La mia forza? Gli Ialiani nel Mondo

Quando si hanno degli ideali, non si può essere uomini di parte. Ringrazio i connazionali all'estero che mi hanno sostenuto anche nei momenti più difficili della mia vita.
21 Maggio 2003 | di

Assieme ad Armando Traini, presidente del Sodalizio Abruzzese Molisano di Padova - con il quale la nostra rivista ha organizzato due convegni nazionali cui hanno partecipato 25 rappresentanti di associazioni che seguono i problemi migratori - ho avuto la possibilità  d'incontrare a Bergamo il ministro Mirko Tremaglia. Ecco l'intervista, che il ministro ha concesso al nostro mensile.
Msa. In occasione del voto referendario del prossimo 15 giugno, per la prima volta i cittadini italiani all'estero potranno votare per corrispondenza. Qual è il suo messaggio ai nostri connazionali in occasione di questo referendum?
Tremaglia.
È la prima volta che gli italiani all'estero usufruiscono del diritto di votare per corrispondenza, dopo la storica vittoria del 2001, quando il Parlamento italiano li ha inseriti con i loro diritti nella Costituzione della Repubblica. Il referendum, anche se non piace o non è chiaro negli elementi che richiedono un sì o un no, in rapporto alle future elezioni politiche, è un banco di prova per gli italiani all'estero. Se non andranno a votare, in Italia si dirà  che il loro voto non conta nulla e che la loro mancata partecipazione è segno di una mancanza d'interesse per la terra d'origine. Io ho chiesto a tutti i partiti il loro pensiero sul referendum e lo farò conoscere, come fatto di democrazia: così i nostri connazionali sapranno come pensano gli uomini politici italiani. Quello che è importante, però, anche se comporta un grande sforzo, è che gli italiani all'estero partecipino a questo voto referendario, per il voto politico di domani. Io attendo fiducioso questa partecipazione.
Lei afferma che con la vittoria del voto politico è nata la stagione dei diritti dei connazionali all'estero. Vorrebbe però orientare i connazionali a preferire, tra i candidati, più che uomini scelti dai partiti, i rappresentanti del mondo associazionistico e istituzionale. Per quale ragione?
La mia posizione è quella della maggioranza degli italiani all'estero: da un recente sondaggio risulta che il 60% degli intervistati è favorevole a liste apartitiche, il 19% è incerto, e solo il 21% è contrario. Gli italiani all'estero hanno tutte le capacità  di essere loro stessi quelli che devono decidere il loro futuro, in nome di quanto hanno sofferto e vinto nel mondo. Sono 4 milioni i nostri concittadini all'estero, e 60 milioni quelli d'origine italiana: una grande risorsa e ricchezza, un'espressione d'italianità  che dobbiamo valorizzare. Se le liste saranno fatte dai partiti, i rappresentanti delle comunità  italiane all'estero saranno distribuiti e non conteranno nulla mentre se formeranno un gruppo parlamentare a sé stante - formato da rappresentanti di associazioni, Cgie, Comites e società  civile - avranno un peso politico. Il loro ruolo è di fare l'interesse dell'Italia attraverso gli italiani all'estero; di rivolgere la loro attenzione ai problemi dell'altra Italia, ma anche ai rapporti internazionali e alla nostra politica estera. Tra questi impegni, è prioritario il loro contatto con i 351 parlamentari d'origine italiana che sono nell'amministrazione e nei governi dei Paesi d'adozione dei nostri connazionali. Dopo i miracoli istituzionali (come l'approvazione del voto in loco dopo un iter durato 46 anni e del regolamento per la legge sul voto, in dirittura d'arrivo), ho ottenuto, nel trattamento pensionistico, la parità  sociale per i nostri connazionali all'estero. Ora dobbiamo affrontare i problemi uno per uno, e risolverli: tra i primi, quello della promozione della lingua e della cultura italiana per i nostri connazionali all'estero: un impegno eccezionale perché la richiesta è straordinaria.
Anche l'altra Italia è a conoscenza del successo del Convegno sugli scienziati italiani nel mondo: una presenza che ha un suo significato e valore. Questa iniziativa avrà  un seguito?
È stato un successo eccezionale. La presenza di tanti scienziati e ricercatori italiani all'estero non deve essere considerata come una fuga di cervelli, ma come una constatazione che noi italiani abbiamo dato i migliori cervelli al mondo. È un vero arricchimento per l'Italia che i suoi figli operanti nei più grandi centri di ricerca mondiale abbiano concorso alla scoperta del vaccino anti-Aids, abbiano vinto la battaglia contro il diabete o siano coinvolti in prima linea nella battaglia contro il cancro. Oltre a promuovere il dialogo tra gli scienziati italiani in patria e quelli all'estero, uno dei frutti del Convegno, di cui sono stato promotore, è la creazione di un Comitato permanente composto da rappresentanti dei Ministeri competenti: Italiani nel mondo, Esteri, Sanità , Università  e Ricerca Scientifica, Attività  Produttive, e rappresentanti delle Regioni, di addetti scientifici delle ambasciate, e di scienziati operanti nei cinque continenti. Un Comitato che dovrà  pensare ed agire per promuovere la ricerca in Italia e creare sinergie con i più importanti centri di ricerca.
Ora auspichiamo la costituzione di reti telematiche tra gli studiosi italiani all'estero, in corrispondenza delle reti italiane in modo da costituire una banca dati al servizio di tutti i ricercatori e scienziati. Questo faciliterà  il collegamento degli ospedali italiani nel mondo con le eccellenze sanitarie in Italia. Tale accordo con gli ospedali italiani all'estero è sostenuto anche dal ministro alla Sanità , Sirchia. Queste ed altre proposte hanno un costo: ma non possono essere accantonate, sapendo che l'indotto annuo a favore dell'Italia, da parte dei suoi figli all'estero, è di 191 mila miliardi di vecchie lire: una ricchezza che deve essere capita non soltanto in termini morali, ma anche in termini economici. Posso infine annunciare che dopo la Conferenza dei direttori degli Istituti Italiani di Cultura, sarà  organizzato un convegno per gli artisti italiani e realizzeremo una banca dati sulle opere d'arte italiane nel mondo.
Dopo la proroga al 31 dicembre 2003 dei termini per il rinnovo dei Comites, sarà  possibile che il Parlamento approvi la legge della loro riforma entro tale scadenza? Come promuovere maggiore attenzione da parte degli italiani all'estero per il ruolo di Comites e Cgie ?
Sicuramente noi avremo le elezioni dei Comites con la nuova legge entro il 2003. Riguardo invece al ruolo di Comites e Cgie, ci sono delle ombre per qualche azione di recupero da parte dei partiti. Il 90% cento delle nostre comunità  all'estero sono convinte che il ruolo di questi due organismi partecipativi non debba mescolarsi con l'attività  specifica dei partiti: il loro impegno deve essere rivolto alla conoscenza e alla soluzione dei problemi degli italiani all'estero. Spero che con la nuova riforma i Comites abbiano compiti e ruoli più significativi, ma sono convinto che anche le associazioni debbano svolgere un rapporto più attivo e responsabile in rapporto ai Comites e al Cgie, con una costante attenzione affinché siano sempre prioritari gli interessi e le esigenze di carattere generale delle nostre comunità . Ciò significa promuovere una vera politica dell'italianità .
Ruolo dei media e informazione di ritorno: dall'Italia al mondo e dall'altra Italia verso i nostri connazionali residenti in patria. Ci sono proposte e iniziative di sviluppo per le testate giornalistiche rivolte agli italiani nel mondo: Rai, radio e tv operanti in Italia e all'estero?
L'attuale contributo per i mass media per gli italiani nel mondo è vergognoso e bisogna arrivare quanto prima ad almeno 10 miliardi delle vecchie lire. Mi sono già  impegnato sotto questo aspetto, come mi sto interessando affinché, con speciali contributi, si riprenda la pubblicità  istituzionale attraverso i giornali d'emigrazione per promuovere il voto referendario. Rai International cura attualmente poche ore per gli italiani all'estero: il resto è preso dai programmi nazionali. Bisogna selezionare maggiormente anche se ciò comporta costi e investimenti maggiori. È un problema che mi ha già  coinvolto, e a tale scopo sono riuscito spostare circa 20 miliardi a favore di Rai International. In precedenza mi sono interessato affinché la Rai potesse acquistare tutti i diritti per trasmettere le partite della nostra nazionale. Importante e utile è anche il servizio informativo delle radio e televisioni private per quanto riguarda l'informazione di ritorno. Dobbiamo far conoscere ai connazionali residenti nella penisola dove sono, cosa fanno, come operano gli italiani nel mondo; e a tale scopo i mass media possono ricevere un prezioso aiuto informativo da alcune forze in campo, come gli Istituti di Cultura, la Dante Alighieri, gli Istituti di Commercio Estero e le Camere di Commercio.
Quale risonanza hanno avuto alcune sue visite all'estero?
Sono sempre più convinto che i nostri connazionali all'estero hanno italianizzato il mondo. Ho partecipato come ospite d'onore all'ultimo Columbus Day, su una macchina storica italiana, salutato da 500 mila persone che inneggiavano all'Italia. In quell'occasione, ho stipulato un accordo con la signora Matilde Cuomo per l'insegnamento dell'italiano nelle università  statunitensi. Tanti italiani non sanno che in Usa il 15% dei sindaci sono d'origine italiana e che le Associazioni italoamericane sono 3.450. Complessivamente sono operanti nel mondo 6-7 mila associazioni italiane, legate alle nostre regioni, ai singoli paesi o città  d'origine. È un mosaico d'italianità . Riguardo alle mie visite all'estero, come ministro, ricordo che ho voluto iniziare la serie con la mia presenza a Marcinelle, l'8 agosto 2001, per ricordare la tragica morte di tanti minatori italiani. Ultimamente ho visitato il Circolo Italiano di Losanna, e a Fiume ho inaugurato la nuova sede della Casa d'Italia, dove ho trovato una sorprendente esaltazione d'italianità . Al termine del mio discorso, lo stesso presidente Ciampi mi ha telefonato per congratularsi per la positiva riuscita dell'iniziativa.
Sul piano sociale, ci sono ulteriori contributi all'Argentina?
La mia prima iniziativa è stata quella di coinvolgere tutte le regioni italiane per coordinare gli aiuti verso questo Paese dove metà  della popolazione è d'origine italiana. Il governo italiano ha già  dato un contributo di 200 miliardi di lire, ma avendo ora riammesso l'Argentina nei progetti di cooperazione, invieremo un altro contributo. Con la Spagna dobbiamo fare pressioni politiche affinché anche l'Europa dia un consistente aiuto sociale. Oggi, con la ripresa del lavoro, la situazione migliora sul piano economico-commerciale, ciò nonostante ho aperto le porte a quanti vogliono venire in Italia per ragioni di lavoro. Nella legge per gli extracomunitari ho aggiunto una corsia preferenziale per gli argentini d'origine italiana e ho fatto sospendere il servizio di leva obbligatoria per i giovani italiani ivi residenti.
Concludendo la mia intervista, vorrei lasciare agli italiani e ai lettori del Messaggero di sant'Antonio una mia testimonianza. La mia vita parlamentare per gli italiani nel mondo ha avuto anche tante delusioni e sconfitte. Ad un certo punto non ne potevo più. Perché ho continuato? Perché nelle battaglie bisogna credere nei valori, nelle radici, nei principi, come ci viene testimoniato dai nostri emigrati. Nel 1998, quando ebbi in Parlamento una grande delusione, andai in Uruguay e in Argentina. A Buenos Aires, mi capitò tra le mani un giornale italiano che riportava una mia foto in lacrime. Mi dissi: abbandoniamo le lacrime e ricominciamo a lottare! In occasione del giuramento come ministro per gli Italiani nel mondo, il giornalista Renato Farina scrisse: Eppure rimane la speranza che il più nuovo di tutti sia il vecchio Mirko Tremaglia che vabbé, giurò un tempo per Salò, ma c'era di mezzo l'ideale, e dopo tanto tempo ha qualcosa di fragrante, profumato dentro di sé, e con un gesto antico indica con l'indice il cielo dove lo vede il figlio Marzio morto da pochi mesi. Questa mossa di padre antico che piange il figlio, ma tira diritto perché nella vita c'è un compito da adempiere, resta il sigillo di umanità  che vale come una benedizione. Anche solo per questo, il rito quirinalizio ha avuto qualcosa di davvero sacro. 

Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017