Malesia. Bandiera tricolore a Kuala Lumpur

17 Dicembre 2014 | di

Occhi vispi e sorriso franco. Basta un attimo per prendere in simpatia Cinzia Colli, italiana che ha scelto di fare dell’altrove la sua casa. Con una laurea in lingue mediorientali all’Università di Napoli e un passato da traduttrice di arabo in una grande azienda, da otto anni vive a Kuala Lumpur, capitale della Malesia, dove organizza corsi di cultura italiana, oltre che gite e visite guidate per bambini.

Originaria di Ortona (CH) e figlia di un ufficiale di marina, Cinzia ha il viaggio nel Dna: prima al seguito del padre in diverse città costiere, poi del marito, ingegnere tedesco con cui ha vissuto in Germania, negli Emirati Arabi, in Romania e in Messico. Ultima tappa: la Malesia, dove Cinzia Colli si è trasferita con la famiglia nel 2006, spinta dall’«entusiasmo per la scoperta di mondi diversissimi e interessantissimi». «La prima impressione della Malesia non è stata propriamente favorevole – ricorda Cinzia –. Venivamo dal Messico, Paese tendenzialmente allegro e multicolore. L’Asia ci aveva un po’ spaventati, così sovraffollata, grigia, riservata…».

Mai lasciarsi scoraggiare, però, dalla prima impressione… Ne sa qualcosa questa simpatica signora che – pur conservando un legame particolare con le sue origini italiane – in tutti i luoghi in cui ha vissuto ha sempre voluto unire il percorso umano a quello professionale, in cerca di quella «integrazione con la popolazione locale» che tanto arricchisce.

Nessuna eccezione in Malesia, Paese di fede prevalentemente musulmana e potenza in ascesa (grazie al petrolio di cui il suo sottosuolo è ricco). «Ho cercato di integrarmi col lavoro di insegnante e anche con un corso di formazione al museo nazionale di Kuala Lumpur – racconta Cinzia –. Sono diventata guida volontaria e ciò mi ha permesso di entrare in contatto col passato millenario di un Paese multietnico e ricchissimo, nonché di stringere belle amicizie». Certo non manca anche il lato negativo della medaglia: «Gli aspetti della mia “italianità” sono soprattutto legati alla cultura e in Malesia mi mancano il cinema italiano, le mostre e gli incontri culturali internazionali». Non è un caso se l’associazione in cui Cinzia opera porta il nome di un famoso scrittore italiano… Fu proprio Emilio Salgari (il «papà» di Sandokan), a cavallo tra Ottocento e Novecento a descrivere il sultanato malese di Sarawak nei suoi racconti (da Le tigri di Mompracem a La rivincita di Yanez).

«In Malesia la comunità italiana cresce ogni anno di più» conclude Cinzia Colli. Le distanze si accorciano, le culture si mescolano e l’uomo ci guadagna. Viaggiare e venire a contatto con diverse culture «ha giovato particolarmente all’educazione delle mie figlie» precisa l’insegnante. «Il loro percorso accademico ha seguito i binari britannici. Così ora la più piccola frequenta una scuola internazionale nel Somerset, mentre la grande è riuscita a diventare ballerina professionista nell’English National Ballet a Londra».

 

Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017