L’incontro con il Risorto

Cristo opera nella storia e continua ad essere principio e proposta di vita nuova per l'umanità intera e per la nostra comunità.
01 Aprile 2003 | di

 «Questo è il luogo più sacro del mondo. Questa tomba vuota è la testimone silenziosa dell'evento centrale della storia umana», ha esclamato Papa Giovanni Paolo II dopo aver visitato, nel suo pellegrinaggio in Terra Santa del marzo 2000, la piccola stanza mortuaria posta al centro della basilica del Santo sepolcro di Gerusalemme. Per gli apostoli e per i primi discepoli del Signore, quella tomba rimasta vuota «il primo giorno dopo il sabato», farà  parte del nucleo centrale della loro predicazione fondato sull'evento della risurrezione: la verità  culminante della nostra fede che ha segnato una svolta decisiva per la storia umana.

«Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risuscitato» dicono «due uomini con vesti splendenti» a Maria di Magdala e alle altre donne che all'alba di quel primo giorno della settimana s'erano recate al sepolcro con gli aromi per completare l'imbalsamazione del corpo di Gesù. L'apparizione dei due angeli viene accolta tra paura e stupore, ma le aiuta a ricordare ciò che il Signore aveva già  predetto: la sua morte e risurrezione al terzo giorno. Presero allora subito l'iniziativa di ritornare dagli apostoli e dai discepoli per raccontare quanto avevano visto e udito.

Anche se il sepolcro vuoto non costituisce in sé una prova diretta della risurrezione del Signore, il fatto è stato per gli apostoli e per la prima comunità  cristiana un'esperienza che li ha aiutati a riconoscere lo sconvolgente avvenimento. Dopo le pie donne, al sepolcro si recheranno Pietro e Giovanni. Quest'ultimo, scorgendo le bende per terra e lo stato del sepolcro vuoto, «vide e credette». Il Risorto apparirà  altre volte, ma l'apparizione più significativa è quella fatta a Pietro, considerato dagli altri apostoli primo testimone ufficiale: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone».

Non fu facile per gli undici e per i primi discepoli di Gesù accettare il fatto della sua risurrezione. L'avevano visto morire sanguinante su una croce ed ora lo vedono - con un corpo trasformato e spiritualizzato - parlare, consolare, mangiare con loro, libero di apparire dove e quando vuole. In un incontro conviviale, egli li rimprovera «per la loro incredulità  e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che l'avevano visto risuscitato» (Mc 16,14); e nonostante le sue ripetute apparizioni, quando ritorna tra loro nel Cenacolo, qualcuno credeva ancora di vedere un fantasma. In loro c'è stato dunque un cammino di fede, illuminato dalle apparizioni e dai segni operati dal Signore per cancellare i loro dubbi e le loro incredulità ; e solo dopo un";esperienza di diretti contatti con lui risorto, da discepoli smarriti e timorosi diventano testimoni del più grande evento di fede accaduto nella storia, della cui storicità  essi si fanno prova e garanzia. Il ritrovamento del sepolcro vuoto da parte delle donne e degli apostoli ci insegna infatti che Cristo non si lascia imbalsamare o imprigionare in un monumento funebre. Le sue apparizioni, come risorto, testimoniano la sua presenza viva nella comunità  cristiana.

Anche noi possiamo ripercorrere, attraverso la lettura dei vangeli e la partecipazione alle liturgie, l'itinerario di fede dei primi discepoli del Signore: dall'evento della tomba vuota agli incontri con il risorto. La partecipazione ai momenti di preghiera e di riflessione organizzati nelle nostre comunità ; la celebrazione dei misteri della Settimana Santa che richiamano le antiche tradizioni dei paesi d'origine, la ricchezza e la santità  dei riti del Triduo pasquale che culminano nella veglia del Sabato Santo e nella gioiosa festività  della Pasqua, sono occasioni privilegiate per approfondire la verità  fondamentale della nostra fede. La Pasqua ci offre grazia e motivi per vivere da risorti, da costruttori di un mondo nuovo, sfidando le forze dell'egoismo, della violenza e dell'indifferenza. È questo l'augurio pasquale che estendo a voi, cari amici, unito ai miei confratelli della Basilica del Santo e del Messaggero di sant'Antonio, con la speranza che per tutti noi le celebrazioni di questo momento forte della fede ci rendano consapevoli che egli è vivo e operante nella storia.

Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017