La paladina dei sardi

Rilevante l'impegno di Bonaria Spignesi per l'emigrazione sarda nel mondo, che tra i giovani assume caratteristiche nuove: non più migranti, ma cittadini del mondo.
13 Gennaio 2011 | di

L’Associazione Tutela Migranti (ATM) Emilio Lussu è nata nel 1989 a Cagliari, sulla scia delle associazioni di tutela storiche, grazie all’attivismo dei soci fondatori appassionati dei problemi delle migrazioni dei popoli e in particolare degli emigrati partiti dalla Sardegna verso i quattro angoli del mondo. Si occupa in particolare delle problematiche culturali dei Sardi residenti all’estero nel tentativo di non rompere il cordone ombelicale che lega gli appartenenti al popolo sardo.
«La Regione sarda – afferma Bonaria Spignesi, Membro della Consulta Regionale per l’Emigrazione della Regione Sardegna, già presidente dell’ATM «E. Lussu» – persegue la realizzazione degli obiettivi della legge Regionale sull’Emigrazione attraverso incentivazioni finanziarie alle organizzazioni dei sardi costituite in qualsiasi parte del mondo purché riconosciute dalla Regione e operative. Ci sono 129 Circoli dei sardi nel mondo, 7 Federazioni dei Circoli, 7 Associazioni di Tutela degli Emigrati, 1 Federazione delle Associazioni di Tutela. Poi c’è la Consulta che coordina gli interventi in favore dei sardi emigrati all’estero e in Italia continentale con il compito di dare un parere consultivo alla programmazione dei fondi ammessi dalla Regione sul capitolo dell’emigrazione con a capo il dottor Franco Manca, assessore al Lavoro e Formazione. Come primo impegno nell’ATM E. Lussu abbiamo cercato di censire i sardi in Argentina, ma abbiamo trovato serie difficoltà perché, se è possibile trovare nelle anagrafi comunali quelli della vecchia generazione, non è stato facile trovare quelli delle nuove generazioni, che lasciano la Sardegna senza registrarsi all’AIRE».
Rilevante è la presenza e l’attività dei Circoli sardi nei Paesi europei e nell’Italia continentale, ma anche nelle Americhe, in Australia e nei Paesi dell’Est. In Sud America, in particolare in Argentina, c’è una  presenza «storica» sarda, con circa 30 mila sardi di prima generazione. È il Paese extraeuropeo con il più rilevante flusso migratorio, dove esiste una Federazione e otto circoli riconosciuti, dei quali quattro sono presieduti da donne.
«La Sardegna – continua Bonaria Spignesi – è stata una delle prime regioni che ha legiferato a favore dell’Emergenza Argentina, con un progetto che ho coordinato in loco, su mandato della Regione Autonoma della Sardegna e in raccordo con la FAES, che ha voluto offrire un contributo concreto all’inserimento nel mondo del lavoro, in un’ottica imprenditoriale, a sardi emigrati o loro discendenti disoccupati residenti in Argentina. Sono stati attivati corsi di formazione in 6 città dell’Argentina, sono nate delle micro-imprese e delle cooperative alimentari (caseifici, apicoltura, produzione di pane e dolci nella tipicità sarda e locale) per dare lavoro e  sostentamento ai partecipanti ai corsi e alle loro famiglie a Mar del Plata, a San Miguel de Tucuman, a Trancas, a Rosario, a Moreno ed a Buenos Aires. Il progetto ha visto la partecipazione di circa 120 emigrati in condizione di grave difficoltà e 95 progetti di creazione di impresa finanziati.  Analogo progetto è stato da me  attivato anche in Brasile (a Maringà, a San Paolo, a San Caetano) sempre su mandato della Regione e in raccordo con la Faes. La Regione ha anche un capitolo nella Legge dell’emigrazione che prevede erogazioni di fondi per persone in difficoltà».
Dal 2006 l’ATM E. Lussu ha organizzato in Sud America alcuni seminari formativi, con l’apporto delle Università e delle Istituzioni locali. «Oggi è inevitabile l’inserimento delle nuove generazioni, con un nuovo stile di fare associazionismo – aggiunge Spignesi –, rapportato alla globalizzazione, alle norme e agli obiettivi della Regione, ma anche al lavoro svolto dal CGIE e dai Comites in favore dei giovani. Ci troviamo di fronte a un cambio di mentalità: per i nostri giovani sardi, la parola «emigranti» non ha più senso. Lasciano la Sardegna per studio (progetti Erasmus) o per cercare un lavoro in grandi metropoli: non come «migranti», ma come cittadini del mondo».

Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017