La Ferrari torna a sognare con Massa

Nel 2007 il pilota paulista, al secondo anno con il Cavallino, conquistò 94 dei 204 punti che regalarono alla Rossa il Campionato del mondo costruttori. E il 2008 potrebbe essere sorprendente.
10 Marzo 2008 | di
San Paolo
Sedere ai comandi di una monoposto Ferrari, un bolide da 800 cavalli, e portare alto il nome della storica scuderia italiana, è il sogno di ogni pilota. Pochi, pochissimi sono gli italiani che hanno avuto la fortuna di difendere i colori della «rossa» negli ultimi quarant’anni: l’onore toccò a Michele Alboreto (dal 1984 al 1988) e a Ivan Capelli, per una sola stagione, nel 1992. Tuttavia da otto anni a questa parte, uno dei due piloti che gareggiano nel Campionato mondiale di Formula 1 per la scuderia del Cavallino rampante è comunque un italiano, seppure d’origine.
Il profilo sportivo di Rubens Barrichello (alla Ferrari dal 2000 al 2005) e di Felipe Massa, che ha un contratto con la casa di Maranello fino al 2010, si tinge pertanto di significati simbolici importanti. Entrambi nipoti di gente andata via molti anni fa da un’Italia povera e priva di risorse (i Barrichello sono trevigiani, i Massa pugliesi di Cerignola) sono diventati, proprio loro, i testimonial di tutt’altra Italia. La Ferrari, infatti, non è solo un marchio di automobili di lusso. È un sogno, un mito, una leggenda tra le leggende, è l’automobile per antonomasia, frutto di una terra laboriosa come l’Emilia. È, ancora di più, una delle icone del made in Italy nel mondo, sinonimo di tecnologia, fantasia e operosità.
Immaginiamo, allora, i brividi che devono aver provato Rubens Barrichello e Felipe Massa quando sono stati chiamati a indossare i colori della Ferrari, proprio perché dietro la loro storia di piloti c’è anche l’antica storia italiana delle loro famiglie; c’è il riscatto e la soddisfazione di essere tornati, da vincitori, nella terra delle origini.
Ma ci sono altre considerazioni che aiutano a comprendere lo stretto legame che corre tra la Ferrari e il Brasile, oramai considerato una «seconda Italia». La Ferrari è un’azienda che fa parte del Gruppo Fiat e il marchio italiano, che in Brasile ha un enorme stabilimento produttivo di 2 milioni di metri quadrati, situato nel Minas Gerais, è il più venduto a livello nazionale. E poi il Brasile è sempre stato un florido vivaio di piloti automobilistici, molto spesso d’origine italiana. Da Chico Sacco Landi e Gino Bianco, negli anni Trenta, a Emerson Fittipaldi (campione del mondo nel 1972 e 1974), e Carlos Pace, per non parlare del tre volte campione del mondo Nelson Piquet e dello straordinario talento di Ayrton Senna, sfortunato eroe sportivo ormai entrato nella leggenda.
Sia Barrichello che Massa non hanno deluso le aspettative. Il primo, con 104 Gran Premi disputati e 9 vittorie, ha avuto il delicato compito di fare da «spalla» al grande Michael Schumacher, contribuendo non poco alla conquista del Campionato mondiale costruttori per quattro anni consecutivi, dal 2000 al 2004.
Profili paralleli, potremmo definire quelli di Barrichello e Massa. Entrambi brasiliani di San Paolo, entrambi oriundi italiani, sono entrati giovanissimi nel mondo delle corse con i kart (il primo a 6 anni, Massa a 9), e hanno toccato l’apice con la Ferrari dove hanno stupito tutti anche per il loro perfetto italiano. Le famiglie di Rubens e di Felipe, poi, hanno una certa familiarità con le quattro ruote: il nonno di Massa fondò negli anni Quaranta una fabbrica di autobus; uno zio e alcuni cugini di Barrichello sono proprietari di piste di kart e di una scuderia di Formula 3.
Anche sotto l’aspetto caratteriale i due si assomigliano molto: li accomuna la faccia da bravi ragazzi, la riservatezza e un grande attaccamento alla famiglia. E, infatti, sono molto amici, nonostante oggi corrano per scuderie diverse. Ma nei cuori dei tifosi italiani, ora che guida una Ferrari, c’è solo Felipe Massa, che giusto in questo mese di aprile compirà 27 anni. Di corporatura minuta (è alto 1,66 per un peso di 60 chilogrammi), Felipe ha dimostrato fin dalla giovane età una straordinaria passione per i motori. A soli 9 anni debutta nei kart, categoria nella quale ha corso fino al 1998, quando è passato alla Formula Chevrolet. Nel 2000 si trasferisce in Europa per gareggiare nella Formula Renault, dove si mette in luce vincendo la versione italiana e quella europea della competizione. L’anno successivo corre nel campionato Formula 3000, dominando la stagione con 6 vittorie su 8 gare. Con credenziali del genere, era chiaro che gli addetti ai lavori si accorgessero di quel ventenne ragazzo brasiliano dal cognome inconfondibilmente italiano. Ingaggiato dalla squadra Sauber, Massa fa il suo esordio in Formula 1 nel 2002, e poi diventa collaudatore alla Ferrari nel 2003, prima di diventarne pilota ufficiale nel 2006.
«Fin da piccolo era affascinato da tutto ciò che era sospinto da un motore – rivela mamma Ana Elena – perfino dal furgoncino del lattaio. Un giorno convinse il postino a prestargli la motoretta, ma finì col bruciarsi la gamba sulla marmitta bollente. Quando veniva a trovarci qualche parente a Botucatu – continua la mamma – Felipe faceva di tutto per parcheggiare le auto degli zii; era tanto furbo che le metteva attaccate una all’altra, di modo che solamente un bambino esile come lui avrebbe potuto entrare nell’abitacolo per ritirarle fuori».
E a scuola ? «Meglio non parlarne – confessa papà Titônio – perché abbiamo dovuto ricorrere perfino a un’insegnante privata per aiutarlo negli studi». È mamma Ana Elena a svelare il peggior difetto del campione di Formula 1: «Felipe è un ragazzo molto disordinato. Quando arriva a casa, lascia la borsa di qua, i vestiti di là… Dopo che si è fatto la doccia, sembra che in bagno sia passato un uragano».
Al di fuori del mondo della Formula 1, Felipe è un ragazzo come tutti gli altri, conscio tuttavia di aver avuto in sorte una vita privilegiata. Ama la buona cucina e in particolar modo quella italiana. È di casa nei ristoranti del gruppo Fasano: un’istituzione di marca italiana a San Paolo, dove viene coccolato come fosse un figlio. «L’ultima volta che è stato qui da noi – ci confessa Ricardo, il titolare del ristorante “Gero” – ci ha chiesto una cotoletta alla milanese».
Legatissimo alla mamma e al papà – «senza l’aiuto economico della famiglia non sarei mai arrivato dove sono arrivato», ricorda sempre Felipe – Massa cura con scrupolo la forma fisica correndo quasi tutti i giorni per 10 chilometri, e sottoponendosi a due ore di esercizi aerobici e muscolari.
Quanto alla vita sentimentale, ha dimostrato di avere una maturità fuori dal comune per un giovane della sua età. Nel 2002 ha conosciuto a Guarujá, presentatagli da amici, Anna Raffaela e nel novembre del 2007 l’ha sposata nella Chiesa Nossa Senhora do Brasil di San Paolo. È curioso notare che anche Raffaela Bassi, che è più vecchia di lui di quattro anni ed è un’imprenditrice nel settore della moda, discenda da una nota famiglia di emigrati italiani. «Come spesso accade nelle grandi storie d’amore – racconta divertita la novella sposa – il primo impatto non fu dei migliori. Mi è parso come un ragazzetto sfrontato, un pivello; e poi un pilota di automobili che vive tutto l’anno in giro per il mondo, più giovane di me di quattro anni… Dieci giorni dopo, ne ero perdutamente innamorata!».
Delle origini italiane di Felipe se n’è subito accorta – e a buon diritto appropriata – la città di Cerignola, grosso centro abitato situato nella Valle dell’Ofanto, in provincia di Foggia, il cui sindaco Matteo Valentino ha voluto conferire all’illustre concittadino la cittadinanza onoraria e le chiavi della città. Porteranno senz’altro bene. Sono in molti a scommettere che il 2008 sarà l’anno in cui il pilota brasiliano di origini pugliesi potrebbe diventare campione del mondo di Formula 1.
Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017