LA TELE...VISIONE DI DOM SERAFINI

Da qualche anno è sulla cresta dell’onda. Con le sue proposte nel campo dei mass media ha dato un nuovo impulso a un panorama televisivo sempre più monopolizzato da Rai, Mediaset e Telemontecarlo.
07 Aprile 1997 | di

A dispetto del clamore suscitato dalle sue proposte innovative, Domenico Serafini resta per tutti Dom: un lavoratore tenace, un imprenditore accorto, un italiano all";estero della nuovissima generazione. Sì, perché Dom Serafini opera in quella terra di inesauribile ricchezza imprenditoriale che sono gli Stati Uniti dove ha iniziato dalla gavetta, come qualsiasi altro italiano approdato sulle sponde americane. Oggi è un imprenditore lanciato alla conquista di un nuovo mercato, al di là  dell";Oceano, proprio nella terra che lo ha visto nascere.

'In effetti posso considerarmi un emigrante dell";ultima generazione e per il tipo di vita che conduco potrei definirmi un 'bi-costale' "; dice Serafini ";. La mia vita, infatti, si svolge tra New York, Milano, Los Angeles e Giulianova, il mio paese d";origine in provincia di Teramo, e sede italiana della mia casa editrice'.

Definizione calzante: ogni due mesi Dom Serafini prende l";aereo e torna in Italia. Alla Media Age Incorporation, sulla 75a strada di New York, sono abituati a vedere il loro capo scomparire per qualche tempo. Sanno che è soprattutto sull";Italia che Serafini punta i suoi investimenti. E in Italia è già  nata una rivista, 'Baseball Magazine', che intende diffondere con professionalità  la passione per questo gioco tanto popolare negli states. Ma per quest";uomo che vive viaggiando per il mondo, l";Abruzzo è ancora un punto di riferimento. Il luogo in cui è iniziata un";avventura umana e professionale davvero avvincente.

'Basti pensare che a Milano ho fatto in modo di abitare in viale Abruzzo e ho dovuto rinunciare con rammarico a una casa in via Giulianova "; ricorda Serafini ";. Amo fortemente la mia regione, dalla quale sono emigrato per studiare la 'televisione a colori', che allora stava muovendo i suoi primi passi. Era il 1968; avevo 19 anni. Mi sono trasferito a New York per continuare gli studi specifici, e mi sono ritrovato nel bel mezzo delle contestazioni del ";68, per la guerra del Vietnam. È stato questo il momento più brutto della mia vita: vivere in un paese in preda a una forte crisi d";identità , senza conoscerne bene la lingua e gli usi'.

Ma il giovane Serafini non ha tempo per fermarsi davanti al 'terremoto sociale' americano degli anni Sessanta. Lo attendono la facoltà  di Lettere a New York e il primo approccio con il giornalismo. Serafini inizia, infatti, un";attività  di corrispondenza con una decina di riviste internazionali e con alcuni quotidiani americani. Sono gli anni del giornalismo 'free-lance', ma anche gli anni delle stazioni radiofoniche. Serafini collabora con l";emittente di Long Island e produce programmi per la Viacom Cable. È di questo periodo la realizzazione dell";unico video americano sulle celebrazioni per il bicentenario degli Stati Uniti, oggi conservato nel Museum of Broadcasting, e la collaborazione alla nascita della prima rivista italiana di televisione: 'Millecanali'. Come dire... pragmatismo americano in un cuore italiano.

'Si parla spesso dello stereotipo dell";italiano. A me non è mai pesata questa classificazione "; racconta Serafini ";, anzi ci sono definizioni americane degli italiani che mi divertivano: alcune di queste, andando a scoprirne il significato originale, avevano addirittura origini nobili. Per ogni nuovo arrivato il problema è lo stesso: entrare con umiltà  nella cultura americana e interpretarla nel suo significato più genuino. Personalmente devo ammettere di trovarmi in sintonia sia con la realtà  americana che con quella italiana; mia moglie è veneziana, i miei figli vivono e studiano negli Usa... l";adattamento psicologico è decisamente obbligatorio'.

Il 1979 è l";anno che segna una svolta nella vita di Serafini. Da impiegato diventa imprenditore. Nominato direttore di Tv/Radio Age International, resta in sella per due anni e, poi, fonda il mensile 'Video Age International': l";appoggio degli studi cinematografici e dei network è immediato, e il cammino imprenditoriale continua con l";apertura di altre riviste per la televisione ('Video Era', 'Tv Pro', 'Tv Show Magazine', ecc.). L";eclettico abruzzese ha assimilato alla perfezione i metodi del business americano.

'Dal punto di vista imprenditoriale, il mondo americano è molto più preciso rispetto a quello italiano "; rileva Serafini ";. In America il marketing è impeccabile; non per niente si dice che gli americani potrebbero perfino vendere il ghiaccio agli eschimesi. Tanto per fare un esempio, si riescono a piazzare i prodotti italiani negli Usa solo con l";aiuto degli esperti americani. Negli Usa si bada alla concretezza e io non faccio altro che applicare poche ferree regole; infatti la mia struttura produttiva è semplice. Per me lavorano otto persone a New York, due a Los Angeles, due in Italia'.

Anche l";editoria classica ha visto la presenza di questo imprenditore abruzzese. Nel 1975 ha esordito con 'La Tv: cento anni di ricerche...'; nel 1994 è uscito 'O sole mio "; It";s now or never', un vero e proprio indirizzo operativo per risistemare l";intero panorama televisivo italiano. Il successo del volume è stato tale da portare Serafini sullo schermo di Rete 4 per un programma dedicato interamente a tale proposta.

'L";italiano che vive all";estero dispone di un orizzonte più vasto per il suo progetto di vita, e spesso questa ricchezza non viene giustamente valutata nel nostro paese. Il concetto di emigrazione si è invece completamente ristrutturato. Gli italiani in America stanno creando una nuova dinamica operativa e le loro radici sono sempre più forti nel tessuto sociale statunitense. A tal punto che per i miei figli la parola 'emigrazione' ha lo stesso significato sia che si parli di andare in Italia, sia che si parli di trasferimento in un altro stato dell";Unione'.

LA SCALATA AL SUCCESSO

Domenico Serafini è nato nel 1949 a Giulianova, in provincia di Teramo. Si è trasferito a New York nel 1968 e qui ha completato gli studi, oltre a iniziare le sue prime esperienze lavorative nel campo dell";editoria. Serafini ha conservato la cittadinanza italiana, è sposato con Monica, veneziana innamorata dell";Abruzzo, ed è padre di tre figli. È membro della Royal television society di Londra, dell";International institute of communication di Londra, della National academy of television arts and science di New York, della National association of television program executives di Los Angeles, del New York Press club, del Cato institute di Washington, dell";Accademia tiberina di Roma.

Serafini ha ricevuto un diploma di riconoscimento dall";Unico National, una delle maggiori organizzazioni di beneficenza statunitensi per i fondi raccolti con un telethon a favore dei terremotati dell";Irpinia. È attualmente editore e direttore della Tv trade media Inc., della casa editrice di Movie/Video age international, The Tv executive e di quotidiani di settore. In Italia è editore di Media age inc. che pubblica la rivista sportiva 'Baseball Magazine'.

IL Tv-PENSIERO DI SERAFINI

'Le onde elettromagnetiche di proprietà  della comunità  e non più dello stato': è questo il fondamento del programma proposto nel 1995 da Serafini. Accolto con curiosità  dagli organi di stampa, il progetto (uno dei più articolati) punta a una nuova definizione del sistema televisivo italiano, e prevede la riduzione delle reti della Rai, la Radiotelevisione italiana, da tre a due (senza il sostegno della pubblicità ), la trasformazione della terza rete in una Tv pubblica regionale; la ridefinizione della struttura Mediaset (che non potrebbe possedere giornali nelle aree coperte dalle proprie stazioni televisive); la concessione di autorizzazioni televisive in base all";impegno civico proposto, alle possibilità  finanziarie di programmazione, alle fedine penali (pulite) e per un periodo non superiore a sei anni.

Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017