Le apparizioni del Risorto

La Pasqua è il segno tangibile che Cristo ha sconfitto la morte: «Io sto in mezzo a voi come colui che serve. Beati coloro che pur senza aver visto, hanno creduto».
18 Marzo 2005 | di

I vangeli del tempo pasquale ripropongono ogni anno, alla riflessione delle comunità  cristiane, l";evento della morte e della risurrezione di Cristo. In questo contesto, le apparizioni del Signore sono molteplici. Nel Cenacolo, dove i discepoli restavano rinchiusi per paura, egli entra in modo inaspettato, senza forzare le porte sbarrate ripetendo per tre volte l";espressione: «Pace a voi!», per sottolineare il valore del conferimento del dono messianico per eccellenza che egli trasmetteva loro. E i discepoli gioirono rivedendolo come il Signore risorto. Ancora una volta ci proponiamo di riflettere su tali eventi seguendo il pensiero di sant";Antonio, che troviamo nel Sermone per l";Ottava di Pasqua, in cui il nostro Santo si sofferma sui doni della pace e della riconciliazione che il Signore ancora oggi trasmette non solo ai cristiani, ma a tutti gli uomini di buona volontà . Scrive il Santo: «Venne Gesù, si fermò in mezzo ai discepoli e disse: Pace a voi. Detto questo, mostrò loro le mani e il costato. I discepoli gioirono nel vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: Pace a voi. Come il Padre ha mandato me, anch";io mando voi...» (Gv 20,19-21).
Da notare anzitutto che in questo brano evangelico per tre volte è detto ";Pace a voi";, a motivo della triplice pace che il Signore ha ristabilito: tra Dio e l";uomo, riconciliando quest";ultimo al Padre per mezzo del suo sangue; tra l";angelo e l";uomo, assumendo la natura umana ed elevandola al di sopra dei cori degli angeli; tra uomo e uomo, riunendo in se stesso, pietra angolare, il popolo dei Giudei e quello dei Gentili (pagani). «Osserva poi che nella parola pace "; PAX "; ci sono tre lettere che formano una sola sillaba: in questo viene raffigurata l";Unità  e la Trinità  di Dio. Nella P è indicato il Padre; nella A, che è la prima delle vocali, è indicato il Figlio, che è la voce del Padre; nella X, che è una consonante doppia, è indicato lo Spirito Santo, che procede da entrambi (dal Padre e dal Figlio). Quando, dunque, disse: Pace a voi, ci raccomandò la fede nell";Unità  e nella Trinità .
«Venne dunque Gesù e si fermò nel mezzo. ";Io sto in mezzo a voi "; ci dice in Luca "; come colui che serve"; (22,27). Sta al centro di ogni cuore; sta al centro perché da lui, come dal centro, tutti i raggi della grazia si irradino verso di noi che camminiamo all";intorno e ci agitiamo alla periferia».
Il cristiano è esortato a cogliere il profondo significato degli atti che il Risorto compie prima di fare ritorno al Padre. Al n. 8 del Sermone citato, sant";Antonio enumera i significati dai quali il discepolo del Signore trae forza e conforto nella sofferenza, sostegno nelle tentazioni e il dono della pace «con se stesso».
«Gesù si fermò in mezzo ai discepoli e disse loro: Pace a voi. Detto questo mostrò loro le mani e il costato. Luca scrive che Gesù disse: ";Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io!"; (24,39). A mio parere, il Signore mostrò agli apostoli le mani, il costato e i piedi per quattro ragioni. Primo, per dimostrare che era veramente risorto e toglierci così ogni dubbio. Secondo, perché la colomba, cioè la Chiesa o anche l";anima fedele, facesse il suo nido nelle sue piaghe, quasi come in profonde aperture, e così potesse nascondersi dalla vista dello sparviero che trama insidie per rapirla. Terzo, per imprimere nei nostri cuori i segni straordinari della sua passione. Quarto, li mostrò perché anche noi, partecipando alla sua passione, non lo inchiodiamo più alla croce con i chiodi dei peccati. Ci mostrò quindi le mani e il costato dicendo: Ecco le mani che vi hanno plasmato, come sono state trafitte dai chiodi; ecco il costato, dal quale voi fedeli, mia Chiesa, siete stati generati, come Eva fu procreata dal fianco di Adamo: ecco com";è stato aperto dalla lancia per aprirvi la porta del paradiso, sbarrata dalla spada fiammeggiante del cherubino. La virtù del sangue che sgorga dal costato di Cristo, allontanò l";angelo e rese innocua la spada, e l";acqua spense il fuoco. Non vogliate dunque crocifiggermi di nuovo e profanare il sangue dell";alleanza, nel quale siete stati santificati, e fare oltraggio allo Spirito della grazia. Se farai bene attenzione a queste cose e le ascolterai, avrai pace con te stesso, o uomo».
Nello stesso Sermone, il Santo (nn. 11-12) riflette sulla seconda apparizione del Risorto nel Cenacolo. Il Signore mostra a Tommaso le sue mani piagate per togliergli ogni dubbio. Il Signore ci ha disegnati nelle sue mani, sottolinea sant";Antonio, per assicurarci che siamo sempre presenti agli occhi della sua misericordia.
«Otto giorni dopo, i discepoli erano di nuovo in casa e c";era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, si fermò in mezzo a loro, e disse: ";Pace a voi!"; (Gv 20,26). Disse poi a Tommaso: ";Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani, stendi la tua mano e mettila nel mio costato: e non essere più incredulo, ma credente";. Rispose Tommaso: ";Mio Signore e mio Dio! Gesù gli disse: Perché mi hai veduto, hai creduto. Beati quelli che, pur non avendo visto, hanno creduto"; (Gv 20,27-29). Dice il Signore, per bocca di Isaia: ";Io ti ho disegnato nelle mie mani"; (49,16).
Osserva che per scrivere sono necessarie tre cose: carta, inchiostro e penna. Le mani di Cristo furono la carta, il suo sangue l";inchiostro, e i chiodi la penna. Cristo, dunque, ci disegnò nelle sue mani per tre ragioni. Primo, per mostrare al Padre le cicatrici delle piaghe che aveva subito per noi, e invitarlo così alla misericordia. Secondo, per non dimenticarsi mai di noi, e perciò egli stesso dice per bocca di Isaia: ";Può forse una donna dimenticare il suo bambino, e non aver più pietà  del figlio del suo grembo? Ma anche se essa si dimenticherà , io non mi dimenticherò di te. Ecco, io ti ho disegnato nelle mie mani"; (49,15-16). Terzo, scrisse nelle sue mani come noi dobbiamo essere e che cosa dobbiamo credere. Non essere dunque incredulo, o Tommaso, o cristiano, ma credente!
«Esclamò Tommaso: ";Mio Signore e mio Dio!";. Rispondendogli, il Signore non disse: ";Perché hai toccato";, ma ";perché hai veduto";, perché la vista è in qualche modo un senso ";generale"; che di solito è di aiuto agli altri quattro. Dice la Glossa: Forse non osò toccare, ma guardò solamente, o forse anche guardò toccando. Vedeva un uomo e toccava, e al di là  di questo, eliminato ogni dubbio, credette che era Dio, professando così ciò che non vedeva. «Tommaso, hai veduto me ";uomo";, e hai creduto in me ";Dio";».
«";Beati coloro che pur senza aver visto, hanno creduto";. Con queste parole loda la fede dei gentili (pagani); ma usa il tempo passato perché nella sua ";prescienza"; vedeva come già  avvenuto ciò che sarebbe accaduto in futuro. Ne troviamo conferma negli Atti degli Apostoli, quando Filippo interrogò l";eunuco di Candà ce, regina di Etiopia: ";Credi con tutto il tuo cuore? Rispose: Credo che Gesù Cristo è il Figlio di Dio. E lo battezzò"; (At 8,37.38); così pure dove si parla del centurione Cornelio, che Pietro battezzò insieme con tutta la sua famiglia, nel nome di Gesù Cristo. Questi due, che credettero in Cristo, prefiguravano la Chiesa dei gentili , che sarebbe stata rigenerata nel sacramento del battesimo e avrebbe creduto nel nome di Gesù Cristo». 

Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017