L’ARTE DEL VIAGGIO
È il ritratto di tante città raccontate non solo attraverso la loro arte e architettura, ma anche attraverso il loro «volto». Un'interessante prospettiva di viaggio che l’autore ci invita a fare con lui, attraverso città lontane o vicinissime a noi, molto antiche o recenti. Le unisce un filo comune: la rapida trasformazione che ne sta stravolgendo i tratti.
Si va da Milano «La città della ragione pratica» a Venezia «Terza Roma, nuova Costantinopoli», per passare poi per Roma «Una capitale strozzata» e Napoli «Quello che resta della città Borbonica», fino ad arrivare a «Oltre la storia» di Matera e «La Fine del cosmopolitismo» di Palermo.
Città in bilico, tra passato e futuro, come Bruxelles, Amsterdam, Rotterdam, oppure «terre della rinascita» quali Bilbao, Barcellona, Madrid, Siviglia e Lisbona. Un viaggio colto e appassionato che giunge fino al Nord, in Finlandia con «La natura come specchio» e coglie gli opposti: le terre «nuove» di New York, o quelle «antichissime» delle città della Cina.
L’autore racconta di architetture, ambienti e paesaggi che nelle città non ci sono più, spazi che il tempo e la storia hanno cancellato per sempre. «Passeggiando in città diverse – osserva De Seta –, mi capita spesso di distrarmi, di ritornare inconsapevolmente con la memoria ai luoghi che mi sono più usuali: poi una pavimentazione, il profilo di una cornice, il profumo di un giardino, l’imbocco di una strada, la tinta del cielo mi riconducono alla città nella quale mi trovo».
Questo perché le migliaia di dettagli, le centinaia di elementi che fanno diversa una città dall’altra si stanno paurosamente assottigliando. Uno smisurato rinnovo urbano che tende ad appiattire le singole identità, «sicché passando per la periferia di Madrid può capitare di pensare alle borgate che assediano Roma, o attraversando talune aree di Londra si fatica a distinguerle da quelle di Francoforte o di Singapore».
Un viaggio, insomma, per tentare di capire quale sarà il nostro paesaggio urbano, una volta attraversato dalle varie vie consolari e oggi da una rete invisibile che trasporta messaggi e non uomini. Un itinerario tra i luoghi del passato proiettati verso il futuro, «perché guardando una città si finisce per guardare in noi stessi».