€™amicizia che riesce a stabilire con lui. La mia attività  in fondo è, quindi, un 'fatto umano'; va oltre la convenienza.

Sul finire degli anni Ottanta, lei disse di voler sospendere l`€™attivitˆ in campo cinematografico, per concentrare le sue energie su di un altro genere di espressione musicale, quella dettata da necessitˆ interiori. Che cosa voleva dire?

Volevo smettere di comporre per il cinema e rivolgere la mia attenzione totalmente alla produzione per concerto. Ma è una promessa che faccio ogni dieci anni e ancora non l`€™ho mantenuta. Forse perché il cinema mi ha sempre dato grandi soddisfazioni. Devo dire, però, che ho ridotto notevolmente l`€™attività  musicale per film e, a partire dagli anni Ottanta, ho ricominciato a produrre musica per concerto.

Si considera credente?

Sì, io sono credente.

Come definirebbe Dio?

Non è una domanda facile. Il mistero della presenza di Dio è qualcosa che va al di là  delle nostre capacità . Bisognerebbe chiederlo ai filosofi, ai teologi. Dio è una entità  superiore, è il creatore dell`€™universo. Sappiamo che suo figlio è venuto in terra per redimerci. Ci raccomandiamo a lui, quando siamo in necessità , ma anche quando non abbiamo alcun bisogno. Credo che la cosa più importante sia avere fede in lui. Chi non ce l`€™ha è come se fosse senza bussola interiore su cui indirizzare la propria esistenza.

Cosa prova entrando in una chiesa?

Nella mia vita non ho mai interrotto i miei rapporti con Dio. Da parecchi anni però, sono più attento alla mia vita spirituale. Il perché non lo so. Sento che è giusto così. Prego, faccio la comunione anche tutti i giorni. Vado in chiesa alle sette del mattino. Mi confesso saltuariamente, perché non mi trovo addosso gravi mancanze. Mi chiedeva perché entro in chiesa? Lo faccio per l`€™attenzione che devo a una presenza divina che è particolare in quel luogo.

Cosa pensa della musica che viene eseguita in chiesa nei nostri giorni?

Alcuni giorni fa mi sono recato a Santa Maria degli Angeli, una chiesa romana progettata da Michelangelo. Dei ragazzi animavano la messa suonando la chitarra e cantando anche bene, ma canzoncine da tre soldi, proprio di nessun valore. Qualcosa di incredibile. Mi pare che oggi si sia tornati a prima del concilio di Trento, quando si mettevano testi religiosi a canti popolari o, viceversa, si usavano melodie sacre con versi goliardici e di scherno. E non si sta facendo nulla per correggere la situazione. La chiesa cattolica, con il concilio Vaticano II ha abolito il canto gregoriano: uno dei valori più straordinari della storia musicale. Non riesco a rendermi conto del perché. Sono veramente angosciato e irritato per questa situazione. Io capisco la messa nelle varie lingue nazionali; ma la distruzione del canto in latino e della musica gregoriana, questa non la capirò mai.

In occasione dell`€™anno santo del 1950, le furono affidati dalla Rai l`€™armonizzazione e l`€™arrangiamento di canti popolari di devozione. Avrebbe in mente qualcosa per il giubileo del 2000?

L`€™esperienza del 1950 con la Rai fu un`€™esperienza incredibile e straordinaria. Mi impegnai su due cicli di canti popolari: il primo riguardava l`€™anno santo e il secondo la Vergine Maria. In realtà , non rielaborai l`€™armonizzazione; distrussi quei canti per reinventarli. Mantenni la caratteristica melodica, ma tecnicamente riscrissi tutto per coro e orchestra. Quei canti vennero poi eseguiti dall`€™orchestra e coro di Torino e dall`€™orchestra e coro della Rai di Roma e trasmessi per radio.

Per il giubileo del 2000 avrei già  un lavoro pronto, e mi sto battendo su vari fronti perché si possa realizzare. Si tratta di una Via crucis per coro, orchestra, soprano, contralto, tenore, basso e voce recitante. È un lavoro di grande levatura, di vasto respiro che ho composto con altri tre autori: Egisto Macchi, Antonio Poce e Michele Dall`€™Ongaro. Dura all`€™incirca due ore e comprende le quattordici stazioni, più alcuni intermezzi. È un testo non solo per i cristiani, ma per i credenti di ogni religione, in quanto mette in risalto la sofferenza dell`€™umanità : l`€™uomo di fronte alla schiavitù, alla dittatura, alla violenza e ai soprusi della vita. L`€™opera è cristiana, ma tiene conto dei valori morali universali. È già  stata eseguita a Maastricht alcuni anni fa. La novità  di questo lavoro è che dal Medioevo nessun compositore ha più scritto una Via crucis. Sarebbe bello presentarlo davanti al santo padre nella Sala Nervi... Questo è ciò che è pronto. Ho ricevuto, poi, varie richieste per il giubileo... ma attendo programmi più concreti. l

 

Come ricorda sant`€™Antonio?

`€œRicordo la devozione di mia madre e di mia nonna. Ricevevano sempre il 'Messaggero di S.Antonio' da Padova e, quand`€™ero ragazzo, mi leggevano dei miracoli di sant`€™Antonio... Difficile per me credere a tutti i miracoli descritti. Devo dire, comunque, che stavo molto attento, e di quella devozione, in fondo, mi è rimasto dentro qualcosa...'.

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017