La più amata dagli italiani... all’estero

La conduttrice campana si è conquistata, negli ultimi sei anni, la simpatia di milioni di fans. Il suo segreto? Garbo e intelligenza.
21 Novembre 2005 | di

ROMA
Brava, bella, brillante. Tre «B» potrebbero bastare per presentare Francesca Alderisi, che da sei anni a questa parte è autrice, curatrice e conduttrice del programma Sportello Italia, una delle trasmissioni di maggior successo di RAI International.
Dire quanti siano i telespettatori che dal lunedì al venerdì seguono Sportello Italia da ogni angolo del mondo è assai difficile. Ma si parla di milioni di persone, se è vero che il pubblico di riferimento di RAI International supera i 70 milioni di spettatori: tanti sono "; per difetto "; gli italiani e soprattutto i discendenti di italiani che vivono all";estero e per i quali la Rete internazionale della RAI costituisce un solido punto di contatto con le origini.
Di origine campana ancorché nata a Treviso «per caso» "; come sottolinea ";, Francesca ha condotto in passato alcune rubriche televisive per la RAI, ed è stata per qualche stagione la speaker ufficiale dello Stadio Olimpico di Roma prima di approdare a RAI International.
Meneghini. L";incontro con il mondo degli italiani all";estero è stato per lei un colpo di fulmine`€¦
Alderisi
. RAI International mi ha aperto gli occhi su di un mondo che prima conoscevo molto poco, come la maggior parte degli italiani. Un mondo fatto di tanta umanità , di emozioni forti che solo gli italiani all";estero ti sanno dare; un mondo di nostalgie e di ricordi, ma anche di straordinarie realtà  che i nostri connazionali, approdati oltreoceano tanti anni fa, hanno saputo creare con il loro lavoro e con il loro ingegno. Per questo sono convinta che siano una grande risorsa per l";Italia.
A parte i tifosi romani che la ricordano ancora con molto affetto, nel resto d";Italia il suo nome e il suo volto sono pressochè sconosciuti.
Il fatto di non essere conosciuta qui in Italia come personaggio televisivo è per me un grande vantaggio, mi creda. Giro tranquillamente per il centro di Roma e vado a fare la spesa senza che nessuno mi fermi per chiedere un autografo o per farsi fotografare con me, cosa che invece capita alle mie colleghe che conducono programmi sulle Reti nazionali della RAI. Non che queste forme di gratificazione non mi facciano piacere, ma so "; per come sono fatta io "; che ne andrebbe della mia tranquillità , e che alla lunga mi sentirei stressata. Invece, il fatto di passare «inosservata» mi consente di lavorare con maggiore serenità , di dedicarmi con tutte le energie al mio lavoro senza le preoccupazioni legate al fatto di essere un personaggio pubblico.
Una popolarità  che le viene ampiamente riconosciuta al di fuori dei confini nazionali.
È proprio vero. Sono convinta che se mettessi piede all";aeroporto di New York, piuttosto che in quello di Sydney, di San Paolo o di Buenos Aires, comincerei a sentirmi subito osservata e non passerebbero molti minuti prima che qualcuno si facesse incontro per salutarmi, per abbracciarmi, per farsi fare una foto con me. È una forma di popolarità  «a distanza» che mi gratifica moltissimo e che allo stesso tempo mi permette di lavorare serenamente. Non le nascondo che non ho avuto ancora modo di provare «dal vivo» questa grande popolarità , forse perché ne sono in qualche modo spaventata. Forse è per questo che da un po"; di anni non viaggio all";estero.
Sportello Italia è una trasmissione «di servizio» ovvero un programma che ha il compito di informare, di dare risposte ai nostri connazionali su temi come previdenza, cittadinanza, burocrazia, ecc. Eppure la sua mezz";ora fila via tenendo incollate al video milioni di persone. Qual è la formula del successo del suo programma?
Essere riuscita a trasformare un programma che sulla carta potrebbe risultare noioso e pesante, per gli argomenti che deve necessariamente trattare, in un programma quasi di intrattenimento, che appassiona e coinvolge larghe fasce di pubblico. E questo mi inorgoglisce davvero.
Ogni puntata è sapientemente calibrata, nel ritmo e negli argomenti, per dare informazioni utili ai telespettatori, spesso invischiati in questioni burocratiche che all";estero sono ancora più difficili da risolvere. Allo stesso tempo siamo riusciti a creare un filo diretto con il nostro pubblico raccontando l";Italia di oggi, andando con le nostre telecamere nei borghi d";origine, conducendo quasi per mano i nostri connazionali a scoprire angoli caratteristici, personaggi, realtà  associative del nostro Paese.
E poi, mi creda, molto dipende anche da come si porgono le notizie: un sorriso, un linguaggio semplice e soprattutto un clima familiare riescono a rendere gradevoli e interessanti anche gli argomenti che potrebbero sembrare più ostici.
A proposito di pubblico, nell";ultima edizione di Sportello Italia, l";abbiamo vista ritagliarsi un simpatico spazio per telefonare in diretta a qualche telespettatore.
Questo «a tu per tu» con i nostri connazionali è stata una mia idea e devo dire, senza falsa modestia, che si è trattato di un";intuizione vincente. Leggendo attentamente le centinaia di lettere e di e-mail che ogni settimana arrivano in redazione (e che spesso mi porto a casa per leggerle con calma), ho capito cosa noi di Sportello Italia rappresentiamo per il nostro pubblico, quanto ci seguono, quanto ci vogliono bene. E allora mi è venuta voglia di entrare in queste case degli italiani che vivono negli Stati Uniti, in Australia, in Sud America o altrove. Un";«intrusione» fatta sempre con garbo, quasi in punta di piedi, per scambiare quattro chiacchiere, carpire scampoli di vita quotidiana, o semplicemente per chiedere all";interlocutore quale piatto stia preparando per cena. L";iniziativa è stata veramente un successo.
Da tempo lei sta facendo una «crociata» sull";uso della lingua italiana. L";abbiamo sentita rampognare senza alcun timore "; con il sorriso sulle labbra, ma con fermezza "; più di qualche ambasciatore o console d";Italia che, collegato in videoconferenza, aveva usato inglesismi come magazine, business plan, tour o shopping .
Dell";uso della lingua italiana sto facendo un punto fermo della trasmissione. Ma, dico: siamo la televisione italiana nel mondo, ci rivolgiamo ad un pubblico italiano o d";origine italiana che tutti i giorni usa altri idiomi per farsi comprendere dove vive e lavora, e noi che dovremmo portare i nostri connazionali a riappropriarsi della lingua d";origine, continuiamo ad utilizzare parole inglesi invece di quelle corrispondenti in italiano? Per carità ! Non si dice «Ok», ma si dice «va bene» o «d";accordo»!
Quali sono le novità  più rilevanti dell";edizione 2005-2006 di Sportello Italia?
Lo schema della trasmissione rimane sostanzialmente invariato. Tuttavia ci sono delle novità , la più importante delle quali è rappresentata da una finestra che vogliamo aprire sul mondo dei giovani. Sportello Italia diventa una piazza virtuale dove i giovani oriundi italiani nel mondo "; una fascia d";età  che immaginiamo tra i 15 e i 30 anni ";, hanno la possibilità  di dialogare, per il nostro tramite, con i loro coetanei che vivono in Italia, scambiandosi esperienze, sogni, impressioni, magari anche progetti da portare avanti insieme.
E poi, a grande richiesta, a partire dai primi mesi del 2006 la durata del programma sarà  molto probabilmente di 45 minuti invece della consueta mezz";ora. Abbiamo portato al nostro direttore Massimo Magliaro pacchi e pacchi di lettere da ogni parte del mondo "; quasi una petizione popolare "; che chiedevano a gran voce di estendere la durata della trasmissione. E lui non ha potuto dire di no.
Fra l";altro, il 2006 sarà  l";anno delle elezioni politiche. Per questo, faremo molta informazione sulle modalità  con le quali i nostri connazionali all";estero potranno andare alle urne, svolgendo così in pieno la nostra funzione di programma di servizio.

Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017