Liberaci dal male

01 Giugno 2001 | di

Dal 1988 le edizioni del «Messaggero di sant";Antonio», ispirandosi all";insegnamento e all";opera che il Santo di Padova, nella sua breve vita, ha attuato a favore dei poveri, degli oppressi e degli ammalati, propongono ai loro lettori dei progetti sociali realizzati dalla Caritas antoniana.

Questi progetti rispondono a gravi emergenze, a situazioni di bisogno "; materiale e morale "; di territori circoscritti oppure, come nel caso dei progetti di quest";anno, mirano a salvare i bambini colpiti dal virus dell";Aids in Mozambico, Zambia e Brasile. Di fronte ai venticinque milioni di ammalati di Aids in Africa, i progetti della Caritas antoniana sono certamente una piccola cosa. Ma contro un virus che continua a colpire per situazioni di debolezza socio-economica e per mancanza di strutture sanitarie, i nostri progetti promuovono innanzitutto una maggiore informazione e s";impegnano a lottare contro l";emarginazione delle persone sieropositive. La finalità  è quella di salvare la vita di ogni bambino al suo primo fiorire, organizzando, in ospedali già  strutturati, una cura con nuovi farmaci per le partorienti, evitando il contagio del bambino.

In Africa, l";Aids ha già  ucciso milioni di bambini, mentre centinaia di migliaia sono, assieme alle loro mamme, sieropositivi. Con un discreto recupero delle difese immunitarie delle madri, si riesce a regalare loro qualche anno di vita in più, rallentando così il diffondersi della malattia.

Le innumerevoli scene di disperazione trasmesse dai mass media ci mettono spesso in crisi perché di fronte alla gravità  e all";estensione del fenomeno, emergono i nostri limiti e quelli dei Paesi dove il dramma dell";Aids si consuma senza trovare risposte e soluzioni adeguate all";emergenza. Scopriamo che la malattia e la sofferenza restano inseparabili compagne dell";uomo, nonostante i progressi della medicina e della scienza. Al vuoto della speranza, subentrano spesso la solitudine e l";abbandono.

Ma è soprattutto in queste circostanze che, come cristiani, dobbiamo sentirci strumenti dell";amore di Dio per alleviare la sofferenza, il dolore e, in qualche caso, la stessa morte. Constatiamo allora che se è vero che tanti mali nascono dal cuore dell";uomo, è pure vero che nel cuore umano maturano anche iniziative di solidarietà  e condivisione che danno idealità  e nuove motivazioni alla vita. E la stessa fede fa un salto di qualità .

Non vi nascondo le mie difficoltà  nel richiamare la vostra attenzione sui progetti della Caritas antoniana, mirati ad aiutare dei bambini e le loro mamme, emarginate da ingiustificati pregiudizi e segregate dalla società . Tanti medici, missionari e volontari stanno tenacemente lottando per frenare il diffondersi del contagio, ma anche per cambiare cultura e mentalità , combattendo l";isolamento dei malati. La lotta all";Aids richiede il sostegno dei Paesi ricchi, del mondo associazionistico, dei mass media, per forgiare una sensibilità  nuova intorno a questo dramma. Ciò che mi chiedo è se la politica, coinvolta dai problemi e dalle prospettive della globalizzazione dei mercati, saprà  rispondere in modo adeguato a questo pressante appello. Nei Paesi poveri, il diritto alla salute che offre l";accesso a costi agevolati ai farmaci essenziali per rallentare il diffondersi dell";Aids, non ha trovato risposte efficaci. Le leggi del mercato finora hanno agevolato gli interessi delle grandi case farmaceutiche, a scapito dei bisogni sanitari di intere popolazioni. L";Organizzazione mondiale della sanità , già  vent";anni fa ha proclamato il diritto alla salute, stabilendo la prima lista di farmaci essenziali per soddisfare i bisogni sanitari, che dovevano essere disponibili in ogni momento e in quantità  adeguate. Un dato per tutti: nei Paesi occidentali vive il 15% della popolazione fortunata del pianeta, in grado di accedere alla sanità  e ai farmaci, anche non essenziali.

Con l";aiuto di tutti voi, e attraverso l";opera instancabile della Caritas antoniana, riusciremo a realizzare i progetti proposti. Ma siamo consapevoli che è ancora poca cosa, perché accanto alla realizzazione delle opere, nel nome di sant";Antonio, dobbiamo promuovere nei Paesi in cui viviamo, lo sviluppo di culture e atteggiamenti contrari ad ogni emarginazione. Solo così risponderemo, anche andando controcorrente, a una delle più grandi sfide della società  attuale con spirito di solidarietà  e di evangelica carità .

P. Luciano

Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017