Maria Fierro, dalla stampa alla radio

Donna coraggiosa e visionaria, ha diretto la rivista mensile bilingue «Canada's Mirror Italia allo specchio». Ora è impegnata a diffondere l'italianità sulle frequenze di Fairchild Radio di Vancouver.
13 Gennaio 2011 | di

«Far ridere la gente è la mia passione». E vi sembra poco? È uno degli obiettivi apertamente dichiarati di Maria Fierro, napoletana verace nonostante i decenni di vita canadese. Personaggio dalla marcata personalità, Maria è ben conosciuta nell’ambito della comunità multiculturale, metropolitana ma non solo. Dove passa lascia il segno. Estroversa, schietta, graffiante quando occorre, generosa sempre. La si può essenzialmente definire un’artista, sintetizzando quanto lei stessa di sé rivela, ma anche osservando quanto ha costruito e continua a costruire nel tempo e nel mutare delle situazioni. Nel suo curriculum, così si legge alla voce «lavoro»: Writer, radio personality, talent promoter and commedienne. E poi spiega: «Ho prodotto e condotto dalla stazione della Fairchild il programma radiofonico “Immagine Italia”, creato dal produttore di Telitalia Vito Bruno, la più famosa voce italiana di Vancouver». Aggiunge inoltre: «Mi sono tuffata nel giornalismo e nell’editoria. Sono stata infatti direttrice, scrittrice ed editrice della rivista italiana “Canada’s Mirror Italia allo specchio”, che era un mensile bilingue, in italiano e inglese, dedicato alla promozione della cultura e dell’arte italiana, così come della vita culturale di Vancouver in generale».
Esperienzada ricordare
Ma perché se ne parla al passato? La rivista, uscita a Natale del 1995 e accolta con favore dalla maggioranza della popolazione italiana canadese, compresi i giovani oriundi che si ritrovavano nelle pagine loro dedicate, era stata guardata con sufficienza da alcuni schizzinosi, restii all’innovazione e non disponibili a collaborare. L’invito e il progetto di Maria Fierro, sintetizzati nel suo primo editoriale, parlavano chiaro. Eccone un estratto: «In considerazione dell’evoluzione e della trasformazione della tradizionale famiglia italiana, dove, ahimè, i figli di terza e quarta generazione parlano più inglese che italiano, ho ritenuto fosse necessario uno strumento informativo che fosse di legame per la stessa famiglia, per la continuazione e la divulgazione di tradizioni, lingua e cultura italiane: valori che rischiano di scomparire con la prossima generazione se non vi poniamo immediatamente rimedio». Dopo qualche anno costruttivo e vivace, Mirror/specchio s’era purtroppo scontrato con difficoltà di gestione e mancati sostegni da parte di chi tanto parla di promozione di italianità, e poco in concreto fa (lo si constata tuttora di fronte ai pesanti tagli operati nei confronti della stampa per e degli italiani nel mondo e per le iniziative culturali in genere...).
Eppure, nel ricostruire la storia della stampa italiana prodotta a Vancouver, la presenza e la testimonianza di «Canada’s Mirror Italia allo Specchio» non va né ignorata né dimenticata. Le ragioni sono tutte importanti.
Prima di tutto: che cos’è e che cosa dovrebbe essere un periodico comunitario? Deve essere una voce che si alza dal basso, in piena libertà, quale proposta/palestra che rifletta la realtà del luogo e delle persone. Di conseguenza, deve dare ampio spazio alle cronache locali e alle rubriche di informazione, nella lingua e nei linguaggi dei fruitori: italiano per gli italiani, inglese per i canadesi, comprendendovi perciò anziani e giovani. Deve avere finestre aperte e spazi a disposizione dei lettori, mai eliminando la sezione delle lettere o, peggio, riducendola a qualche messaggio ammaestrato, edulcorato, o sottoposto a tagli e censure se polemico. Gli interventi, la discussione, gli scambi di idee tra i lettori e il direttore sono la linfa vitale del giornale. Il periodico comunitario – se vuole essere specchio reale – sarà quindi organizzato, pensato, scritto in loco, e non prodotto in Italia e trasmesso per via telematica, come oggi spesso accade. D’accordo, esso può avere una parte (ma non la maggior parte) riservata a notizie dall’Italia e dal mondo: notizie brevi e sintetiche, che non sottraggano spazio e importanza all’informazione locale, quella che interessa i lettori, quella che essi non possono trovare sfogliando i grandi giornali in internet – ai quali, oggi, possono accedere quasi tutti – o seguendo trasmissioni radiofoniche e televisive del Paese di residenza. Importanti inoltre sono lettura e interpretazione dei fatti locali, nazionali e internazionali: da un punto di vista di chi vive qui e non lì, proprio perché il giornale comunitario dovrebbe riflettere il pensiero e stimolare in loco l’azione dei lettori. Ci si dirà che sono passati i tempi delle doverose lotte di difesa degli italiani da discriminazione e marginalizzazione; oggi l’Italia gode – nonostante l’interna turbolenza politica – di grande stima e considerazione nel mondo. Ciò anche – non stanchiamoci di affermarlo – per merito dei milioni di suoi figli che hanno strenuamente lavorato e lavorano nel mondo, fedeli alle origini e insieme grati ai Paesi di accoglienza, patrie dei discendenti. Eppure ci sono tuttora persone che soffrono, frange sociali trascurate o dimenticate, piccoli gruppi comunitari che vivono ai margini di una società opulenta, dove solo il cosiddetto «successo» viene riconosciuto ed esaltato, e allora la battaglia di un giornale comunitario che si rispetti non è mai finita.
Nuovo strumento per i valori di sempre
Il giornale di Maria Fierro è stato, in un certo senso, tutto questo. I suoi brevi editoriali, riflessivi, propositivi, aprivano la serie di rubriche: dall’angolo religioso alle notizie comunitarie, dai personaggi alla vita delle associazioni, dall’angolo della poesia alle riflessioni dei lettori, dalle arti alle città italiane. E ancora: lingue e linguaggi, finanza, notizie dal Canada, dall’Italia, dal mondo e dalle diverse comunità etniche, opinioni, solidarietà e volontariato, bellezza, moda, cucina, giardinaggio, mercato immobiliare, sport locale, salute, il tutto completato da fotocronache e sostenuto da inserzioni pubblicitarie di ditte italiane e canadesi aperte alla cooperazione.
Oggi l’eredità e la testimonianza di Mirror/specchio continuano a passare per le onde della stazione multietnica Fairchild, Radio di Vancouver; Maria Fierro vi conduce più di un programma in lingua inglese, ma prorompe in tutta la sua vivace e verace personalità soprattutto nelle ore dedicate all’Italian program.

Osservatorio Stampa
Bollettini, giornalini scolastici, newsletter

 
Viene definita stampa minore, ma sempre di stampa si tratta. Serve a informare, a dar conto di avvenimenti e proposte, a tenere unite comunità omogenee di persone che fanno capo a gruppi associativi, a organizzazioni culturali, alle varie parrocchie.
A Vancouver ricordiamo in particolare «Il Centro», bollettino di informazione della comunità italocanadese ideato e condotto dal compianto Fedele Botteselle e pubblicato tra gli anni '80 e '90. Oggi dal centro culturale viene diffusa, per via postale e telematica, una pregevole newsletter quadrimestrale titolata «Al Centro». Vanno inoltre segnalati i giornalini scolastici succedutisi nel tempo: numeri unici ricchi di disegni, pensierini, poesiole e foto degli studenti con i loro insegnanti.
Le chiese maggiormente frequentate da italiani – Saint Francis of Assisi, Our Lady of Sorrows, Saint Helen's and Holy Cross – diffondono settimanalmente i loro bollettini, in inglese e italiano.

Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017