La grande mamma italiana
BRASILIA
Paese dalle molte contraddizioni, il Brasile è stato definito come uno Stato perennemente pronto al decollo ma che non ha mai spiccato veramente il volo. È, in effetti, un Brasile dei record quello che viene presentato dagli analisti internazionali: immense ricchezze naturali, agricoltura all";avanguardia (ha i primati nella coltivazione della canna da zucchero, del caffè, della soia, delle arance), aziende tecnologicamente avanzate. Eppure, è mancato finora il propulsore fondamentale perché questo gigante «in via di sviluppo» potesse definitivamente affiancarsi alle grandi potenze economiche mondiali.
Molti, in Brasile e nel mondo, sono convinti che l";avvento al potere del Partito dei Lavoratori e del suo leader indiscusso, Luiz Inà¡cio Lula da Silva, potrebbero significare finalmente una svolta epocale per il Brasile. Un presidente certamente sui generis che da una parte ha agito in maniera decisa sul sociale, dichiarando guerra aperta alle piaghe del suo Paese con il Programma «Fome Zero», dall";altra si è dato un gran da fare per promuovere nel mondo l";immagine di un Brasile diverso cercando "; e riuscendoci "; di far vedere anche l";altra faccia del grande Stato-Continente Sudamericano: un Paese moderno e all";avanguardia in molti settori.
A fianco di questa carismatica figura di ex-sindacalista c";è "; da un trentennio a questa parte "; una donna importantissima che non è solo moglie e madre, ma anche attenta osservatrice dei fatti nazionali e internazionali, e saggia consigliera. È Marisa Lula, orgoglio della comunità italo-brasiliana perché la donna più importante (e forse anche più influente) del Brasile ha origini italiane, sia dal lato paterno che da quello materno.
La «Primeira dama» brasiliana ha accettato di rispondere ad alcune domande del Messaggero di sant";Antonio-edizione italiana per l";estero, che vi proponiamo in questa intervista esclusiva.
Msa. Da poco più di un anno lei è entrata a far parte di questo grande numero di oriundi italiani che ce l";hanno fatta. E in Italia siamo molto orgogliosi che la nipote di un emigrato italiano sia a fianco del presidente Luiz Inà¡cio Lula da Silva: una figura così innovativa nel panorama politico internazionale dal quale il Brasile, il Sudamerica e tutto il mondo si aspettano grandi cose. Come le fa vivere, la sua sensibilità di donna, questa grande responsabilità ?
Marisa Letàcia Lula . Essere la moglie del presidente è certamente una grande responsabilità . Pur non avendo alcun incarico amministrativo, desidero partecipare, capire cosa succede, di giorno in giorno, e soprattutto appoggiare e promuovere le azioni del Governo. Per questo, cerco di stare vicina al presidente e ai suoi ministri il più possibile. È uno stile di vita che ho adottato fin dal primo giorno di matrimonio con Lula. Noi due abbiamo sempre camminato fianco a fianco. E quest";anno festeggeremo i trent";anni della nostra unione.
Gli italo-brasiliani hanno conservato uno straordinario sentimento verso la propria terra d";origine e un grande orgoglio per le proprie radici italiane. Moltissimi di loro vogliono conoscere la città dalla quale emigrarono i loro avi e riallacciare i rapporti con la parte della famiglia rimasta in Italia. È, in fondo, il significato più attuale dell";emigrazione.
Quanta italianità c";è ancora in lei, oggi, e in quali aspetti del suo vivere quotidiano si è maggiormente espresso il suo lato italiano?
Lula è solito ripetere a tutti: «Marisa è una grande mamma italiana». È la verità , soprattutto per il mio modo d";interpretare il significato della famiglia. Anche se i miei figli vivono a San Paolo e noi a Brasilia, il nostro vincolo è così forte che non riesco a fare a meno di voler sapere continuamente se stanno bene, se è tutto a posto. In questo primo anno di mandato ho ricevuto migliaia di lettere da parte di cittadini che hanno apprezzato molto il mio modo di stare vicino a Lula e il mio affetto verso i figli. E proprio il valore della famiglia, il suo ruolo centrale nella società è uno dei punti cardinali del nostro Governo.
Che immagine ha di quell";Italia che le è stata raccontata dai suoi nonni e dai suoi genitori?
Sono nipote di italiani. I miei nonni si conobbero sulla nave che li portava dall";Italia al Brasile. I due rami della famiglia "; quello paterno e quello materno "; una volta arrivati in Brasile si sono stabiliti nella città di Sà£o Bernardo do Campo, nello Stato di San Paolo, dove sono nata, cresciuta, ho studiato, mi sono sposata e dove sono nati i miei figli, che vivono ancora là .
A quell";epoca i miei nonni comprarono delle terre e cominciarono a coltivare patate. Tutta la nostra famiglia ha vissuto di questa attività . Là mio nonno ha costruito una Cappella votiva dedicata a sant";Antonio, che esiste ancora oggi. La Cappella è situata in un quartiere che porta il nostro cognome, Casa: un omaggio che la città di Sà£o Bernardo do Campo ha voluto fare alla nostra famiglia italiana. Anche se i miei nonni sono venuti via dall";Italia a causa della guerra, parlavano con molto amore della loro terra d";origine e del popolo italiano. Degli italiani ho l";immagine di un popolo molto legato ai valori della famiglia, che ama mangiare bene e di grandi lavoratori.
Essere compagna di un uomo che da sempre è molto impegnato politicamente non deve essere facile soprattutto perché, come abbiamo letto, lei ha fatto la scelta di seguirlo il più da vicino possibile condividendo successi, sconfitte, preoccupazioni e gioie. Com";è cambiata la sua vita personale e familiare da quando è diventata la «Primeira dama» del Brasile?
È cambiato il nostro quotidiano, questo è certo. Ma noi non siamo cambiati. Come ho già detto, mi piace stare vicino al presidente come lo sono sempre stata. Devo anche dire che, nel corso degli anni, ci siamo preparati a questa sfida, e adesso ci sentiamo molto maturi e consapevoli della responsabilità che abbiamo.
«Fome Zero» è uno dei più ambiziosi progetti che siano mai stati pensati per combattere il grande problema della miseria e della fame in Brasile. È la prima volta che un presidente della Repubblica affronta il problema apertamente e coraggiosamente con una serie di iniziative concrete. A suo giudizio, dopo questo primo anno di interventi, si può guardare al futuro con più fiducia?
Con assoluta certezza. Il Brasile è un Paese enorme. Conosciamo molto bene i suoi problemi ma vogliamo fermamente affrontarli e risolverli. Il Progetto «Fome Zero», per esempio, ha mobilitato la società civile su questo grande problema nazionale. Tutti stanno dando il loro contributo per porre fine al flagello della fame. E noi abbiamo bisogno di tutti perché nessuno potrà mai portare a termine un";iniziativa così importante da solo.
L";anno scorso abbiamo già dato vita ad una serie di azioni concrete, ma soprattutto abbiamo analizzato attentamente il problema, e abbiamo le idee chiare su quello che c";è ancora da fare. A partire da adesso, il Brasile comincerà a crescere. Ne sono convinta.
Avremo il piacere di vederla presto in Italia?
I nostri impegni sono numerosissimi. Nel 2003 abbiamo fatto moltissimi viaggi ufficiali all";estero e l";agenda presidenziale è sempre piena. Non sono in grado di dire quando potremo venire in Italia; tuttavia i nostri sentimenti per l";Italia sono di estrema simpatia.