La nuova penitenzieria
Sono terminati i lavori di restauro alla basilica del Santo. I pellegrini che visiteranno d' ora in poi la basilica, contrariamente a quanti lo hanno fatto negli ultimi due anni, non dovranno più armarsi di pazienza per sopportare i tanti disagi dovuti alle impalcature e a tutti gli altri ostacoli di un cantiere in fermento (200 i tecnici e gli operai impiegati), necessari a realizzare gli interventi iniziati nel novembre 1998.
Grande soddisfazione, dunque, per la conclusione dei lavori: soddisfatti i devoti ma anche gli amanti della cultura e dell' arte, i quali hanno potuto vedere recuperate «al loro antico splendore» (termine più usato dai mass media) le cupole e la facciata del santuario, bisognose soprattutto di un radicale intervento di consolidamento e di ripulitura dai segni meno graditi del trascorrere del tempo.
Analoghi interventi hanno interessato altre strutture murarie ed elementi decorativi all' interno della basilica, in particolare il memorabile ciclo di affreschi di Altichiero da Zevio nella cappella di san Giacomo, la cappella dell' Arca, che custodisce la tomba del Santo, e quella delle reliquie: tutti condotti a termine con grande cura e intelligenza.
È stato poi recuperato l' ex refettorio conventuale quattrocentesco, adattato a luogo di preghiera e di raccoglimento per quanti desiderano accostarsi al sacramento della riconciliazione, la penitenzieria, nel quale Pietro Annigoni già nel 1988 aveva realizzato un grande affresco con la parabola del Figliol prodigo. Anche la Biblioteca antoniana, una delle più prestigiose e antiche d' Italia, ha subito interventi di rilievo.
La cerimonia di inaugurazione della nuova penitenzieria e di tutti gli altri interventi si è svolta il 19 maggio scorso, alla presenza del cardinale Edmund Casimir Szoka, presidente della Pontificia commissione per lo stato della Città del Vaticano, del delegato pontificio per la basilica, monsignor Marcello Costalunga e dell' onorevole Antonio Bargone, sottosegretario ai Lavori pubblici, in rappresentanza dello stato italiano (la basilica è pontificia). «Una realizzazione davvero importante - ha sottolineato lo stesso cardinale Szoka - , per la basilica che Paolo VI ha definito 'Clinica dello Spirito' e che ci ricorda l' importanza del sacramento della Riconciliazione».
Il delegato pontificio, nel suo intervento, ha ricordato quanto dichiarato da Giovanni Paolo II il 13 novembre 1999, nel suo messaggio ai rettori e agli operatori pastorali dei santuari. In esso il Papa sottolineava la funzione di luoghi dell' essenziale, dove si va ad attingere la grazia, prima ancora che 'le grazie'. «Il Pontefice - ha detto monsignor Costalunga - esprimeva la gratitudine a quanti custodiscono e valorizzano questo patrimonio spirituale, perché i pellegrini che vi si recano possano trovare ambienti accoglienti e persone pronte a offrire loro un' appropriata assistenza spirituale. Questa sollecitudine pastorale manifestata dal successore di Pietro - ha aggiunto - ha da sempre stimolato la delegazione Pontificia, i frati minori conventuali e la presidenza della Veneranda Arca di sant' Antonio, che attendono rispettivamente alla guida, al servizio e al decoro della Basilica del Santo».
La basilica di sant' Antonio e il grande complesso conventuale si presentano oggi come un'importante sintesi di fede, arte e cultura, preziosa testimonianza di tanti artisti che ne hanno fatto un patrimonio culturale di fama mondiale.
D
I
O PERAI PELLEGRINI
D ALLA ROMANIA AL SANTO
L
I
INCONTRO ECUMENICO DI PREGHIERA
N OVELLI SACERDOTI
GIUBILEO IN BASILICA
Settembre 2000 23 settembre - Giubileo della Provincia religiosa dei frati minori conventuali.8 settembre -Concerto dell' Orchestra Suzuki di Torino, composta da bambini dai 6 ai 12 anni. |