LE MIGLIORI VACANZE

01 Luglio 1997 | di

La cura da cavallo imposta da Prodi al paese per rispettare i famosi parametri di Maastricht, e quindi essere tra i primi in Europa a utilizzare la mitica moneta unica, con tutto quel che di positivo e promettente sulla carta è assicurato, ha probabilmente fatto aumentare il numero degli italiani che quest`€™anno le vacanze al mare o ai monti se le dovranno sognare, o che potranno, tutt`€™al più, concedersi un mordi e fuggi (un fine settimana giusto per gradire) che lascia l`€™amaro dell`€™invidia in bocca. Ma ecco come è possibile fare proficuamente buon viso a cattiva sorte.

Anzitutto: che vuol dire vacanza? Tante cose. Non ultima l`€™affermazione del diritto di staccare, a un certo punto, la spina per dimostrare che non si può ridurre il senso della vita umana solo al lavoro, alla produzione, all`€™ansia dell`€™avere, privando di ogni senso il riposo, il gioco, la festa e la sua gioia trascurando le esigenze dell`€™essere e dello spirito. Non fece lo stesso Dio che, dopo sei giorni di intenso lavoro (e che lavoro!) per creare il mondo, il settimo, cioè il sabato, si riposò? E il significato di quel divino riposo è chiarissimo, ma raramente le nostre vacanze ad esso si adeguano. Infatti, si fa grande fatica a vedere gioia, festa, riposo nei riti tribali della vacanza tutti-insieme-rumorosamente, in quell`€™intrupparsi su strade roventi, ingolfate di auto, per raggiungere spiagge affollatissime e rumorose o i luoghi di villeggiatura montana che ormai riproducono quasi fotostaticamente il trambusto cittadino. Insomma, più che un festoso riposo, le nostre vacanze sembrano a volte una masochistica corsa all`€™affanno.

È vero che a volte basta anche solo 'cambiare aria' per avvertire meno i pesi che per il resto dell`€™anno ci affliggono; è vero che l`€™aria salubre (quando lo è) di montagna, il sole, la sabbia, eccetera tonificano il corpo. Il corpo, appunto. Ma la mente e lo spirito inquinati dallo stress, sviati dalla dissipazione e dall`€™ansia? Per il ristoro di questi vale la pena di scegliere qualcosa di veramente alternativo, e se le convenienze impongono percorsi consueti, di tentare almeno di uscire per un po`€™ dal branco, ritagliandosi spazi che consentano momenti di riflessione, di recupero spirituale. A portata di mano c`€™è sempre il 'buon libro' per alimentare la curiosità  e l`€™intelligenza (il che fa sempre bene; gli italiani leggono così poco...), rinunciando magari alle vagonate di sciocchezze che le televisioni ammanniscono con indolente generosità .

Ma si può osare di più: una giornata o un paio di giornate di 'ritiro' (da soli od organizzati) per fare un bilancio della propria vita, su quale senso dare ad essa, se la stiamo egoisticamente bruciando dietro falsi miti che la rendono vuota e insignificante... e per cercare, di conseguenza, nuove motivazioni (un rinnovato, più intenso e solidale rapporto con gli altri?) che le ridiano slancio e vigore. Magari per riscoprire il valore della preghiera, non solo la preghiera di invocazione e di richiesta di aiuto, ma quella più profonda, che viene da un cuore che ha saputo fare silenzio e vuoto attorno a sé e che si traduce in adorazione, in estatica ammirazione.

Roba da monaci, si è tentati di dire. Può darsi. Ci sono però molte persone che, pur vivendo nel mondo ed essendo impegnati nei più diversi lavori, con questa 'preghiera del cuore', che li ha aiutati a entrare nella profondità  del loro spirito, hanno saputo ricostruire la propria vita (vedi articolo all`€™interno) riscoprendo il gusto dell`€™essenzialità , della fantasia, del lavoro creativo e la gioia dello stare insieme; ritrovando quell`€™armonia interiore che ad alcuni ha permesso anche di uscire da incubi depressivi e da conflitti dei quali disperavano ormai di vedere la fine.

Nel loro cammino spirituale essi hanno trovato nella natura una preziosa alleata e ispiratrice: riscoperta, vissuta, contemplata come creatura di Dio, segno e manifestazione della sua potenza e del suo amore, come elemento con il quale cercare di vivere in armonia. Come per Francesco d`€™Assisi: 'fratelli' e 'sorelle' da rispettare, da amare, con i quali lodare insieme il Signore. Altro che natura da sfruttare e da dominare: cosa che l`€™uomo, ritenendosene padrone assoluto, ha fatto e fa, incapace poi di correre ai ripari quando le conseguenze dello sfruttamento si ritorcono tragicamente contro di lui. Fermiamoci un attimo ad ammirare con spirito e cuore diversi le bellezze che ancora la natura ci offre; anche attraverso di esse, a chi lo sa vedere e ascoltare, Dio rivela la sua bontà  e il suo amore. Recupereremo così il senso del riposo, totalmente tonificante e ristoratore.l

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017