La famiglia è il nostro futuro

Mentre la cultura individualista tende a svilire il valore delle relazioni, la famiglia assume il ruolo di prima rete di comunione e di pilastro dell'Occidente.
22 Giugno 2010 | di
Non sono poche le occasioni in cui associazioni e istituzioni d’ispirazione cristiana e laicale, hanno organizzato in questi mesi momenti di riflessione e di verifica sulle problematiche che mettono in crisi la famiglia, nucleo centrale e primario della società; e sulle conseguenze di leggi, approvate su pressione della cultura laicista, che la deresponsabilizza. È un problema che coinvolge anche gli italiani e i cittadini d’origine italiana all’estero, che si caratterizzavano proprio per la loro fedeltà al nucleo familiare.
Nei dibattiti emergono alcune cause che motivano questa crisi: come il peggioramento, a livello mondiale, della situazione economica; la mancanza di prospettive e di risposte, dovuta anche all’incapacità di quanti hanno la responsabilità della cosa pubblica; la conseguente disoccupazione giovanile e, specie in Europa, il costante invecchiamento della popolazione unito alla natalità a crescita zero. È un insieme di contesti sociali e politici che richiedono un forte impegno, da parte delle istituzioni internazionali e dei singoli governi, per dare garanzie di stabilità alla vita democratica d’ogni Paese, con l’obiettivo di porre come prioritaria la tutela dei diritti dei cittadini e delle loro famiglie.
La politica deve rispondere di più ai bisogni della gente. Sono molti i documenti e le iniziative della Chiesa che testimoniano la sua attenzione e vicinanza ai problemi e alle attese della famiglia, considerata come il futuro dell’umanità. Uno specifico impegno pastorale viene svolto per la formazione delle coppie cristiane, prima e dopo il matrimonio. E l’appello che la Chiesa rivolge a istituzioni internazionali e a singoli governi, pone come scopo prioritario dei loro progetti il ruolo e i valori non negoziabili della famiglia, fondata sul matrimonio tra uomo e donna. Un appello che non ostacola ma promuove la vera identità della famiglia; rendendola libera dalla «paura di generare» grazie a una politica per la famiglia che garantisca iniziative, come il contenimento del costo degli alloggi, e la presenza di asili nido e di scuole materne.
Bloccano, invece, queste prospettive – che riconoscono la famiglia come primo patrimonio di un Paese – leggi e ordinamenti che destabilizzano le finalità legate alla legge morale-oggettiva del patto coniugale, che poi si estendono alla procreazione. L’unione matrimoniale e la conseguente formazione di una nuova famiglia, non hanno nulla a che fare con le convivenze e con le unioni di fatto; con forme di unioni libere o di pseudo-matrimonio tra persone dello stesso sesso, che esigono i diritti equivalenti del contratto matrimoniale di un uomo e una donna, tramandato dalla tradizione cristiana come struttura essenziale della società.
Parlando della famiglia, la nostra riflessione vuole toccare anche un’altra constata-zione: il vuoto di relazione tra i suoi membri; del poco tempo offerto al dialogo e all’educazione dei figli, che spesso non trovano, nella loro casa, le risposte adeguate alla loro formazione. Se agli Stati e alle istituzioni spetta il compito di garantire i diritti fondamentali dei cittadini, e in modo particolare della famiglia, ai genitori spetta il dovere di dare una durata di senso e di significato, etico e religioso, alla loro vita coniugale, rivolgendo le necessarie attenzioni alla formazione umana e morale dei loro figli.
Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017