La Veneto Community salpa da Sydney

Oltre 80 delegati. Dal Veneto: sindaci dell’Anci, funzionari della Regione, presidenti di Associazioni e di Camere di commercio, imprenditori e giornalisti. Don Canuto Toso per le diocesi venete e la Migrantes.
14 Dicembre 2004 | di

SYDNEY
È stato certamente positivo che la delegazione della Regione del Veneto, guidata dall";assessore alle Politiche dei Flussi Migratori e della Sicurezza, Raffaele Zanon, prima di iniziare la Conferenza d";area dei veneti di Australia e Sud Africa, a Sydney, abbia incontrato rappresentanti significativi di realtà  italiane e venete operanti negli stati del Western Australia, del Victoria e tanti corregionali nelle sedi del «Laguna Club» di Perth e del «Veneto Club» di Melbourne. Sono state occasioni per approfondire conoscenze, per vivere momenti di ascolto, per recepire attese e proposte che hanno trovato poi maggior approfondimento nei giorni della Conferenza che ha avuto luogo presso il Novotel Brighton Beach di Sydney, da giovedì 26 a domenica 28 novembre.
Nelle relazioni dell";assessore Zanon "; quella inaugurale nella sede del Parlamento del Nuovo Galles del Sud, e quella conclusiva nel salone del Novotel Brighton Beach ";, negli interventi delle tavole rotonde e nel vivace dibattito sono emerse due realtà . Innanzitutto il volto del nuovo Veneto, regione di frontiera che con l";allargamento dell";Unione sarà  sempre più uno dei punti d";incrocio delle vie di comunicazione del continente europeo. Un Veneto, il cui sviluppo e prospettive non si fermano alle grandi e medie imprese, al mondo del turismo e dell";artigianato, ma si estendono ai settori della cultura, delle arti e delle tradizioni che da sempre l";hanno caratterizzato nel mondo. E non è stato certo un fatto casuale che la solenne apertura della Conferenza alla Parliament-House abbia avuto, come seguito, un concerto dei Solisti Veneti al Conservatorio di Musica di Sydney.
Uno degli obiettivi della Conferenza, oltre all";approfondimento dei rapporti della Regione con i suoi figli residenti nell";emisfero australe, era di offrire loro un";occasione per conoscere il Veneto dei traguardi e degli sviluppi a livello industriale e imprenditoriale; il Veneto dei primati e della ricerca universitaria che interessa anche le nuove generazioni italiane residenti all";estero; una regione dove la modernizzazione è coerente con le sue radici e i valori che l";hanno sempre caratterizzata, e che sono ben rappresentati dai veneti all";estero e da quanti hanno saputo costruire, con il loro lavoro, la loro testimonianza di veneticità .
«Sono venuto a Sydney "; ha detto l";assessore Zanon "; per lanciare il progetto di ";Veneto Community";: un Veneto transnazionale che interagisca con profitto tra il sistema della Regione e quello delle comunità  venete all";estero». «Anche se la politica attuale sta riprendendo attenzioni per le comunità  italiane all";estero "; ha aggiunto ";, confrontandoci con altri Paesi europei, noi siamo in ritardo. I politici e il mondo imprenditoriale italiano non si sono ancora accorti delle prospettive che le comunità  all";estero possono offrire. L";attiva presenza di tanti imprenditori veneti e italiani all";estero ci suggerisce la proposta di una banca dati delle aziende italiane nel mondo».
Oltre, però, alle realtà  e alle prospettive del nuovo Veneto, alla Conferenza di Sydney è emerso anche il volto dei veneti di Australia e Sud Africa. Una Veneto Community australe, formata da più di cinquanta associazioni e club operanti in Australia, e da altre quattro associazioni del Sud Africa. Sono comunità  ormai inserite in Paesi nei quali la multiculturalità , pur dovendo affrontare delle sfide, costituisce un traguardo raggiunto. Gli italiani residenti in Australia e in Sud Africa sono infatti cittadini di società  multiculturali, fieri d";essere italiani. Nel processo storico dei Paesi ospitanti, hanno conquistato la libertà  d";espressione della loro identità  e il diritto di trasmetterla ai loro figli, anche se questi, integrati nella società  in cui sono nati e cresciuti, conoscono poco la lingua italiana; e l";«essere italiani» ha per loro un significato diverso da quello dei loro padri. Ciò che distingue le comunità  italiane dalle altre etnie, è un maggiore attaccamento alla famiglia, una forte passione per il lavoro come strumento di crescita professionale ed economica, un legame alle radici culturali e alle tradizione della loro terra d";origine. Alla Conferenza di Sydney, a differenza di quella di Melbourne del 1998, la presenza giovanile è stata rilevante, offrendo prospettive al futuro dell";associazionismo veneto. Dall";Italia hanno partecipato Beatrice Cecchinato, presidente della Confederazione dei Giovani Veneti nel mondo, con Marina Buffoni e Marco Di Lello, membri della stessa Confederazione; ma da altre città  australiane sono intervenuti una trentina di giovani.
Una delle attese poste più in evidenza da numerosi interventi degli oltre 70 corregionali residenti in Australia, riguarda la riapertura dei termini della legge n. 91 del 1992 per permettere ai cittadini italiani residenti all";estero di esercitare il loro diritto a riacquistare la cittadinanza italiana. La richiesta è stata presentata all";assessore Zanon, il quale si è impegnato di inoltrarla al ministro degli Esteri, Gianfranco Fini, e al ministro per gli Italiani nel mondo, Mirko Tremaglia. Sono molti i connazionali, già  integrati da decenni nel Paese d";accoglienza, che chiedono di accedere a un diritto che era stato loro negato perché durante il periodo di validità  della legge 91/";92 "; che apriva per un certo periodo i termini per la richiesta di cittadinanza italiana ";, in Australia non era consentito acquistare o riacquistare altre cittadinanze oltre a quella australiana. Una situazione ora cambiata, poiché dal 2002 la legge australiana consente la possibilità  di avere altre cittadinanze.
«Ho scoperto i mille volti dell";emigrazione che va considerata e che va fatta conoscere ai giovani della penisola, alle istituzioni e amministrazioni italiane "; ha affermato Zanon nella sua relazione conclusiva ";. Alla Conferenza di Sydney ho trovato una realtà  associativa che attende una maggiore comunicazione, progetti d";interscambio più numerosi nel settore della formazione linguistica destinata alle giovani generazioni; che attende, infine, uno sviluppo dell";economia, della ricerca applicata, di politiche della multiculturalità . Strumento immediato per incrementare il rapporto nella nuova realtà  della Veneto Community sarà  un portale web che oltre a contenere elementi sulla storia dell";emigrazione, darà  costanti notizie del Veneto d";oggi, creando la premessa per interscambi di banche dati, consentendo così di connettere realtà  interattive del mondo sociale, culturale ed economico del Veneto in Italia e del Veneto nel mondo».
La Conferenza si è conclusa con un plauso agli organizzatori: al professor Aldo Lorigiola, presidente dell";Anea, che a nome delle altre associazioni venete ha accolto dalla Regione l";impegno organizzativo; al commendatore Giuseppe Fin e a Maurizio Pagnin per la preparazione logistica e la gestione delle tre giornate di lavoro; e, infine, ai relatori: Ros Pesman, dell";Università  di Sydney; Nino Randazzo, direttore de Il Globo di Melbourne; Beatrice Cecchinato, presidente della Confederazione dei Giovani Veneti nel mondo; padre Luciano Segafreddo, direttore del Messaggero di sant";Antonio-edizione italiana per l";estero ; Rosy Steele, già  ambasciatore d";Australia a Roma; sir James Gobbo, commissario speciale per i rapporti tra il Victoria e l";Italia; Luigi Casagrande, presidente Comites del Queensland; Ernesto Coloriti, imprenditore veneto.

Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017