L’incubo asteroide

In giro per il sistema solare c’è un miliardo, circa, di pietre volanti, qualcuna un giorno o l’altro potrebbe cadere sulla Terra. È il caso di preoccuparsi?
14 Giugno 1998 | di
   
   
     

Quella       notte tra il 31 dicembre 1800 e l`€™1 gennaio 1801, gli altri stappavano       bottiglie di spumante alla grande, e ne avevano tutti i motivi: stava       nascendo un nuovo anno. C`€™era una persona, però, che era dedita a       tutt`€™altre occupazioni, senza farsi distrarre dal clima di festa: si       chiamava Giuseppe Piazzi, era un astronomo di Palermo, e stava scrutando       il cielo per mettere a punto una mappa stellare.

     

Fu così che, proprio mentre gli altri brindavano, lui inquadrò un       minuscolo corpo celeste in movimento, e lo battezzò Cerere in       omaggio alla dea patrona della Sicilia (la dea delle messi: non a caso la       Sicilia nell`€™antichità  era chiamata il granaio di Roma). Negli anni       successivi, vennero scoperti altri tre di questi piccolissimi oggetti, e       si decise di chiamarli Asteroidi perché simili alle stelle, cioè       agli astri. Si vide che erano all`€™interno del sistema solare, dunque nel       cortile di casa nostra, e che erano concentrati tra Marte e Giove.

     

Da allora, le scoperte si sono moltiplicate, anche se nemmeno oggi       sappiamo quanti siano questi mini corpi celesti: di sicuro, non meno di       mezzo milione. Sono davvero piccolissimi, perché vanno da un diametro di       un centinaio di chilometri a poche decine di metri. E non sono i soli. A       parte questo serbatoio di pietre volanti tra Marte e Giove, gli astronomi       stimano che in giro per il sistema solare ce ne sia addirittura più di un       miliardo.

     

Come tutto quello che c`€™è nello spazio, se ne vanno tranquillamente in       giro. E periodicamente, sulla Terra, spunta il timore che un giorno o       l`€™altro uno di questi ci possa piombare addosso. Anche nelle scorse       settimane è suonato un nuovo allarme, basato sulla segnalazione che sette       asteroidi finora sconosciuti rischierebbero nei prossimi decenni di       schiantarsi sul nostro pianeta, nel qual caso provocherebbero danni       ingenti.

     

L`€™allarme francamente è eccessivo. Ci sono, in realtà , circa 1300       asteroidi con diametro superiore a un chilometro che attraversano l`€™orbita       della Terra, ma nella stragrande maggioranza dei casi il nostro pianeta si       trova da un`€™altra parte quando un asteroide interseca il suo cammino       spaziale. Inoltre, moltissimi di questi corpi spaziali sono di dimensioni       minime, e il loro impatto con la Terra non lascia segni evidenti (tanto       più che tre quarti della superficie terrestre è fatta di acqua).

     

Per produrre guasti veri, ci vuole un asteroide del diametro di almeno       un chilometro; e corpi di queste dimensioni colpiscono la Terra soltanto       una volta ogni milione di anni circa. Certo,

      in quel-l`€™occasione son dolori: l`€™impatto comporta       un`€™esplosione di energia superiore a quella di mille bombe atomiche da       cento megatoni l`€™una.     

Una di queste catastrofi cosmiche sembra essere successa 65 milioni di       anni fa, con una collisione tale da riempire l`€™atmosfera di gas e polvere.       Una prova indiretta delle conseguenze l`€™abbiamo dalla constatazione che       più o meno in quell`€™epoca, verso la fine dell`€™era Cretacea, sulla Terra si       estinsero all`€™improvviso i dinosauri, che fino ad allora avevano dominato       la scena, ma anche molti altri animali e diverse piante, proprio a seguito       di una sorta di lunghissimo inverno determinato dalla presenza nell`€™aria       del materiale dell`€™asteroide disintegratosi nello scontro.

     

Ma allora, dobbiamo attenderci una replica a breve scadenza? Gli       scienziati invitano a non precipitare. Entro i prossimi cento anni       possiamo prevedere l`€™arrivo di un oggetto spaziale delle dimensioni       comprese tra i 30 e i 50 metri di diametro; e fin qui è tutto. A distanza       di tempo molto maggiore (e chissà  se allora ci sarà  ancora l`€™uomo sulla       Terra) potrà  essere la volta di un macigno di un chilometro.

     

I più pericolosi sono i cosiddetti 'Asteroidi Aton', che       circolano all`€™interno dell`€™orbita della Terra attorno al Sole, e seguono       una traiettoria per ora imprevedibile, perché influenzata dall`€™attrazione       gravitazionale di Venere e di Mercurio, oltre che della Terra e del Sole.       Ma se proprio uno di questi si decidesse a far guasti, è probabile che non       trovi spettatori per il suo show. O che gli spettatori di allora,       grazie alle tecnologie del futuro, riescano a dirottarlo su un altro       palcoscenico, limitandosi a osservare lo spettacolo da distanza di       assoluta sicurezza.

     

 

     

Internet per non vedenti

     

 

     

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Navigare' su Internet, un`€™attività  che       raccoglie sempre più proseliti, non presenta più problemi nemmeno per chi       è privo della vista, grazie a una serie di innovazioni tecnologiche: sono       già  oggi disponibili sul mercato dei pacchetti di software che sono       in grado di 'prevedere' le difficoltà  incontrate dai disabili, e di       fornire una traduzione delle icone che appaiono sugli schermi dei computer       in caratteri alfanumerici, leggibili dalla 'barra Braille'.     

Quest`€™ultima è una barra a matrici ad aghi, che traduce in codice       Braille (quello messo a punto per i ciechi) il contenuto di una riga di       testo che appare sullo schermo dei computer. In aggiunta a questo, ci sono       anche sistemi di sintesi vocale sempre più perfezionati, i quali       consentono di digitalizzare i testi contenuti in un computer e di leggerli       con voce pressoché umana. Per quanto riguarda Internet, i programmi       immessi sul mercato sono in grado di analizzare le varie pagine e di       sistemarne le componenti grafiche in un menu che può essere letto sia       dalla barra Braile che dal sintetizzatore vocale.

     

 

     

Belgio: sono tornati i castori

     

Dopo un secolo di assenza, i castori tornano a farsi vedere in Belgio,       in particolare nella provincia di Liegi, al confine con la Germania: erano       scomparsi, appunto, un centinaio di anni fa, e il loro ritorno è stato       accolto con grande soddisfazione dagli esperti, soprattutto per la       funzione di riequilibrio nella gestione delle zone umide che può essere       esercitata da questi animali.

     

Assai comuni in tutta Europa, i castori nel Medioevo avevano subìto una       caccia spietata, che ne aveva determinato la quasi scomparsa. Sono sempre       stati, del resto, una preda ambita, non solo per la pelliccia, ma anche       per la carne. E questo per un aspetto curioso: nel 1754, gli studiosi       della facoltà  di medicina di Parigi avevano classificato i castori come       pesci; dunque, potevano essere mangiati anche di venerdì e durante i       periodi di digiuno e astinenza. Erano, inoltre, in possesso di una       speciale ghiandola, il 'castoreum' che costituiva una riserva di acido       acetilsalicilico, utilissimo per combattere il mal di       testa.

     

 

     

Un satellite per controllare le mucche

     

Non c`€™è più scampo neppure per le mucche. Anch`€™esse verranno       controllate dal satellite, e dunque saranno rintracciabili ovunque, per       quanto si muovano alla ricerca di erba. È un problema non indifferente,       del resto: ogni anno, undici milioni di capi di bestiame attraversano       liberamente le frontiere degli stati europei. Si tratta, dunque, di       evitare gli spostamenti illegali, i furti, la trasmissione di epidemie.

     

A tutto questo porrà  rimedio un apposito sensore sistemato nella pancia       dell`€™animale, e che consentirà  di controllare gli spostamenti attraverso       un satellite. Fantascienza? Niente affatto. Si tratta di un programma di       ricerca finanziato dall`€™Unione europea, e presentato qualche settimana fa       a Barcellona.

     

L`€™obiettivo, oltre a quello specifico di controllare i movimenti dei       singoli animali, è di arrivare ad allestire una vera e propria anagrafe       europea del bestiame, il cui impatto sarà  notevole sul mercato della       carne, grazie all`€™aumento di fiducia dei consumatori, ai prezzi più       vantaggiosi e alla maggiore scelta di carne di qualità . Ci saranno       benefici anche grazie alla diminuzione dei costi di amministrazione, e       alla riduzione dell`€™incidenza delle frodi.

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017