Lo Spirito soffia in tutti i luoghi
Domenica 27 ottobre, con la solenne celebrazione eucaristica presieduta da papa Francesco nella basilica di San Pietro, a cui hanno preso parte i padri e le madri sinodali, si è conclusa la Seconda sessione della XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi sul tema: «Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione» (nella foto: l'ingresso in San Pietro di cardinali, vescovi e sacerdoti per la Messa).
I lavori si erano di fatto conclusi nel pomeriggio del giorno prima, il 26 ottobre, con la consegna del Documento finale del Sinodo al «santo popolo di Dio».
«Con il Documento Finale – ha sottolineato il Pontefice nel suo discorso conclusivo – abbiamo raccolto il frutto di anni, almeno tre, in cui ci siamo messi in ascolto del Popolo di Dio per comprendere meglio come essere “Chiesa sinodale” – è l’ascolto dello Spirito Santo – in questo tempo. […] La Grazia di Dio, tramite il suo Spirito, sussurra nel cuore di ciascuno parole di amore. A noi è dato di amplificare la voce di questo sussurro, senza ostacolarlo; ad aprire le porte, senza erigere muri. Quanto male fanno le donne e gli uomini di Chiesa quando erigono dei muri, quanto male! […] Non dobbiamo comportarci come “dispensatori della Grazia” che si appropriano del tesoro legando le mani al Dio misericordioso. Ricordatevi che abbiamo iniziato questa Assemblea sinodale chiedendo perdono, provando vergogna, riconoscendo che siamo tutti dei misericordiati».
«C’è una poesia di Madeleine Delbrêl – ha proseguito il Papa –, la mistica delle periferie che esortava: “Soprattutto non essere rigido” – la rigidità è un peccato, è un peccato che a volte entra nei chierici, nei consacrati, nelle consacrate –. Vi leggo alcuni versi di Madeleine Delbrêl, che sono una preghiera. Lei dice così: Perché io penso che tu forse ne abbia abbastanza della gente che, sempre, parla di servirti col piglio da condottiero, di conoscerti con aria da professore , di raggiungerti con regole sportive, di amarti come si ama in un matrimonio invecchiato. Facci vivere la nostra vita, non come un giuoco di scacchi dove tutto è calcolato, non come una partita dove tutto è difficile, non come un teorema che ci rompa il capo, ma come una festa senza fine dove il tuo incontro si rinnovella, come un ballo, come una danza, fra le braccia della tua grazia, nella musica che riempie l’universo di amore. Questi versi possono diventare la musica di fondo con cui accogliere il Documento Finale».
«Ora – ha quindi concluso papa Francesco –, alla luce di quanto emerso dal cammino sinodale, ci sono e ci saranno decisioni da prendere. […] Su alcuni aspetti della vita della Chiesa segnalati nel Documento, come pure sui temi affidati ai dieci “Gruppi di Studio”, che devono lavorare con libertà, per offrirmi proposte, c’è bisogno di tempo, per giungere a scelte che coinvolgono la Chiesa tutta. Io, allora, continuerò ad ascoltare i Vescovi e le Chiese affidate a loro. Questo non è il modo classico di rimandare all’infinito le decisioni. È quello che corrisponde allo stile sinodale con cui anche il ministero petrino va esercitato: ascoltare, convocare, discernere, decidere e valutare. E in questi passi sono necessari le pause, i silenzi, la preghiera. È uno stile che stiamo apprendendo insieme, un po’ alla volta. Lo Spirito Santo ci chiama e ci sostiene in un questo apprendimento, che dobbiamo comprendere come processo di conversione. […] La Chiesa sinodale per la missione, ora, ha bisogno che le parole condivise siano accompagnate dai fatti. E questo è il cammino. Tutto questo è dono dello Spirito Santo: è Lui che fa armonia, Lui è l’armonia. […] Fratelli e sorelle, che l’armonia continui anche uscendo da quest’aula e il Soffio del Risorto ci aiuti a condividere i doni ricevuti. E ricordate – sono ancora parole di Madeleine Delbrêl – che “ci sono luoghi in cui soffia lo Spirito, ma c’è uno Spirito che soffia in tutti i luoghi”».