LA STOFFA VA CALANDO

La moda può essere un indice di anonimia. Mentre il Signore ci ha fatti a uno a uno. Non in serie. Che belli i vestiti tessuti o confezionati in casa. Oggi si preferisce il prêt-à-porter anche perché costa meno. Ma non si gridi alla conquista.
07 Febbraio 1997 | di

Era un pezzo forte dei predicatori di cartello di un tempo. Da condannare senza riserve, con toni di minaccia dell'inferno. Senza soverchie precisazioni. Sì, perché la 'moda' va dall'andatura al tipo di capigliatura, al vocabolario che si usa, alle inflessioni della voce, alla tecnica di presentazione, ecc. Ovviamente, includendo anche i vestiti che si indossano.

Il tema è vastissimo. Il Vangelo allude al comportamento almeno quando tratta del digiuno: Gesù sembra suggerire il dovere di lavarsi il volto e di profumarsi la testa soltanto nel tempo in cui ci si mortifica, astenendosi dai cibi o limitandoli e compiendo altre penitenze (cf. Mt 6,16-17). Poca cosa, come si vede. Acqua e sapone e poco più. Quasi nulla rispetto ai trucchi a cui si ricorre oggi, perfino chirurgicamente, con il lifting, di là  da strati geologici di fondo tinta, di rimmel, di rossetto e di non so quali diavolerie. Per assomigliare a qualcuno o per togliersi - pia illusione - un po' di anni.

Ma stiamo al vestito.

I predicatori non avevano forse tutti i torti anche nei periodi in cui si portava la gorgiera e il guardinfante, se ciò era per civetteria. (E sia chiaro che il discorso va fatto anche per gli uomini: dall'ossessione della dieta al taglio del vestito e così via. Per non parlare dell'uso dell'unisex, invalso ma ambiguo e ancora disagevole per persone sane). Non solo perché si sta ore e ore a truccarsi e ad abbigliarsi, ma anche perché la stoffa va calando fino alla minigonna. O a 'spacchi' da mozzafiato, se se ne ha voglia. O a veli allusivi e canaglieschi, se non ci si limita a rilevare geografia e architettura di un corpo. (Ma, per giungere a tanto, occorre saggezza e dominio di sé).

Le funzioni di vestito? Molte. Ne segnalo tre o quattro.

Difesa dal freddo. E non c'è bisogno di vivere in Groenlandia.

Espressione dell'appartenenza a un ceto. I preti o i vescovi, quando non hanno vergogna di apparire chi sono: uomini di Dio. Le suore con diversità  di abiti magari minime - un pizzo, un nastrino, la tinta - eppur diversissime. I magistrati. I militari dei vari ordini e gradi. Gli accademici. I postini. I ferrovieri. Le prostitute, almeno nei grandi tratti, ecc.

Terza funzione del vestito: il richiamare l'attenzione sulla persona che lo porta. E non si tratta di finalità  intrinsecamente perversa, se non ci si limita a sottolineare protuberanze e a lasciar intuire chissà  cosa con civetteria. C'è un abisso tra l'eleganza casta, e magari la sciatteria e l'eccentricità  più smaniosa di attirare gli sguardi e sollecitare gli istinti più corrotti.

E poi, quarta funzione: la gioia di evidenziare, senza alcun secondo fine, l'originale identità  della persona.

Oggi, il problema della moda non è soltanto l'indecenza. È anche la possibilità  - così spesso realtà  - di allineare un po' tutti, facendone una massa, più che una comunità  di io irripetibili.

Non che non esista il pericolo di disparità  di ceti: una disparità  che esprime disprezzo, quasi una 'lotta di classe'. Ma il rischio più frequente è quello di rincorrere l'originalità  a ogni costo, la genialità  più spinta, per poi trovarsi magari quasi tutti uguali come oche messe in fila. In divisa.

L'orecchino e il codino ai capelli per gli adolescenti (anche attempati). Blue-jeans d'obbligo, e più sono sporchi e laceri, più spiccano e valgono. Casual prescritti nei minimi particolari. Così che si veste come propone la televisione o suggeriscono i rotocalchi. Fantasia piatta. Gli ordini di scuderia circa gli abiti arrivano da Parigi o da Firenze. Da modelle filiformi che vengono sostituite da signore con problemi di obesità .

La moda può essere un indice di anonimia. Mentre il Signore ci ha fatti a uno a uno. Non in serie. Che belli i vestiti tessuti o confezionati in casa. Oggi si preferisce il pràªt-à -porter anche perché costa meno. Ma non si gridi alla conquista.

E rimane chiaro che la moda è mobile e quasi pendolare. Corto, lungo. Colori fissi. Fogge sfarzose o fascianti, ecc. Secondo l'estro. O i fondi di magazzino da smaltire.

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017