L’affare mine
120 milioni: è il numero delle mine antiuomo disseminate nel mondo. Ogni anno provocano oltre ventimila morti e feriti, in gran parte tra la popolazione civile, e molti sono bambini. Questa è una realtà ancor più sconvolgente e tragica, determinata non solo dalle mine, ma da tutte le forme e gli strumenti bellici contemporanei: secondo l`Onu, i civili costituiscono il 90 per cento delle vittime nelle 254 'guerre non dichiarate' attualmente in corso; erano il 45 per cento nella seconda guerra mondiale e il 5 per cento nella prima.
120 miliardi di dollari: è la cifra occorrente per bonificare i territori minati di 64 paesi, in modo particolare dell`Africa (con 44 milioni di ordigni), dell`Asia (con 32 milioni), del Medio Oriente (con 26 milioni).
120 miliardi di lire: è il contributo stanziato dal governo canadese per le operazioni di sminamento. Un gesto importante, ma è una goccia nel deserto, se gli altri paesi sviluppati e ricchi non ne seguiranno l`esempio, facendo la loro parte.
120 paesi: sono quelli che, il mese scorso, hanno sottoscritto il Trattato di Ottawa, che abolisce la produzione, l`esportazione e lo stoccaggio di questi micidiali ordigni.
Dopo il premio Nobel attribuito alla campagna internazionale per la messa al bando delle mine, il trattato rappresenta una conquista di civiltà , tardiva ma di grande significato; e tuttavia ancora incompleta, stante la mancata adesione alla convenzione da parte dei paesi più forti: Usa, Russia e Cina. In questo caso, la logica, non di rado cinica, delle grandi potenze, continua ad avere la meglio sulle ragioni dell`uomo e sulle logiche di pace. Pur essendo quei paesi tra i maggiori produttori degli ordigni, non sono principalmente gli interessi economici ad avere determinato la loro scelta negativa. Infatti, anche lo sminamento si preannuncia come un 'affare': una mina costa meno di 10 dollari, ma per rimuoverla ne occorrono quasi mille. È stato calcolato che, ai ritmi attuali, per bonificare la Bosnia dai 3 milioni di mine che ne infestano il territorio, occorrerebbero 100 anni; sinora ne sono state rimosse solo 50 mila. Dunque, ogni giorno perso, ogni esitazione politica, ogni avarizia nel destinare risorse, comporta più morti, più mutilazioni, più sofferenze. Il papa, esortando i governi ad aderire all`accordo di Ottawa, ha sottolineato proprio l`urgenza: 'Occorre che non ci siano ritardi nel liberare masse di uomini, di donne e di bambini da questi ordigni distruttori'.
Ai lavori di Ottawa ha preso la parola anche un cambogiano, Tun Chan Nareth, di 37 anni. Nel suo paese, 10 milioni di abitanti, vi sono quasi 10 milioni di mine. Sinora, 25 mila persone, una ogni 384 abitanti, sono rimaste mutilate. Tun Chan Nareth ha perso entrambe le gambe: 'Era il 19 dicembre 1982 ` ha raccontato a Ottawa ` una data che ricordo tutti i giorni'. Esattamente dopo 15 anni, arriva questo trattato, che è un punto di arrivo della mobilitazione di molti paesi e organizzazioni umanitarie, ma anche un punto di partenza, perché ancora molto rimane da fare: non solo per allargare l`accordo ad altri paesi, non solo per finanziare la bonifica, ma anche per rafforzare una cultura di pace, di nonviolenza, di rispetto dei diritti umani e nuove politiche di difesa.
È senz`altro questa la sfida più difficile, tanto da apparire un`utopia. Eppure, anche le utopie possono diventare realtà , modificare gli atteggiamenti e le scelte dei governi, se l`uomo, ogni uomo, riscopre e mette al centro il valore della vita, se sa educarsi a scommettere sull`amore e sul futuro, anziché sulla paura e sulla difesa dell`esistente. Un percorso sicuramente lungo, ma bisogna avere la determinazione di cominciarlo e percorrerlo con costanza, anche a piccoli passi, purché la direzione sia netta e lineare.
120 miliardi di lire: è anche il costo di un nuovo aereo da guerra l`Eurofighter 2000, che verrà costruito da un consorzio composto da Italia, Gran Bretagna, Spagna e Germania. Il nostro paese potrebbe acquistarne 130 esemplari, per un costo di 16-20 mila miliardi. Una scelta che sarebbe decisamente incoerente con quella nuova strada e nuova cultura che ci aveva portato, ancora prima del Trattato di Ottawa, ad abolire unilateralmente, con un`apposita legge, la produzione e il commercio delle mine. Invece, proprio di coerenza e coraggio abbiamo bisogno, per garantire pace e giustizia a ogni uomo e a tutti i popoli.