Latte e polvere da sparo

04 Febbraio 2000 | di

di Davide Cavazza
coordinatore «Coalizione Italiana 'Stop all uso dei bambini soldato!'»

Li davano da bere ai bambini soldato colombiani per accentuare la voglia di uccidere: una pratica aberrante. Ma non è la sola in un fenomeno che ha vaste proporzioni.

«Bevevamo latte misto a polvere da sparo. La polvere da sparo ti dà  più energia, come il desiderio di uccidere le truppe che passano davanti a te. Tu dici a te stesso: spero che vengano sulla mia strada e poi carichi e spari a raffica e ti senti più capace, col morale più alto». È l allucinante testimonianza resa da un bimbo colombiano a uno degli organismi umanitari (Human Rights Watch) impegnati a recuperare fisicamente e psicologicamente i «bambini soldato». Latte e polvere da sparo: l elemento principale della vita e quello che semina morte, insieme, per poter meglio uccidere, quasi fosse un gioco. Solo che alla fine chi rimane a terra non si rialza più.

 I bambini e le bambine oggi coinvolti in conflitti armati sono più di 300 mila. I più hanno un età  compresa tra i 15 e i 18 anni, ma molti vengono arruolati anche prima, a 10 anni. E il loro numero cresce: i conflitti, sempre più lunghi ed estenuanti, portano a ricorrere con maggior frequenza a leve giovanissime per rimpiazzare le perdite. L irregolarità  di tali arruolamenti è scontata. Il tipo stesso di conflitto, sempre più spesso innescato da questioni etniche, religiose o nazionaliste, induce a considerare i bambini come nemici da sopprimere, troncando alla radice lo sviluppo del nemico.
I ragazzini per questo vengono usati sono soldati efficienti: imparano presto e hanno meno scrupoli nel ricorrere alla violenza; sono più facilmente indottrinabili e controllabili; non chiedono paghe e affrontano il pericolo senza pensarci troppo. Nessuno è abile (o incosciente) come loro nell attraversare campi minati o intrufolarsi come spia in territorio nemico. I fabbricanti di armi si sono adattati alla situazione, realizzando modelli adatti a essere utilizzati dai bambini. L AK-47, ad esempio, è un arma che costa solo 50 mila lire e può essere agevolmente usata da un bambino di 10 anni.
Si sostiene che molti ragazzi si arruolano volontariamente. In realtà  la loro è spesso una scelta obbligata: per sopravvivere, per bisogno di protezione, perché non hanno alternative di lavoro e le paghe offerte sono allettanti, o perché, come avviene ad esempio in Colombia nelle zone occupate dalla guerriglia, il solo modello di riferimento, è il guerrigliero...
Nella Repubblica Democratica del Congo i cinquemila ragazzi che nel 1997 hanno aderito all invito di arruolarsi provenivano quasi tutti dalla strada. Spesso chi si arruola volontario lo fa per vendicare le atrocità  inflitte a parenti o amici, come ha dimostrato uno studio dell ufficio dei Quaccheri di Ginevra per conto dell Onu.
La piaga dei bambini soldato è più lancinante in Africa (120 mila al di sotto dei 18 anni, secondo un recente rapporto) e in Asia, ma fa i suoi danni anche in America e in Europa. In Gran Bretagna, per esempio, il reclutamento viene suggerito sin dagli anni di scuola, e soldati minori di 18 anni hanno combattuto e sono morti durante la guerra delle Falkland o quella del Golfo. Negli Stati Uniti lo 0,5 per cento dell esercito è formato da ragazzi di 17 anni e analoga età  hanno i ragazzi italiani volontari nelle scuole militari.

Negli ultimi dieci anni in 25 Paesi bambini dai 10 ai 16 anni hanno partecipato a conflitti armati: alcuni come soldati a tutti gli effetti, altri come portatori di munizioni o vettovaglie o, più spesso, per raccogliere informazioni, posare o togliere mine, come pattuglia d assalto per imboscate. Sono trattati brutalmente e ogni errore è punito con severità : una tentata diserzione può condurre agli arresti o a un esecuzione sommaria.
Le bambine reclutate non sono sottoposte a un trattamento migliore. Seppure in numero minore rispetto ai coetanei, sono costrette a fare le cuoche o le concubine di più soldati, subiscono stupri e violenze e non di rado anch esse imbracciano il fucile.
Per i ragazzi che sopravvivono anche senza ferite o mutilazioni, le conseguenze fisiche sono spesso gravi: denutrizione, malattie della pelle, respiratorie, Aids... Più gravi le ferite psicologiche e sociali: panico e incubi notturni continuano a perseguitarli anche dopo anni; la difficoltà  di reinserimento in famiglia è talmente grande che i ragazzi non riescono ad affrontarla. Talvolta sono i familiari a rifiutarli perché si sono macchiati di crimini indicibili. Le ragazze, inoltre, dopo essere state nell esercito, difficilmente riescono a sposarsi e finiscono prostitute.

La Convenzione internazionale per i diritti dell infanzia del 1989, prevede che l età  minima per il reclutamento nelle forze armate sia di 15 anni. Un limite troppo basso, come sostieneanche l Oil che ha proibito l arruolamento nell esercito dei minori di 18 anni.
Nell aprile del 1999 si è formata in Italia una sezione della Coalizione internazionale «Stop all uso dei bambini soldato!», cui hanno aderito numerose associazioni e Ong (Organizzazioni non governative), per sensibilizzare l opinione pubblica su questo tema. A questo scopo la Coalizione ha organizzato una raccolta di firme per una petizione al Presidente della Repubblica con la quale si chiede l appoggio per l adozione tempestiva del protocollo opzionale e la modifica della legge 191/1975 che consente l arruolamento volontario ai minori di 18 anni.
Finora non sono mancati i risultati. Nel mese di ottobre più di 250 mila firme per un appello che chiedeva la modifica della normativa italiana e l impegno del Governo in sede internazionale. Inoltre sono stati presentati due progetti di legge che intendono modificare l età  minima per l arruolamento e la partecipazione a ogni forma di conflitto armato.

Per ulteriori informazioni:
Segreteria Coalizione Italiana «Stop all uso dei bambini soldato!»
Amnesty International - Sezione Italiana
Via G. B. Rossi, 10 - 00161 Roma
Telefono 06.4490 - Fax 06.4490222
E-mail:
coalizione.bambini@amnesty.it
Sito web: www.bambinisoldato.org

 


 
   

   

Della Coalizione «Stop all'uso dei bambini soldato!» fanno parte: «Amnesty International» -Sezione italiana, «Bice-Italia», «Cocis», «Jesuit Refugee Service -  Centro Astalli», «Società  degli Amici» (Quaccheri), «Telefono Azzurro», «Terre des Hommes» Italia, Comitato italiano «Unicef», «Volontari nel mondo - Focsiv».                                           Paesi che reclutano minori di 18 anni nelle forze armate con coscrizione obbligatoria o adesione volontaria: Australia, Austria, Bangladesh, Belgio, Buthan, Brasile, Burundi, Canada, Cile, Colombia, Corea, Croazia, Cuba, El Salvador, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Giappone, Honduras, India, Indonesia, Iran, Iraq, Irlanda, Israele, Italia, Jugoslavia, Libia, Lussemburgo, Mauritania, Messico, Namibia, Nicaragua, Nuova Zelanda, Norvegia, Paesi Bassi, Pakistan, Perù, Portogallo, Regno Unito, Sudafrica, Sudan, Uganda, Stati Uniti.

 

   
   
C ON LA MORTE NEL CUORE            

«M i sono arruolato più di anno fa perché mi avevano promesso che mi avrebbero protetto, nutrito e pagato 18 dollari al mese. Invece non mi danno abbastanza da mangiare e mi pagano una volta ogni due o tre mesi».      
(Long Ru, 13 anni, Sierra Leone; tratto da: Gli schiavi parlano e i padroni confermano, di Sandro Calvani e Martina Melis, Edizioni Piero Manni).

     

 «C'è un albero, davanti a una delle fosse... Era l'albero dei bambini, dove i giovani soldato di Pol Pot portavano i ragazzini di due o tre anni o anche meno: li afferravano per i piedi e li sbattevano contro il tronco, fino a fracassargli la testa. E lo facevano davanti alle madri, che assistevano straziate e impotenti... Il sangue dei piccoli ha scurito la corteccia e quel colore rossastro non se ne va più».
(
 Tratto da: Bambini d Oriente, di Corrado Ruggeri, Edizioni Feltrinelli/ Traveller).

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017