L'anziano: un paradosso

La medicina ci fa vivere più a lungo ma a che pro, se la società ci fa capire che sarebbe meglio se ci togliessimo di torno? La sfida della solidarietà a Sant’Egidio.
05 Aprile 2002 | di

L`€™anziano rappresenta un grande paradosso della nostra società  contemporanea. Tutti gli uomini e le donne oggi possono fortunatamente vivere più a lungo, ma la loro vita può sembrare spesso inutile e ingombrante. Il messaggio che giunge purtroppo a non pochi anziani è che sarebbe meglio farsi da parte. L`€™anziano non serve. I giovani sembrano non aver bisogno degli anziani perché raccontino loro com`€™è fatto il mondo. C`€™è già  la televisione per questo.
La medicina fa di tutto per farci vivere meglio e più a lungo, ma, allo stesso tempo, la società  sembra dire che si vive troppo a lungo.
Mi confidava un anziano, ricoverato da anni in un cronicario: «A che serve la mia vita? Per chi vivo? Aspetto che le ore scorrano, che arrivino i pasti, poi fisso il muro per ore. Non ho più nulla e nessuno da aspettare».
Eppure, gli anziani saranno sempre più una realtà  del nostro vivere, perché il loro numero cresce nella società . Ma anche dentro ciascuno di noi c`€™è un anziano potenziale. Si possono allontanare gli anziani, mandarli in un istituto, ma non si può eliminare l`€™anziano che è dentro di noi e che emerge con gli anni.

Amicizia e solidarietà 

Da tempo la Comunità  di sant`€™Egidio ha sentito la grande sfida della solidarietà  con chi è anziano. Amicizia e solidarietà  sono cresciute negli anni con una compagnia quotidiana. Ma la compagnia non risponde solo al bisogno di assistenza, è un fatto che restituisce la vita. L`€™anziano rappresenta una grande domanda di compagnia rivolta a ciascuno. Senza la compagnia, l`€™anziano stenta a vivere. Lo si condanna a spegnersi. Ma la terza e quarta età  sono anche una risorsa: lunghi anni di libertà  dagli impegni frenetici e di lavoro, per dedicarsi agli altri e a se stessi.
Pur nella debolezza del corpo e nella fatica di vivere, chi è avanti negli anni esprime una grande forza di umanità . È anche una risorsa per la Chiesa: gli anziani possono esprimere la forza debole della preghiera, la loro presenza e il loro impegno possono essere un aiuto.
L`€™immagine dell`€™anziano contesta la nostra mentalità  che tende a valorizzare solo chi è utile economicamente. La vita, però, non è solo ciò che produce. Una visione tutta produttivista, infatti, sembra mettere in discussione il senso stesso della vita: chi non serve, perché vive? Gli anziani (e con loro tutti i deboli) `€“ sembra dire `€“ sono un peso per la società .

Un futuro imbarbarito

Appare come un messaggio razionale, ma in realtà  si prepara, in questo modo, un futuro imbarbarito in cui ogni vita non ha più valore per se stessa e non è un dono per gli altri.
È un problema di tutti: quale sarà  il mio domani da anziano? La vita veramente vale solo per ciò che produco e finché posso essere utile? La condizione dell`€™anziano riguarda tutti, nessuno escluso, i ricchi come i poveri. Per i poveri la condizione anziana è una miseria in più. L`€™attenzione agli anziani rivela un`€™altra concezione di vita. La vita non è solo attività  o solo guadagno; né solo lavoro, è qualcosa di più misteriosamente complesso.
C`€™è bisogno degli anziani: è l`€™equilibrio di un sistema di vita umano. Senza l`€™anziano la vita della nostra Europa perde molto in umanità , si impoverisce perdendo la memoria del passato e il valore di ciò che è umano. Direi che restituire spazio alla vecchiaia ricompone l`€™ecologia del vivere.

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017