Madre Cabrini e l’Eucaristia
Incarnando con rinnovata originalità il Vangelo nella sua epoca, Madre Cabrini ha dilatato gli orizzonti di questa sintesi in tanti campi: la promozione della donna, la disinvolta comunicazione (stampa e mezzi di trasporto), la gestione economica e l";attitudine imprenditoriale, il rapporto con le istituzioni, il peso riservato alla competenza scientifica, la cura per l";emigrante nella sua accoglienza e integrazione, la dignità riconosciuta a chi è nel disagio, ma anche il servizio a chi è più dotato, la ricerca dell";incontro con mondi culturali diversi; tutto questo ha fatto della Cabrini un prototipo di sintesi nuova tra Vangelo e modernità , un personaggio stimato, al punto che un futuro primo ministro: Francesco Saverio Nitti avrebbe espresso, incontrando la Madre poco prima della sua morte, l";apprezzamento che essa sarebbe stata un ottimo ministro degli Esteri. Ma tanto dispendio di energie ha avuto un motivo unificante nel nome di Colui che è il metro e la ragione profonda del nostro agire. C";è un segreto che sostiene la perseveranza dei Santi e nostra. Qual è il segreto per santa Cabrini? Sono convinto che non si spiegherebbe la sua vita senza l";Eucaristia. Ciò è scontato, ma vale la pena, proprio in quest";anno dell";Eucaristia, mettere a fuoco questa fonte senza la quale non si spiega un";esistenza così dinamica.
Negli anni in cui sta maturando la fondazione, attraverso prove e singolari esperienze mistiche, la Santa descrive così, in terza persona, l";esperienza di Cristo che l";Eucaristia le consente e l";intuizione della missione che da essa le è derivata: «Stava un";anima tribolata perché non sapeva decidere sull";accettare o no un";opera di grande gloria di Dio`¦ quando nel massimo dell";amarezza, mentre supplicava caldamente nostro Signore esposto sull";altare a darle lume chiaro, vide la santa ostia trasformarsi in una gran luce e posarsi sopra un globo che rappresentava il mondo. Indi il globo venne girando innanzi agli occhi di quella persona, mentre il Signore le mostrava con vivi sentimenti intimi le immensità dei luoghi in cui doveva portare l";opera sua per la di lui gloria`¦ Restò quindi più animata a intraprendere quanto allora le si offriva."; (Pensieri, 2)
La forza della missione
Fin dal primo giorno della fondazione dell";Istituto, l";Eucaristia è determinante. Dal 10 novembre 1880 le Suore andavano nella Casa per ordinarla, ma il giorno della fondazione, come sarà per tutte le case fondate dalla Cabrini, è quello in cui il Signore inaugura la Casa con la sua presenza nell";Eucaristia. Così le Memorie raccontano il mattino della fondazione di Codogno: «14 novembre!`¦ Entrammo (in questa Casa) la mattina circa le ore otto, e direttamente ci portammo alla stanza già convertita in cappella. Nell";entrarvi scorgemmo sull";altare il Cuore Sacratissimo di Gesù che pareva stesse aspettandoci, per animarci ed esortarci a portare tutte le nostre energie alla nuova impresa. Assistemmo con vivo fervore, protese in terra, alla santa Messa, celebrata da monsignor Serrati, e indicibilmente commosse, ricevemmo la santa Comunione. Stringendoci al petto il nostro caro Gesù, la nostra gioia era al colmo`¦ non potendo ritenere le lagrime» (Memorie di Codogno, in Una delle sue figlie, Santa Francesca Saverio Cabrini, SEI Torino 1962, pag. 29).
L";assiduità all";Eucaristia era per la Madre un bisogno, al punto che nel corso dei viaggi il disagio più pesante è il digiuno dell";Eucaristia. «Noi credevamo di arrivare in tempo a fare la festa del Patrocinio (di San Giuseppe); invece dovremo passarla in mare, senza Messa, senza Comunione. Ora incominciamo a sentire l";austerità di sì gravoso digiuno». (Tra un";onda e l";altra, pagg. 34-35 "; viaggio da Le Havre a New York "; aprile 1890). Perché l";incontro con il Signore nell";Eucaristia è la fonte della sua felicità : «Fu un piacere fare la meditazione colà (sul ponte a prora) e trasportarmi in mezzo a voi in spirito per assistere alla Messa e fare la SS. Comunione. Voi fortunate avete avuto tutto questo; io no, ma ho goduto della vostra felicità ! Oh! Sapessimo sempre apprezzare il vantaggio della Santissima Comunione`¦! Poiché in esse è lo stesso Cristo`¦ che opera in noi, che ringrazia in noi, che fa tutto in noi, per la sua gloria». (Tra un";onda e l";altra, pag. 53 "; viaggio da New York a Le Havre "; agosto 1890).
Nel corso di una lunga riflessione sull";Eucaristia, così la santa esprime il fuoco della missione acceso in lei da questo sacramento: «hai voluto per Tua bontà farmi Missionaria del Tuo Cuore; istruiscimi mentre sto ai piedi del Tuo Tabernacolo ed io istruirò. Rivelami i prodigi del Tuo amore, le meraviglie della Tua sapienza in questo Sacramento, ed io le narrerò a tutte le genti, perché tutte più Ti conoscano e più Ti amino`¦ Mio Gesù, io intendo di adorarti per tutti`¦ amarti e benedirti per tutti! Mio Gesù, mi offro vittima del tuo divin Cuore per tutti. Salva e santifica tutti! `¦ Ti amo o Gesù, e voglio che il Tuo ardente Cuore sia in tutto il mondo conosciuto, amato e glorificato`¦"; (Tra un";onda e l";altra, pagg. 223.228 "; viaggio da New Orleans a Panama "; giugno 1895)
Ringraziamento, atto perfettissimo
Dall";Eucaristia nasce la forza della missione; grazie ad essa si può esclamare con san Paolo, come fa frequentemente la santa: «Tutto posso in Colui che mi dà la forza» (Fil 4,13). Ecco l";energia che rende perseveranti, che consente di vivere una vita ordinata e laboriosa allo stesso tempo, come ci ha richiamato la seconda lettura della liturgia odierna (2 Ts 3,7-12), e come spesso esorta la Madre: «Lavorate, lavorate indefessamente, senza stancarvi per la salvezza delle anime» (Tra un";onda e l";altra "; viaggio da New Orleans a Panama, pag. 231 "; giugno 1895).
L";Eucaristia congiunge alla Passione del Signore e promuove in noi un atteggiamento eucaristico; è scuola di ringraziamento al Signore: «La maggior parte degli uomini rende grazie a Dio dopo aver ottenuto una grazia, ma lo spirito di Gesù Cristo, invece, che è quello da cui dobbiamo essere animate, insegna a ringraziare prima, perché continui sono i benefici che in ogni istante riceviamo,`¦ il ringraziamento è un atto di perfettissimo amor di Dio perché in esso altro interesse non si ha se non per la pura gloria di Dio, il compiacimento di Dio, il gusto di Dio (Tra un";onda e l";altra, pagg. 406-407 "; viaggio da New York a Le Havre "; settembre 1899).
Conosciamo la pratica costante dell";adorazione eucaristica fino alla fine della vita di Madre Cabrini. Raccontano le Memorie che nel marzo del 1916, la Madre a Seattle deve affrontare una bufera scatenata in città da chi contrasta l";ultima sua grossa impresa: sta per rilevare un albergo che destinerà successivamente ad Ospedale; gli ostacoli sembrano insormontabili. Durante le Quarant";Ore tenute all";orfanotrofio delle Suore già operanti in città da tempo, volle che le Suore e le bambine facessero per turno l";adorazione, ed ella rimase ai piedi dell";altare quasi un giorno intero. L";esito della estenuante trattativa volse a suo favore. Anche il giorno precedente la morte si alzò per tempo, andò a Messa, e rimase in cappella per tutta l";ora di adorazione. Il giorno dopo non riuscì ad alzarsi. Le forze la stavano abbandonando, consumata dalle fatiche di una vita spesa per il Signore. Verso mezzogiorno partì per l";ultimo viaggio verso l";approdo della felicità senza fine.
* Vicario generale della Diocesi di Lodi.