La signora dei diritti umani

05 Marzo 2000 | di

Chiamata da Kofi Annan a contrastare dal Palazzo di vetro le violazioni alla dignità  dell`€™uomo, ha detto: «Sarò voce delle vittime». Ha mantenuto l`€™impegno, agendo con coraggio, obiettività  e da donna.

Le cartine disegnate alle sue spalle, alle pareti dell`€™ufficio al quinto piano nel palazzo delle Nazioni Unite di Ginevra, raccontano la geografia mondiale della violazione dei diritti umani. Sono le mappe di un dolore il più delle volte nascosto, occultato perché scomodo ai grandi giochi di politica internazionale. Ma a Mary Robinson, 56 anni, dal settembre 1997 Alto commissario per i diritti umani all`€™Onu, non manca il coraggio per andare a mettere il dito nelle ferite ancora aperte della nostra storia recente.

 «Ho il dovere dell`€™obiettività », ha premesso il 30 aprile 1999, quando chiese l`€™intervento della Corte dell`€™Aja non solo per «la pulizia etnica» fatta dai serbi in Kosovo, ma anche per «i bombardamenti Nato sulla Jugoslavia, che hanno ucciso senza ombra di dubbio un gran numero di civili». La commissaria ha denunciato la Nato per aver usato «installazioni civili come bersagli, sulla base del fatto che hanno o possono avere un uso militare» e per essersi posta come «solo giudice di cosa sia o non sia accettabile bombardare».
Altre volte ha direttamente attaccato la politica americana, come nel caso dell`€™embargo imposto all`€™Irak «che ha avuto effetti devastanti sui settori più vulnerabili della popolazione». E puntuale la sua voce si è levata per i massacri in Algeria, Ruanda, Cambogia, Sudafrica`€¦ la sua valigia ha coperto tutte le latitudini del dolore e della violenza, spesso affrontando rifiuti e delusioni. Anche perché il suo ufficio `€“ costituito nel 1983 con un modesto bilancio del due per cento del totale Onu, un organico di circa 400 persone tra quelle in sede e quelle sul campo `€“ più che un peso politico ne ha uno morale, che talvolta poco può di fronte agli intrighi, le prudenze e l`€™indifferenza degli stati.
Più volte, soprattutto dopo che una giuria internazionale di giornalisti l`€™ha eletta nel 1997 «Europea dell`€™anno», la Robinson ha risposto a chi le chiedeva degli impegni difficili che l`€™aspettavano al varco: «Non mi aspetto di avere rapporti facili con i governi, questo fa parte del mio mestiere. Un ruolo difficile che richiede un approccio globale, perché deve mantenere un equilibrio non solo tra le diverse regioni del mondo, ma anche nei rapporti con i governi, con i quali bisogna pur lavorare denunciando, quando necessario, le violazioni dei diritti umani. È una delle sfide del mio mandato, ma ricompensa grandemente della fatica».

Nei problemi con femminilità . Eppure chi pensasse di trovarsi di fronte a una «donna con i pantaloni», insomma a un maschiaccio mancato, dovrebbe ricredersi: avvocato, cattolica sposata a un protestante, madre di tre figli, Mary Robinson si è conquistata la fama di militante per i diritti delle minoranze e dei più deboli, senza perdere nulla della sua femminilità . Anzi, la tenacia con cui porta avanti le sue idee ha una forza tutta femminile. Non a caso il 10 dicembre scorso, in occasione della giornata contro razzismo e xenofobia, ha rivolto un invito «in particolare alle donne perché promuovano a tutti i livelli, dal locale al nazionale, iniziative che aiutino l`€™intera comunità  a impegnarsi nella causa dei diritti umani, contro qualunque discriminazione di genere, sesso o credo». Il suo slogan, «la mano che dondola una culla può far dondolare il mondo», le aveva già  aperto in passato le porte della presidenza della Repubblica irlandese. E probabilmente proprio l`€™attenzione al problema della violazione dei diritti umani manifestata in quel periodo `€“ è stata il primo capo di Stato a visitare la Somalia durante la crisi del 1992 e il Ruanda dopo il genocidio del 1994 `€“ ha attirato su di lei l`€™attenzione internazionale.
Quando Kofi Annan l`€™ha chiamata al Palazzo di vetro, al momento dell`€™investitura ha detto: «Sarò voce delle vittime». E ha mantenuto la promessa, senza dimenticare di appartenere a quella che, secondo le statistiche mondiali, resta comunque la parte più svantaggiata della popolazione. «Le principali emergenze in fatto di povertà  assoluta riguardano donne e bambini», ha affermato più volte, denunciando la tratta delle donne come nuova forma di schiavitù nel terzo millennio.
Le cronache raccontano che quando la Robinson era presidente dell`€™Irlanda ed era fuori per un viaggio, lasciava accesa una candelina dietro la finestra della cucina, per dire al paese che non era abbandonato, che la presidente, anche se all`€™estero, era comunque vicina ai suoi concittadini. Oggi non c`€™è nessuna luce al quinto piano del palazzo di Ginevra. Ma la signora dei diritti umani è lì a guardare, talvolta impotente, le mappe del dolore. Comunque decisa a fare la sua parte perché «la sfida di questo nuovo secolo è la prevenzione della violazione dei diritti umani».

   
   
L`€™8 MARZO, UN SIMBOLO      

Il grappolino giallo di mimosa che le donne l`€™8 marzo portano con orgoglio è il simbolo della lunga lotta, intrapresa dal sesso debole sin dalla metà  del secolo XIX, per vedere riconosciuta quella parità  di diritti e di opportunità  che è nella logica delle cose, che Gesù  `€“ contro la mentalità  del suo tempo `€“ aveva in mille modi evidenziato e che san Paolo aveva così sintetizzato nella lettera ai Galati: «Non c`€™è  più giudeo né greco, non c`€™è più schiavo né libero, non c`€™è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in cristo Gesù». La storia poi, si sa, dominata dal maschio anche all`€™interno della Chiesa, è andata per altre strade. Oggi le donne stanno recuperando con intelligente grinta posizioni un tempo negate; inizialmente in aperto conflitto con il maschio, ora con       spirito di collaborazione nel segno di una complementarità , anche questa nella logica delle cose. Perché solo mettendo insieme quanto hanno di bello e di diverso, nel rispetto reciproco, l`€™uomo e la donna possono crescere e arricchirsi e far crescere positivamente il mondo.

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017