L’Arena della politica

Repubblicana convinta, sempre dalla parte delle donne, dei bambini e degli aborigeni, Franca Arena ha combattuto contro ingiustizie e soprusi.
04 Gennaio 2003 | di

Se Dante Alighieri fosse chiamato a dare un";opinione sul libro autobiografico di Franca Arena dal titolo Franca - My Story, troverebbe il gioco di parole esatto per centrare il contenuto. Dalle prime righe appare chiaro che la «franchezza» è la caratteristica principale del libro. Franca Arena è schietta, sincera, spoglia di ogni forma di retorica. È se stessa a 360 gradi per la bellezza di 315 pagine. «Sono nata a Genova nel 1937 "; ricorda "; nella città  chiamata ";La Superba"; e la sua gente è nota per l";onestà , la tenacia, l";ardimento e la fierezza».

Franca Dellepiane, questo il suo nome di famiglia, non ha avuto un";infanzia facile, ma era innato in lei il senso della conquista, e ha saputo maturare in fretta il suo «io» perché voleva emergere, fare qualcosa di valido, di costruttivo, per se stessa e la società . Aveva appena 17 anni quando si recò in Inghilterra per perfezionare il suo inglese. In quel periodo era rarissimo trovare una ragazza italiana, sola a Londra, per motivi di studio. Di ritorno a Genova non rimase a lungo dietro la scrivania dell";ufficio di una compagnia olandese di trasporto marittimo. Voleva partire e si decise per una terra lontana. Nulla di meglio dell";Australia. Il 3 aprile 1959, il padre Francesco e la sorella Silvana accompagnarono Franca in treno a Trieste per imbarcarsi sulla nave Aurelia. Un rappresentante del governo australiano che era a bordo della nave, le chiese di insegnare un po"; d";inglese ai passeggeri. In Australia condivise le difficoltà  e le angosce di tutti i nuovi arrivati rinchiusi nel campo d";accoglienza di Bonegilla. Anche lì le venne chiesto di insegnare e di fare l";interprete. Avrà  sempre una grande passione per l";insegnamento della lingua italiana, per la collaborazione con giornali, riviste e stazioni radiofoniche. Uno dei primi lavori, a Sydney, sarà  quello di giornalista per La Fiamma, il più importante giornale italiano degli anni Cinquanta. Si iscrisse alla Società  Dante Alighieri e insegnò italiano alla Casa d";Italia dove conobbe il giovane architetto Joe Arena che diventerà  suo marito. Nel dicembre 1966 la coppia sarà  allietata dall";arrivo dei gemelli Mark e Adrian.

Parlamentare del New South Wales

Franca Arena fa datare la sua passione politica dal 1967, anno di ascesa al potere del leader carismatico Gough Whitlam. Partecipa alle dimostrazioni di piazza contro la guerra del Vietnam, difende il diritto degli aborigeni ad essere inseriti nel censimento della popolazione australiana. Per contare di più e intraprendere una carriera politica deve avere la cittadinanza australiana. La richiede e la ottiene nel 1968. Presta giuramento ma si ripromette di fare qualcosa di positivo per imprimere al Paese una svolta costituzionale.

Nel gennaio del 1980 riceve l";onorificenza di «Member in the General Division of the Order of Australia» (AM). Non ha esitazione ad accettarla perché le viene concessa a nome del popolo australiano per il servizio reso alla comunità . Viene eletta deputato dello Stato del New South Wales il 19 settembre 1981. La campagna elettorale non era stata difficile, e Franca aveva avuto la collaborazione del marito e dei due figli adolescenti, tutti impegnati in una massiccia opera di volantinaggio.

Nella tradizione del Parlamento australiano, sia statale che federale, ogni neoeletto deve rivolgere un discorso inaugurale alle Camere: una specie di battesimo del fuoco. Il 25 novembre 1981 Franca Arena si presenta in Parlamento per pronunciare il suo discorso. È un po"; nervosa e parla degli argomenti che le stanno più a cuore: emigrazione, multiculturalismo, aborigeni, repubblica. Cita Dante: «Come sa di sale lo pane altrui, e com";è duro calle lo scendere e il salir per l";altrui scale». Sono parole che racchiudono in modo chiaro l";esperienza dell";emigrazione. Riceve applausi, strette di mano e commenti favorevoli, ma il presidente della Camera dei deputati le dice con schiettezza: «Franca, con il tuo discorso hai recato un danno irreparabile alla tua carriera. Non avresti dovuto sollevare la questione della Repubblica nel modo in cui l";hai fatto».

Nel Natale del 1982 Franca e i figli sono in visita in Italia. L";amica senatrice Elena Marinucci la invita a Roma ad un incontro con l";allora presidente della Repubblica Italiana, Sandro Pertini. È un incontro familiare, commovente, parlano di Genova, dell";Australia, e poi Pertini chiede a Franca di poter telefonare, in quello stesso momento, a suo padre. Un";improvvisata da parte del «presidente partigiano» che Franca e suo padre ricorderanno per sempre.

L";Associazione Donne Italo-Australiane

La questione femminile non poteva non avere un posto di rilievo nell";agenda di lavoro di Franca Arena, iniziando proprio dalle donne italo-australiane. Nei primi mesi del 1985 invia molte lettere a conoscenti, amiche e gruppi di donne invitandole ad un incontro alla Parliament House per porre le basi dell";Associazione Donne Italo-Australiane. Viene deciso di lanciare un movimento con un grande raduno a Sydney e a Melbourne nell";ottobre del 1985. La Sydney";s Lower Town Hall, decorata con poster dell";Alitalia, manifesti e striscioni accoglie il primo raduno dell";Associazione. Vi partecipano circa 700 donne giunte anche in autobus da città  di provincia come Lismore, Griffith, Wollongong e Newcastle. È una grande festa goliardica. L";associazione prende piede ovunque e Franca Arena vola a Melbourne, Brisbane, Perth e Adelaide per partecipare ai raduni inaugurali. L";associazione si attiva subito anche sul piano culturale e in pochi anni pubblica quattro libri: Forza e Coraggio, per narrare le esperienze di donne della prima generazione; Growing Up in Australia, saggi di giovani; Buon Appetito, raccolta bilingue di ricette della cuci-
na regionale italiana; Cinderella no more, donne protagoniste e non spettatrici. Sempre il 1985
è l";anno della partecipazione di Franca Arena alla Conferenza Internazionale delle Donne a Nairobi, in Kenya. Dopo la grande kermesse del Bicentenario dell";Australia (1988) si dedica anima e corpo al Movimento Repubblicano Australiano di cui diventa la segretaria, e molti la considerano la vera fondatrice. Lotta in difesa degli aborigeni, considerando un valore primario l";ascesa politica di nuovi leader aborigeni. Non esita a votare, lei laburista, per il candidato aborigeno Aiden Ridgeway del Partito Democratico, dimostrando quale debba essere la graduatoria dei valori in una società  civile. Nel giugno del 1990 riceve l";onorificenza di Commendatore dell";ordine al merito della Repubblica Italiana, prima ed unica donna in Australia a ricevere un simile riconoscimento.
Nel 1995 coinvolge 35 parlamentari australiani nella protesta contro gli esperimenti nucleari francesi a Mururoa. Guida una delegazione in Giappone e poi nella stessa Mururoa.
 
In difesa dei bambini
 
Franca Arena passa ad un altro fronte: quello delle accuse esplicite di pedofilia rivolte ad alcuni «intoccabili». Lei aveva già  sollevato in Parlamento, nel 1986, il problema scottante della violenza sessuale sui minori, e porterà  avanti una campagna dura, difficile, rischiosa per la sua stessa carriera politica. Infatti, nel 1997, è costretta a dimettersi dal Partito Laburista al quale era iscritta da 25 anni. Il governo intende espellerla anche dal Parlamento e accusarla di diffamazione. Viene salvata dai membri dell";opposizione. L";ultima sessione del governo in carica è del dicembre 1998. Per Franca Arena dovrebbe essere la fine della carriera politica. Con grande senso di responsabilità  e dignità  personale prova l";ultima carta. Crea un proprio partito con il nome di «Franca Arena Child Safety Alliance» e si presenta alle elezioni del marzo 1999 come indipendente. Questo gesto di audacia e coraggio non viene accolto favorevolmente dagli elettori, da sempre legati al carro del bipartitismo. È la fine per la Franca «politica». Si ritira a vita privata e dopo un periodo di riposo, dedicato in gran parte a scrivere la propria biografia, ha ripreso il suo ruolo sociale facendo volontariato per organizzazioni che si occupano dei diritti dei bambini. Il suo animo rimane forte e battagliero. Scrive: «Sono in un perenne stato di indignazione verso le ingiustizie, anche se la mia non è una condizione piacevole da sopportare, ma non sarei mai disposta a patteggiarla con l";indifferenza».
Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017