La rete cattura l’amicizia

Da comunità virtuale a comunità reale. L’esperienza di www.italianialondra.com nel racconto del suo fondatore, Giuseppe Marra.
12 Novembre 2004 | di

LONDRA
Il sito internet www.ItalianiaLondra.com rappresenta il nuovo fenomeno di aggregazione giovanile tra gli italiani a Londra. È il risultato dell’unione spontanea di utenti che hanno deciso di mettersi insieme e formare un’isola italiana nel mare di Internet e d’oltremanica. Con i tipici canoni di una comunità virtuale, il sito internet si è andato sviluppando sempre più con successo in una comunità reale che conta oggi 2.500 iscritti effettivi. E tutto in poco meno di un anno e mezzo.
Il merito è di Giuseppe Marra, ventinovenne ingegnere elettronico di Cuneo, a Londra dal 2001, che dalla sua idea ha portato ItalianiaLondra.com ad essere la comunità italiana di riferimento per i giovani in Gran Bretagna.
«Mi ero reso conto che c’erano tantissimi giovani italiani dispersi nella capitale inglese – afferma Marra –. Vi era perciò l’esigenza di creare un contatto tra i giovani stessi ma non esisteva un luogo di ritrovo, un punto di riferimento tipo un quartiere, una piazza o un bar. Il sito Internet è diventato tutto questo: il punto di contatto, il mezzo di comunicazione tramite il quale i giovani italiani possono oggi conoscere altri italiani, come un muretto virtuale dove interagire e lasciare messaggi. Londra è grandissima e Internet, che piaccia o no, accorcia le distanze».
La rete, infatti, si presenta come uno strumento di comunicazione globale che supera le distanze fisiche e le barriere culturali. Con la comunicazione mediante computer è nata la nuova nozione di spazio: il cyberspazio, in cui il territorio non è un concetto essenziale ma una struttura simbolica dove la distanza non rappresenta un limite, e lo spazio fisico può essere definito solo attraverso cavi, chip o circuiti elettrici ma che invece dipende strettamente dalla sua qualità d’immaginario condiviso. Nel caso di «Italiani a Londra», nome «che manco a dirlo è venuto fuori da solo» ammette Marra, ne definisce chiaramente il confine, il territorio e il senso d’appartenenza alla comunità stessa.
«All’inizio le iscrizioni erano poche – ricorda Marra – poi il passaparola ha fatto il suo mestiere. Oggi i giovani italiani partecipano ai forum di discussione, cercano lavoro, casa o semplicemente nuove amicizie». La posta elettronica e soprattutto la conversazione in chat hanno consolidato la comunità degli italiani a Londra che oggi interagisce e s’ingrandisce sempre di più».
È bene notare che l’impatto culturale di questo nuovo tipo di comunicazione è di gran lunga superiore ai tradizionali mezzi di comunicazione di massa come radio, televisione e carta stampata. Il costo relativamente basso, la facilità d’uso e soprattutto la possibilità di interagire attivamente, sono elementi che esercitano una forte attrazione verso le nuove generazioni di italiani all’estero, e sono, in parte, gli elementi del successo di questa nuova comunità che, ben presto, da virtuale è diventata reale.
«Gli utenti che prima si erano solo scambiati messaggi online, s’incontrano e si conoscono di persona; e la cosa piace parecchio – continua Marra – si organizzano eventi quali serate al cinema, pic-nic nei parchi, feste in barca, visite a mostre, concerti e pizze in compagnia. Con l’obiettivo dichiarato di conoscersi e di fare nuove amicizie».
Il fenomeno dei raduni è un altro dei fenomeni tipici e più affascinanti delle comunità virtuali. Ci si incontra in gruppi, di solito numerosi, in un luogo prestabilito, ma lo scopo non è tanto quello di scambiarsi informazioni o mettere in mostra le proprie abilità, quanto quello di «scambiarsi una faccia».
In ItalianiaLondra.com, infatti, non si scambiano né file né programmi, si condivide solo se stessi. Il cosiddetto self sharing che, nella sua immediatezza di conversazione, manca di elementi concreti quali gesti, toni di voci, espressioni facciali o indicatori sociali come genere, età, modo di vestire, aspetto fisico. La comunicazione elettronica è fondamentalmente anonima e la mancanza di barriere sociali rende più facile lo sviluppo di relazioni personalizzate, le persone cioè valgono per quello che pensano e non per quello che sono in realtà. Ecco quindi spiegato il motivo del perché la comunità degli italiani a Londra raccoglie un po’ tutti, come ci elenca Marra: «dallo studente al professore universitario, dal manager al lavapiatti, dal broker al cameriere. La comunità non s’identifica in nessuna fascia particolare perché – prosegue Marra – ciò che unisce tutti è la voglia di stare insieme, di divertirsi e di fare amicizie senza giudicare la propria estrazione sociale».
Ma che cosa spinge il giovane italiano a Londra a voler conoscere altri italiani e a partecipare ad eventi e raduni? Esattamente le stesse cose che li hanno inizialmente spinti a chattare: la curiosità e la voglia di divertirsi. Gli incontri degli italiani a Londra rappresentano infatti il concretizzarsi, in maniera fisica, della comunità virtuale, il momento in cui vengono a coincidere la vita reale e quella virtuale, l’occasione in cui poter finalmente associare un aspetto fisico e un volto a quei soprannomi, spesso buffi, con cui si sono intrattenuti tanti discorsi on line, ma «c’è qualcosa di più profondo della semplice e genuina voglia di condividere un bicchiere di vino e di fare festa insieme – ci spiega Marra –. È il desiderio di confrontare la propria esperienza londinese con quella altrui, di capire come altre persone della stessa cultura reagiscono ai pregi e ai difetti di questa città. È un gioco allo specchio che mediante la conoscenza della vita e dei pensieri degli altri, aiuta a capire se stessi. La comunità degli italiani a Londra non è però una comunità di disadattati – sottolinea Marra –. Essere italiani significa avere un’identità ben precisa, e ci sono cose che si possono fare solo tra connazionali; un legame d’amicizia italiano-inglese trova più facilmente dei difetti comunicativi rispetto ad un rapporto tra italiani. Ma è importante capire che la comunità degli italiani a Londra non nasce per mancanza d’integrazione – aggiunge Marra –: noi italiani siamo integrati molto di più di quanto pensiamo. Tuttavia è difficile definire lo standard d’integrazione non sapendo come poterlo misurare».
L’aspetto ludico è senza dubbio il collante più forte della comunità degli italiani a Londra. Il senso d’appartenenza, di solidarietà e di fiducia nella comunità, nascono da esperienze piacevoli, condivise, e sono rafforzate dalla frequentazione assidua attraverso l’organizzazione di eventi particolari come i raduni.
Il sito internet, dunque, non è più un semplice servizio ma un vero e proprio network sociale attraverso il quale i giovani italiani possono ottenere supporto emotivo, informazioni, aiuti materiali, identità sociale, tutti elementi fondamentali per una sana, positiva e proficua permanenza all’estero che non si può certo riassumere in una mancanza d’integrazione. «”Il nostro sito”, come molti utenti cominciano a definirlo, è l’esempio della nascita di una nuova comunità italiana a Londra fatta di creatività e impulsività», conclude Marra.
Italiani a Londra.com si differenzia da altre realtà giovanili per la sua libertà e interattività: elementi basilari per il buon funzionamento di una comunità in cui tutti i partecipanti hanno pari diritti e in cui tutte le opinioni sono rispettate. Ma libertà e interattività non significano anarchia totale come ci conferma Marra: «ItalianiaLondra.com si comporta come una piccola città. Io faccio il sindaco, gli altri i cittadini, e tutti interagiscono democraticamente: ogni utente, infatti, può inserire eventi e messaggi senza dover chiedere il permesso a nessuno».
Cercare di trarre delle conclusioni su un fenomeno ancora in evoluzione e così socialmente complesso è un’impresa difficile; è comunque ovvio che ItalianiaLondra.com non mi sembra un fenomeno di passaggio, bensì una solida realtà giovanile destinata ad un continuo sviluppo futuro. Essa va a colmare un vuoto associativo nella comunità italiana in Gran Bretagna, quella delle nuove generazioni di giovani italiani all’estero, fenomeno al quale troppo spesso si è dato poca importanza. Sono convinto infatti che questa realtà sia un valido aiuto per combattere l’isolamento culturale in cui molti dei nostri giovani italiani in Gran Bretagna si ritrovano, forse inconsciamente portati dalla frenetica vita del mondo anglosassone moderno.

Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017