Mamma getta dal quarto piano la figlioletta

Una mamma-cagna è morta salvando dal rogo cinque dei suoi sei cuccioli. Perché tra gli umani le mamme a volte uccidono i loro figli? Che cosa nasconde la depressione?
22 Dicembre 2004 | di

È accaduto in un piccolo villaggio dell'Agro Pontino. La tana-canile che un contadino aveva arrangiato per una cagna meticcia affinché vi partorisse i suoi sei cuccioli, una notte, colpita da improvviso temporale devastante, è andata in fiamme. Un fulmine maligno, forse. Incurante dell'incendio, la cagna-madre ha cavato dalle fiamme, uno alla volta, cinque dei suoi cuccioli. Non ce l'ha fatta a tirar via dalla tana, un terribile braciere, il sesto cucciolo. Ed è spirata senza un lamento. Il veterinario (una dottoressa giovine e capace, mamma da sei mesi) ha apprestato le prime cure ai cinque cagnolini salvati da mamma-cagna. Terminata la visita, la giovine veterinaria ha detto qualcosa che io penso valga la pena di riferire ai lettori. Il sacrificio della cagnetta dovrebbe farci riflettere. È un periodo, infatti, che sui giornali non facciamo che leggere di madri umane (non animali) che uccidono i propri figli. Tutte definite dai cronisti depresse.

Sarebbe troppo facile uscirsene dicendo: Gli animali sono più umani degli umani. Le cronache dei giornali riferiscono anche di brava gente che si sacrifica per il suo prossimo: il pompiere che cerca di cavar dalle fiamme della loro automobile tre ragazzi, non ci riesce perché muore carbonizzato. Il ragazzo che si getta in acqua, d'istinto, per salvare un suicida, ma non ce la fa a tornare a riva. Il parroco che strappa quattro ragazzi del suo oratorio al torrente in piena ma muore sfinito dalla fatica.
Ci commuove l'eroismo materno della cagna meticcia, quel suo andare e venire fra le fiamme per salvare i suoi cuccioli: impressiona, commuove, ma soprattutto stupisce. Dovremmo, tuttavia, prima di stupirci, ricordarci che il Santo Padre ebbe a dire, qualche tempo fa, che gli animali hanno certamente un'animula. Che qualche volta, aggiungo in punta di piedi, figura più generosa dell'anima. E questo (forse) perché ingenuamente ci aspettiamo che l'uomo non dimentichi mai d'esser stato creato a Sua somiglianza. Ecco il punto: noi lo dimentichiamo spesso (per non dire sempre) sicché quando vediamo un cane comportarsi  come in una circostanza simile  dovrebbe un uomo, ci stupiamo sino a commuoverci e invece di pensare a madre-coraggio immediatamente pensiamo a quella mamma depressa che uccide la sua bambina.

Il mio vecchio parroco (ora in pensione) dice che il duello fra il buio e la luce, fra Satana e Dio non s'è mai concluso e sempre continuerà . Insomma, sia gli atti di eroismo, sia la depressione sarebbero per così dire fisiologici giacché l'uomo porta dentro di sé  e il Bene e il Male, eternamente in lotta fra di loro. Forse un po' troppo semplicistico il discorso del caro parroco? Solo apparentemente.
Nella controversa trasmissione Porta a Porta, condotta, con invero alta professionalità , dal collega Vespa, tempo fa s'è discusso  di gente posseduta dal demonio, e un po' tutti i partecipanti al dibattito televisivo han fatto fatica a non sorridere del discorso pensoso di un sacerdote esorcista. Dirò con franchezza che l'esorcista aveva il torto di parlare con somma semplicità .
Se, infatti, si fosse avviluppato  di termini parascientifici o tecnici, penso gli avrebbero dato più bada. In quella trasmissione, uno psichiatra alla moda ha detto, stordendoci col suo linguaggio iniziatico, né più né meno quel che  dice il vecchio parroco in pensione. Ovviamente, da scienziato, lo psichiatra non ha parlato di Dio né del Diavolo ma è come lo avesse fatto. La depressione, dunque, che sarebbe alla base del gesto terribile della mamma che getta dalla finestra la sua bambina o addirittura la finisce a coltellate, altro non è se non uno degli (infiniti) aspetti di Satana. (Che Dio abbia pietà  delle nostre anime).

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017