Made in Italy in fibrillazione
SYDNEY
È stato rieletto alla presidenza della Camera di Commercio di Sydney, Paolo Dovico, originario di Padova e giunto, con i genitori e un fratello, nel 1960, in Australia, dove ha conseguito la laurea di Commercialista con specializzazione in Chartered Accountant. A Sydney è oggi titolare, insieme ad altri soci, dello studio Duncan Dovico che impiega 40 dipendenti ed è situato nel sobborgo di Milsons Point in una delle migliori posizioni della baia.
In base al nuovo statuto, proposto dallo stesso presidente per dare maggior efficienza alla Camera "; e recentemente approvato all";unanimità dal suo comitato e dall";assemblea generale straordinaria dei soci ";, Paolo Dovico rimarrà in carica tre anni e potrà così realizzare meglio i molti progetti pianificati durante l";anno trascorso a capo del suo ente.
Nel programma presentato lo scorso anno alla sua elezione, Dovico aveva delineato una Camera più addentrata in Australia, e capace di presentare la sua immagine tra gli imprenditori locali onde stimolarli ad investire in Italia, favorendo joint-ventures tra i due Paesi affinché la tecnologia, la moda e tutti gli altri prodotti tipici italiani vengano maggiormente diffusi in Australia. E i buoni risultati non hanno tardato ad arrivare con una Camera che è diventata la seconda nel mondo, e conta attualmente 400 soci, quasi interamente appartenenti al mondo del business, parecchi dei quali sono ora australiani ed entusiasti dei vantaggi offerti dal fatto di appartenere ad un ente ben accettato nei rispettivi Paesi.
Tra i compiti della Camera c";è quello di avvicinare gli imprenditori australiani e illustrare loro le convenienze che possono derivare dalle iniziative commerciali con l";Italia, che la stessa Camera può facilitare e aiutare. La Camera dispone infatti di una fitta rete di contatti con gli operatori locali italiani e australiani; è il punto di riferimento degli imprenditori provenienti dall";Italia e interessati al mercato australiano e a quello asiatico; e offre alle imprese italiane locali la possibilità di incontrare i rappresentanti delle aziende italiane che visitano l";Australia.
Non si tratta esclusivamente di un servizio di consulenza, ma di un";ampia gamma di forme di assistenza che include piani di lavoro con uno sguardo alle leggi dei due Paesi, la rappresentanza per le imprese residenti in Italia che hanno investimenti in Australia, la ricerca del commercialista e dell";avvocato più idonei quando vi siano particolari problemi da risolvere. Inoltre è stato istituito da qualche tempo, l";ICCI Pro-Am Golf Day, quale momento d";incontro tra gli imprenditori italiani e australiani, e occasione per stringere con loro legami d";amicizia.
Con la ricca esperienza acquisita nel settore commerciale, grazie alla pluriennale attività di «accountant» che gli ha permesso di sondare profondamente il mondo commerciale australiano e avere continui contatti con quello italiano, Paolo Dovico è in grado di avere una visione continuamente aggiornata della realtà , che sta trasformando la Camera di Commercio di Sydney in un osservatorio importante per le aziende di entrambi i Paesi.
Nei viaggi in Italia per seguire meglio le pratiche dei suoi clienti, Dovico non manca di partecipare agli incontri con le diverse Camere di Commercio, e ai congressi degli industriali a cui viene regolarmente invitato. Recentemente, a Bologna, nel corso di una riunione in cui si discuteva con una certa preoccupazione della situazione del made in Italy, Dovico ha affermato che «il made in Italy per la categoria ";piccole e medie aziende";, dopo il successo degli anni Settanta-Ottanta, non esiste quasi più a causa della concorrenza della Cina, dell";Indonesia e dell";India che ha fatto chiudere molte fabbriche italiane. Il problema non è ancora capito dai politici italiani che invece sono convinti della qualità superiore del prodotto italiano, e non prendono le misure adeguate rischiando di portare l";Italia verso una grave crisi economica». Dopo aver precisato che l";Australia, pur godendo del vantaggio di disporre delle materie prime, da oltre vent";anni si è concentrata su produzioni in cui non esiste la concorrenza delle nazioni asiatiche, Dovico ha suggerito agli industriali italiani che l";ascoltavano, di scegliere quelle categorie in cui la competenza dell";Italia è indiscussa senza voler gareggiare con quei Paesi, che per il basso costo dei salari diventano irraggiungibili.
Parlando del sua regione d";origine, il Veneto, Dovico ha rilevato che mentre alcuni anni fa era la zona più industrializzata dell";Italia, ora vede chiudere numerose delle sue piccole e medie industrie perché non reggono la concorrenza mondiale, in quanto con la globalizzazione dovrebbero gareggiare con le grandi industrie che hanno la capacità di muoversi nel mondo. Per loro, inoltre, risultano vani i tentativi delle cooperative, poiché iniziati troppo tardi quando ormai il danno era a livelli irreparabili.
Dovico ha anche sottolineato che «il made in Italy è una cosa del passato, in quanto non viene più fatto in Italia nonostante venga creato dall";eccellente design italiano, e la gestione della sua produzione sia italiana. Dovrebbe però essere cambiato il metodo con cui le grandi imprese italiane propongono il prodotto italiano all";estero, seguendo la tradizione lungamente sperimentata da Germania, Francia e Giappone che nei Paesi d";esportazione stabiliscono una forma di attività con qualche aspetto della produzione in loco in modo da rimanere presenti su quei mercati e stimolando contemporaneamente la simpatia verso i prodotti italiani.
Quanto alle molte opportunità che gli imprenditori italiani possono trovare in Australia, Dovico ha portato l";esempio del marmo di Carrara. Essendo l";Australia un continente molto ricco di granito e ancora agli albori del suo sfruttamento, potrebbe offrire agli italiani, esperti nella lavorazione, la vantaggiosa possibilità di costruire in loco impianti simili a quelli di Carrara, esportando la loro competenza e di qui facendo poi concorrenza a tutto il mondo.
Tra le cause che spesso frenano gli operatori australiani rispetto alla possibilità di importare dall";Italia, Dovico ha lamentato il sistema giudiziario vigente in Italia, che per la sua grande lentezza nel risolvere le controversie, scoraggia gli affari, affermando che ha presentato una richiesta alle autorità competenti affinché si adoperino per facilitare le cause che derivano dalle irregolarità nelle contrattazioni.
La passione per la diffusione del prodotto italiano spinge Paolo Dovico anche su strade nuove, come il recente incontro, a Singapore, delle Camere di Commercio Italiane di tutte le nazioni dell";Asia orientale, nel corso del quale è stato nominato un rappresentante locale per coordinare il lavoro e portare avanti con entusiasmo la promozione del made in Italy.