L'incanto che si ripete

Alcuni bambini di New York commentano, a modo loro, le tradizioni, i regali e le decorazioni del giorno più magico dell'anno.
12 Novembre 2008 | di

New York
Natale è un momento di magia e di splendore per tutti. È il giorno in cui si celebra la nascita di Gesù, e tutt’intorno c’è un’atmosfera di grande emozione e attesa. È, soprattutto, la festa dei bambini. Ecco come alcuni di loro evocano questa festa.
Francesco Salvatore Lombardi, che ora ha cinque anni, ha voluto raccontarci la storia del primo Natale, come gliel’hanno insegnata i suoi nonni, Salvatore e Chiara, nativi di Mola di Bari. Disse che duemila anni fa, la Terra Santa era sotto il dominio dei romani. Un giorno i romani ordinarono un censimento: tutti gli abitanti dovevano tornare al proprio villaggio natio per essere contati. A Nazareth, nel Nord della Terra Santa, viveva un uomo di nome Giuseppe assieme a Maria, la sua sposa, che aspettava un bambino. La coppia doveva arrivare a Betlemme, il villaggio del Sud dov’era nato Giuseppe. Il viaggio fu lungo e faticoso, e quando giunsero a Betlemme, Maria era sfinita. Per colmo di sventura non trovarono nemmeno una stanza in una locanda dove trascorre la notte. Infine, stanchi e disperati, si rifugiarono in una stalla. Fu lì che Maria diede alla luce il suo bambino, Gesù.
Francesco Salvatore ci assicurò che non c’erano medici ad assisterla, né infermiere o levatrici. Solo il respiro degli animali scaldava la stalla, e una mangiatoia piena di fieno faceva da culla. Maria aveva affrontato un lungo viaggio in groppa a un asino, aveva partorito in una misera stalla, e ora non aveva neanche una culla. Mentre Gesù Bambino giaceva nella mangiatoia, una stella brillava luminosa sopra la stalla.
I regali per i bimbi poveri
L’anno scorso, Isabella e Giuseppe Quatela hanno ricevuto, dai genitori Franco e Antonietta, il compito di allestire l’albero natalizio, cosa che faranno anche quest’anno, aiutati naturalmente da nonna Angela. Isabella e Giuseppe ci hanno spiegato che quando nacque Gesù, una schiera di angeli scese dal cielo a portare la bella notizia. I primi a cui si mostrarono, erano dei poveri pastori che pascolavano le greggi su una collina nei pressi del villaggio. Dopo essersi ripresi dallo spavento per l’apparizione degli angeli, i pastori andarono da Gesù, e gli portarono degli umili doni. In seguito tre re Magi seguirono la cometa fino alla stalla dov’era nato il bambino, e gli donarono oro, incenso e mirra. Da allora, lo scambio di regali è una tradizione importante del Natale.
Isabella e Giuseppe ci hanno detto che quest’anno, ai piedi dell’albero, prepareranno dei regali per i bambini poveri che loro conoscono. Avvolgeranno i regali in carta colorata e glieli daranno di persona. Ci hanno anche detto che hanno imparato dai genitori ad appendere calze vuote per ritrovarle al mattino seguente piene di dolci. Anche quelle calze saranno date ai bambini bisognosi.
La loro nonna Angela che è parte del Comitato direttivo della parrocchia di San Mel, a Flushing, ha commentato che, purtroppo, i regali di Natale assumono una gamma svariata nel modo in cui vengono distribuiti. Alcuni, è vero, sono semplici per la gioia dei bambini, altri sono complicati e costosi per bambini viziati. Alcuni sono scelti secondo i gusti della persona amata, altri sono donati con lo stesso amore con cui si pagano le tasse. Alcuni sono elargiti come segno d’amicizia, altri sottobanco ai potenti, per tacitare la coscienza, per riparare a uno sgarbo, per simulare un’amicizia inesistente, per evitare una visita imbarazzante o noiosa, o per sentirsi buoni. Angela disse che regalare le cose non serve a niente se non si regala se stessi. Come moglie, mamma, nonna e come credente è molto fiera che i suoi due nipotini siano stati istruiti a comportarsi così perchè solo così Isabella e Giuseppe proveranno davvero la magia del Natale.
Decorazioni ai tropici
Anche se vivono a New York, Nicola, Gianni, Dana e Gaetano Tabbanella passano il Natale a Orlando, in Florida. Dissero che a loro, come a tutti, piace il Natale con la neve, ma laggiù non nevica mai perchè è caldo, per cui i loro genitori Deborah e Gaetano, oriundi di Napoli, spruzzano alle finestre la neve artificiale creando così la sensazione della festa. Altre decorazioni che i loro genitori preparano per rendere il Natale ancora più speciale, oltre al consueto albero e ai cibi preferiti da condividere con i propri cari, sono i biglietti di auguri e le lunghe lettere per raccontare le cose belle accadute durante l’anno, da inviare a parenti e amici, i canti di Natale, e uno dei dolci più tipici per l’occasione, cioè il torrone, fatto di zucchero, miele, nocciole e mandorle, tanto amato da golosi grandi e piccoli.
Nicola, Gianni, Dana e Gaetano amano soprattutto vedere le stelle, le candele e l’angioletto. Ce lo spiegano in questo modo: più di duemila anni fa, nel cielo di Betlemme apparve una stella meravigliosa, più grande di tutte le altre, proprio sopra la capanna in cui era nato Gesù. I Re Magi la seguirono attraversando il deserto e le montagne, e così giunsero alla stalla. Per questo, Natale e le stelle hanno un significato magico, e in cima all’albero di Natale si usa metterne una.
Gaetano, il fratellino maggiore, spiegò che la decorazione delle candele è altrettanto aspettata perchè le fiammelle delle candele brillano e allontanano il buio. Disse che le candele sono belle, ma bisogna fare attenzione a non bruciarsi e a tenerle lontane dalle altre decorazioni, dal presepio e dall’albero di Natale. La sorellina Dana ha aggiunto che fuori della porta d’ingresso della loro casa, viene anche appeso un angioletto di Natale, anche questo fatto di carta o di legno, per ricordare l’angelo che ha annunciato a Maria la nascita di Gesù, ed è simbolo di purezza e di bontà.
I racconti della vigilia
Ogni sera, prima di addormentarsi, Francesco Aguanno ascolta con attenzione racconti, storie e leggende dalla mamma Kari o dal papà Nicola, nativi di Trapani. Durante il Natale, le storie preferite sono la Piccola Fiammiferaia di Hans Christian Andersen, il Canto di Natale di Charles Dickens, e lo Schiaccianoci di Peter Ilic Ciajkovskij.
Hans Christian Andersen narra di una povera bambina che viene mandata a vendere fiammiferi in una notte fredda e nevosa. Mano a mano che il freddo si fa più pungente, la piccola accende un fiammifero per scaldarsi un po’. Davanti a ogni fiammella ha una visione. Quando accende l’ultimo fiammifero, le appare un luogo felice dove incontra la sua nonna morta. Al mattino, i passanti trovano il corpicino gelato della piccola, ma la sua anima è al caldo, accanto alla nonna.
Charles Dickens descrive Ebenezer Scrooge: un vecchio avaro e senza amici che odia il Natale. Però, dopo l’incontro con tre fantasmi, egli comprende che il Natale è un momento di autentica gioia, e diventa generoso, gentile e felice e, soprattutto, bravo e buono con tutti i bambini.
Infine, lo Schiaccianoci è un balletto di Ciajkovskij in cui si racconta la storia della piccola Clara Stahlbbaum che nella notte della vigilia di Natale, riceve in dono, da un misterioso padrino, un magico schiaccianoci di legno. Quando tutti se ne vanno, Clara si addormenta e lo schiaccianoci si trasforma in un principe che la conduce in un mondo magico popolato di giocattoli danzanti, topi guerrieri e fatine di zucchero.
I genitori di Francesco hanno detto che l’anno scorso, dopo aver ascoltato queste storie alla vigilia di Natale, si è addormentato contento e la mattina dopo si è svegliato molto presto, ha sentito la bella musica di Tu Scendi dalle Stelle, ha trovato una calza piena di dolci e mandaranci profumati in fondo al letto, e si è goduto i volti sorridenti e felici dei genitori e dei nonni che lo osservavano e gli auguravano Buon Natale!

Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017